Danilo Zuffianò, scuola socialista esamina la situazione attuale (di Giuseppe Florio).

Danilo Zuffianò, eccezionale cardiologo dai modi spicci e dall'animo oltremodo generoso, è uno e trino: ed anche qualcosa di più. Dipende da quale parte della sua vicenda pubblica lo si osservi. Ha viaggiato su molte corsie politiche: a destra, a sinistra ed oggi forse è ai margini della carreggiata. Ma nessuno, con un pizzico di onestà intellettuale, potrebbe dargli dell'incoerente: Zuffianò è – è sempre stato – semplicemente, incrollabilmente, fideisticamente un socialista e come tale fuori dagli schemi, emancipato dalle etichette, libero fino al parossismo e da vent'anni a disagio nel guazzabuglio che ci si ostina a chiamare «Seconda Repubblica». Su di lui il partito dei Democratici di Sinistra investì come mai per nessun altro, prima e dopo: e fu al contempo segretario politico ed assessore alle Attività produttive. Interpellarlo oggi è, oltre al piacere, quasi un dovere.

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Micaela Campana, parlamentare mesagnese ai vertici del PD nazionale (di Giuseppe Florio).

Trentasette anni, occhi intensi, profilo fascinoso, meticolosa (anzi: stakanovista) nel lavoro, la deputata Micaela Campana, mesagnese di origini ma trapiantata a Roma, è stata nominata alcune settimane addietro nella segreteria nazionale del Partito Democratico, come responsabile per il welfare ed i diritti.

Il prestigioso incarico corona un cursus honorum folgorante: studi di Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, un tuffo nell'impegno per i diritti studenteschi (perché, come ama ripetere con Berlinguer, «la più grande delle passioni è quella dei pensieri lunghi» e cioè della politica), la militanza nel circolo dei DS a Tiburtina, poi consigliere e capogruppo nel V Municipio, assessore municipale, responsabile capitolina dell'organizzazione, responsabile della Festa dell'Unità di Caracalla.

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Che fine ha fatto la fondazione "Avasto"? (di Giuseppe Florio).

Lo si è capito, investire sulla cultura non paga, gli amministratori preferiscono le volute di fumo alla ciccia dell'arrosto. Ma quando è la cultura ad investire sulla città? La storia delle fondazioni Avasto è la storiaccia brutta di un'onta che inzacchera l'immagine di molte giunte comunali, ed anche di quella attuale.

Il mesagnese Giovanni Avasto era un docente di disegno ed in realtà un pittore di gran pregio, morto nel 1996 all'età di 86 anni. Lui e la moglie Ildegarda Natale decisero di dar vita a due fondazioni a proprio nome, allo scopo acquistarono buoni del Tesoro ventennali emessi dallo Stato nel 1982 per un importo di 36 milioni di lire, con scadenza 2002 al tasso del 17,50%.

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Dimastrodonato: le ragioni di una candidatura (di Giuseppe Florio).

Il suo temperamento irruento, la cui cifra fondamentale è la passione – l'amore – per la città, non può nascondere l'animo buono e generoso di Carmine Dimastrodonato, consigliere comunale del fu movimento civico “Mesagne Incalza” che oggi ha provveduto a traghettare in buona parte dentro il nuovo “Mesagne Moderata”. Sessanta anni, con la passione per la cura degli orti («Mi definisco un pollice verde», rivela), si è proposto al ruolo di sindaco perché «chiamato a scendere in campo per un cambiamento di cui Mesagne ha urgente bisogno e che purtroppo non si è concretizzato in questi anni».

«Sono un moderato autentico con un sogno da realizzare, quello di cambiare volto alla nostra comunità». Intanto è visto un po' come la pecora nera del centrodestra locale, uno difficile da irregimentare, insofferente ai riti ed alle pastette della politica politicante.

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Tutti i primati di Napolitano, l'uomo che spiegò il Pci agli Usa (di Carmelo Molfetta).

Durante la sua lunga esperienza politico-istituzionale, ha collezionato numerosi primati. Alcuni di portata storica, e, sebbene lontani noi dai riflettori ufficiali, vogliamo cimentarci a raccontarveli

Durante la sua lunga esperienza politico-istituzionale, ha collezionato numerosi primati. Alcuni di portata storica, e, sebbene lontani noi dai riflettori ufficiali, vogliamo cimentarci a raccontarveli. “La novità e il significato dell’avvenimento stavano nel fatto stesso del rilascio del visto per la prima volta a un membro della direzione del Pci”. Così Napolitano, allora membro della direzione comunista, resocontava al ritorno del suo viaggio che apriva, per la prima volta a un dirigente del Pci, le porte degli Usa.

Era il1978 e Napolitano fu accolto, dopo un invito della prestigiosa Università di Princeton (ogni anno questa Università si gioca la partita per il primo posto nel mondo della graduatoria delle sedi universitarie con Harvard, Chicago e Michigan) per un giro avente “caratterizzazione politico – culturale” presso le più importanti sedi universitarie americane per “illustrare la politica del Pci”.

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I poli alla ricerca di confini ed identità (di Giuseppe Florio).

C'è fermento a Mesagne, tanto nel centrosinistra, quanto nel centrodestra, giustificato – in questa fase iniziale – dalla paradossale volontà di conoscere i confini esatti dei due poli. Nello schieramento progressista la confusione origina dall'autocandidatura di Pompeo Molfetta a sindaco: interpretata dal Partito Democratico come l'estrema unzione per il centrosinistra o perlomeno per come era inteso fino ad ora, nello schema che prevedeva la coalizione imperniata sul PD, con SEL alla sua sinistra e le forze centriste (Lista Vizzino in testa) ancorate al centro.

