Calabrese di ProgettiAmo Mesagne: "Pronti al confronto con chi vuole discontinuità" (di Giuseppe Florio).

Un temperamento pacato e, nel privato, sornione e giocoso; un sincero attaccamento ai valori essenziali dell'umanesimo; profonde convinzioni ispirate al cattolicesimo democratico; moglie deliziosa e tre bambini bellissimi: se a Mesagne il centrodestra avesse confini e spessore saldi, Antonio Calabrese, Tonino per tutti, 46enne funzionario del Ministero della Difesa in servizio presso la Marina, avrebbe i tratti distintivi migliori per essere il candidato sindaco.

Puntiglioso, pignolo fino all'esasperazione (particolarmente del presidente del Consiglio comunale Fernando Orsini), Calabrese – dapprima segretario di NIP e poi presidente del Movimento Civico ProgettiAmo Mesagne – ha condotto, in triangolazione con due ossi duri del calibro di Domenico Magrì e Raffaele Depunzio, una opposizione tenace e (quasi) sempre rispettosa al governo Scoditti, rappresentando un dato di novità nel panorama politico.

 

In questa fase – ancora fluida ed in divenire – Calabrese accoglie con prudenza le domande: ma le iridi chiare gli baluginano quando penetra gli argomenti: segno difficilmente equivocabile di chi vuol dire ma ancora non può.

Qual è lo stato dell'arte del centrodestra? «Attualmente abbiamo un rapporto di collaborazione con il movimento civico Mesagne Futura. Per conoscere la situazione del centrodestra lo si chieda a chi lo rappresenta, Forza Italia e Fratelli d'Italia. ProgettiAmo Mesagne è da tempo inserita nel mondo dell'associazionismo, del movimentismo civico e vede in questi strumenti la possibilità di tradurre il proprio impegno politico al servizio della città. Un dialogo è stato avviato con Forza Italia, come è naturale che sia, attese le comuni battaglie dai banchi dell'opposizione. Che si possa raggiungere un accordo, al momento è piuttosto prematuro».

Ed il centrosinistra, come lo vede, invece? «E' difficile individuare con chiarezza la situazione. Certo è che un riavvicinamento fra PD, SEL, matarrelliani e Lista Vizzino sarebbe improponibile per la città poiché, oltre a non rappresentare alcuna novità, si diffonderebbe l'idea di una pace armata fra i vari soggetti, con conseguenze devastanti se dovessero ottenere nuova fiducia. Un'ipotesi del genere rafforzerebbe ProgettiAmo Mesagne, per quanto costruito in questi anni, per il nuovo approccio alla politica fatto di ascolto e condivisione, puntando dritto al cuore dei problemi. L'opinione pubblica sembra apprezzare il nostro impegno vedendo in noi una discontinuità col passato».

Ci sono margini per una sorta di amministrazione di salute pubblica? «Mesagne ha bisogno semplicemente di essere governata secondo un programma preciso che parta dalla riforma della macchina amministrativa. Sulla condivisione di questo elemento si può imbastire un percorso politico. Per far ciò, occorre andare oltre i "debiti di riconoscenza", i rapporti di amicizia, è necessario avere quel netto distacco fra funzione politica e amministrativa».

Come valuta l'autocandidatura di Pompeo Molfetta? «Non crediamo che sia una scelta autonoma, Molfetta è il candidato scelto dall'On. Matarrelli e dagli altri componenti quest'area eterogenea. Tale scelta non si coniuga con l’idea del rinnovamento; inoltre l’attuale capogruppo di SEL non è immune da responsabilità per aver condiviso ed avallato l’infelice esperienza politica della giunta Scoditti, che, fra l’altro, continua ancora a sostenere».

E sulle aperture, pubbliche o velate, del PD al vostro movimento? «ProgettiAmo Mesagne intende proporsi alla guida della città partendo da quegli obiettivi prima richiamati. Non ci sottrarremo al dialogo con chi voglia dare un segno tangibile di rinnovamento e discontinuità rispetto al governo di questi ultimi anni. In quest’ottica siamo pronti ad ascoltare e a collaborare con tutti coloro che intendono andare senza indugi, in questa direzione».

Giuseppe Florio

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