Il mandato assegnato da direttivo e segreteria al segretario politico del partito di maggioranza relativa Francesco Rogoli è stato dunque quello di capire chi starà al gioco: chi, tra i vecchi partner di governo, proseguirà nel cammino di (ri)costruzione del centrosinistra. Così Rogoli, paziente tessitore, ha diramato gli inviti per consumare una serie di incontri bilaterali, non limitati ai partiti ma estesi anche alle associazioni civiche fiorite nel corso degli anni, come “In Officina”.

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Nessuno vuole la biblioteca di Beppe Patrono (di Giuseppe Florio).

Poi nessuno tra gli amministratori se ne dolga – magari lamentando l'avversità della stampa e dell'opinione pubblica – se si insiste a battere sul dolentissimo tasto della cultura a Mesagne in questi ultimi anni. Gli episodi di segno negativo sono molti e molti episodi, messi in fila, restituiscono una prassi. Un caso sembra più eclatante di altri, quello della rinuncia di fatto al patrimonio librario di Giuseppe Patrono (1918-2006), normalista di ispirazione liberalsocialista, intellettuale vivido e partigiano, figura ad ogni modo eclettica e di eccezionale livello nell'alveo della democrazia repubblicana.

A consuntivo della ricca vicenda esistenziale di Patrono erano restati due fondi: un archivio documentale, contenente ampia corrispondenza con i più alti esponenti dell'intellighenzia nazionale quali Gaetano Salvemini, Ferruccio Parri, Ernesto Rossi, Guido Calogero, Tommaso Fiore; e uno librario, preziosissimo, di quasi 14mila volumi. Nel 2013 il primo è stato destinato, attraverso una convenzione di comodato gratuito, a Conversano presso la rinomata Fondazione Di Vagno. Ed il secondo? La vedova di Patrono, la professoressa Maria Carmela Stridi, manifestando un appassionato attaccamento a Mesagne ed intendendo assecondare la volontà del coniuge, nel 2011 avanzò la proposta ai rappresentanti comunali di donare il patrimonio di libri del marito.

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Emilio Guarini, l'ufficiale gentiluomo che potrebbe scendere in campo (di Giuseppe Florio).

Nel panorama politico locale si staglia il profilo asciutto, signorile, rigoroso di Emilio Guarini, ammiraglio 60enne in forma invidiabile, a riposo dopo aver servito lo Stato in Italia ed in Europa ai più alti livelli per 40 anni, dei quali una manciata consumati come consulente di Finmeccanica per i satelliti militari.

Guarini si aggira per il dibattito pubblico praticamente senza cercarne i riflettori. Ma perché il destino di questo borghese con le stellette cucite sugli omeri e tratti di umanità bonaria insperati per un militare di tal rango dovrebbero interessare la nomenklatura mesagnese? Perché le sue riflessioni bradicardiche sulle grandi vertenze cittadine dovrebbero avvincere gli ipertesi che scaldano i motori al via di un circuito che si concluderà in primavera? Apparentemente per nessuna ragione.

Vero è, però, che molti (moltissimi, anche tra coloro che nessuno immagina) tra gli esponenti dei partiti bussano alla sua porta, sollecitandolo al confronto ed all'impegno.

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Calabrese di ProgettiAmo Mesagne: "Pronti al confronto con chi vuole discontinuità" (di Giuseppe Florio).

Un temperamento pacato e, nel privato, sornione e giocoso; un sincero attaccamento ai valori essenziali dell'umanesimo; profonde convinzioni ispirate al cattolicesimo democratico; moglie deliziosa e tre bambini bellissimi: se a Mesagne il centrodestra avesse confini e spessore saldi, Antonio Calabrese, Tonino per tutti, 46enne funzionario del Ministero della Difesa in servizio presso la Marina, avrebbe i tratti distintivi migliori per essere il candidato sindaco.

Puntiglioso, pignolo fino all'esasperazione (particolarmente del presidente del Consiglio comunale Fernando Orsini), Calabrese – dapprima segretario di NIP e poi presidente del Movimento Civico ProgettiAmo Mesagne – ha condotto, in triangolazione con due ossi duri del calibro di Domenico Magrì e Raffaele Depunzio, una opposizione tenace e (quasi) sempre rispettosa al governo Scoditti, rappresentando un dato di novità nel panorama politico.

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Nel PD il vecchio gruppo dirigente va rottamato, spazio ai giovani (di Giuseppe Florio).

Inforca un bel paio di Lemtosh con lenti appena rosate, ma non riesce a nascondere il piglio: che è quello di chi vuole voltare pagina ad ogni costo. Nel senso, radicale, della rottamazione della vecchia classe dirigente e del proiettarsi, con temi e iniziativa politica, «nel 2020», come spiega in un rigido pomeriggio falciato da Gonzalo.

Mino Carriero, membro della segreteria regionale del Partito Democratico pugliese, tra i responsabili nazionali di LabDem, area riformista del PD ispirata dal presidente del gruppo parlamentare del PSE Gianni Pittella, non le manda certo a dire. Ce n'è per tutti in questa intervista che verte sulla sua verace passione, la politica intesa come partecipazione alla vita pubblica.

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