Mesagne calcio: con il Bisceglie un solo obiettivo, vincere! (di Giovanni Galeone)

Ricordando un ex biscegliese di prestigio: Diego Oreste

Giovedì turno infrasettimanale del Campionato di Eccellenza, il Mesagne si gioca gran parte delle possibilità di rimanere agganciato al lotto delle squadre che puntano ad evitare i play off. L’incontro con il Bisceglie si presenta infatti come uno scontro diretto in quanto la squadra barese con 34 punti è dentro l’area play out ed è agganciabile proprio dal Mesagne in caso di vittoria. La sconfitta di Altamura, certo preventivabile, ha staccato però i gialloblu in classifica che assieme all’Otranto si ritrovano a 4 punti dalla zona salvezza, anche una vittoria giovedì non porterebbe la squadra fuori dall’area critica, sarebbe comunque un importante avvicinamento, ma un pareggio o peggio una sconfitta significherebbe rimanere affossati e con poche possibilità di venir fuori. Gara dunque importantissima questa contro il Bisceglie che viene dalla sconfitta interna nel derby con il Molfetta e potrebbe ritrovarsi, se battuto, risucchiato pienamente nell’area calda della classifica. Il Mesagne ora dovrà contare soprattutto sulle sue forze e quindi è d’obbligo ritornare alla vittoria in partite come queste che valgono doppio, anche perché i risultati a sorpresa degli altri sono quasi sempre sfavorevoli (vedi la vittoria della Sud Est Locorotondo a Vieste). La società ha giustamente chiamato a raccolta i tifosi per non far mancare il sostegno alla squadra in questo delicato momento così da salvaguardare il prezioso patrimonio dell’Eccellenza.

Per quanto riguarda i precedenti, premesso che l’U.C. Bisceglie è solo la seconda squadra della popolosa città barese e che la prima squadra milita in serie D, nei 5 incontri disputati a Mesagne risultano 1 vittoria, 1 sconfitta e 3 pareggi; l’ultimo incontro disputato è stato in Eccellenza nel campionato 2007-08 con l’inaugurazione dello stadio Alberto Guarini, il Mesagne vinse per 2-1 e questo è di buon auspicio. Tra i giocatori che il Mesagne ha avuto in comune con il Bisceglie c’è la mezzala Diego Oreste, in assoluto uno dei giocatori di maggiore caratura tecnica che abbiano indossato la maglia gialloble. Diego Oreste fu acquistato dal Taranto per 5 milioni nell’estate del ’68 quando il Mesagne si apprestava a giocare il suo primo campionato di serie D, il suo arrivo elevò notevolmente il tasso tecnico della squadra allenata da Fusco, l’inizio del campionato vide il Mesagne in testa alla classifica per diverse giornate ed in Oreste il principale trascinatore, in ottobre arrivò una richiesta di acquisto dal Matera a cui il Mesagne resistette. Oreste, nativo del ’39, era un barese purosangue, la sua famiglia con 7 figli gestiva una salumeria a Bari vecchia, si mise in evidenza nel ’58-59 nel Sannicandro, giocando da ala sinistra nel campionato Dilettanti pugliese, allora massima categoria regionale, l’anno dopo fu acquistato dal Bisceglie in serie D che quell’anno allestì una squadra di giovanissimi e a sorpresa vinse il campionato, in serie C Oreste confermò tutte le sue qualità tecniche: scatti, serpentine, goal e visione di gioco. A Bisceglie rimane altri 3 anni disputando campionati di alto livello, nell’estate del ’61 risulta il giocatore più richiesto della squadra barese, società di serie B tra cui Salernitana, Cosenza e Bari tentano di acquistarlo, lo stesso nel ’62 ma il Bisceglie non mollava e chiedeva molti soldi. Viene convocato più volte nella rappresentativa nazionale di categoria, nell’estate del ’63 per 2 settimane effettua un provino (positivo) con il Mantova allora in serie A, è richiesto anche da Catania e Lazio, la squadra lombarda tenta di acquistarlo per circa 40 milioni, ma il Bisceglie alza il prezzo, alla fine finisce alla Lucchese in serie C, la delusione del giocatore è notevole, l’impatto in Toscana non è dei migliori, ma finisce il campionato in crescendo; l’anno dopo viene acquistato dal Taranto, il precampionato è brillantissimo e sempre da ala sinistra conquista i tifosi ionici, le attese sono notevoli perché la squadra mira alla vittoria del campionato, ma le cose non vanno per il verso giusto e il campionato sarà vinto dalla Reggina proprio sul Taranto, anche il rendimento di Oreste è inferiore alle attese e viene ceduto in prestito nel ’65-66 al Siracusa dove fa un buon campionato, ritornato a Taranto non rientra nei programmi della società e rimane fuori rosa, viene reintegrato però a dicembre e disputa il suo miglior campionato in terra jonica, forma un bel tandem con l’attaccante Beretti, segna 7 goal in mezzo campionato e gioca con un certo Romeo Benetti, futuro giocatore della Nazionale e pilastro di centrocampo di squadre come Juve, Roma e Milan. Confermatissimo l’anno successivo, con la partenza di Benetti viene arretrato a centrocampo dove diventa un maratoneta di grande concretezza, ma nel gennaio del ’68 in uno scontro con un difensore del Trani subisce una grave distorsione al ginocchio, rientra dopo 3 mesi, ma il suo rendimento non è più quello di prima. Nell’estate del ’68 il Taranto lo cede al Mesagne, neo promosso in serie D, da noi si mette subito in evidenza come il faro della squadra, presente in tutte le zone del campo dispone e smista con classe palloni per i compagni, la squadra vola ai primi posti. Nel novembre un altro infortunio allo stesso ginocchio a Lanciano dove, non casualmente, arriva anche la prima sconfitta e con la sua assenza la squadra scivolerà in classifica. A Mesagne rimane complessivamente per 3 anni, nel secondo anno dopo l’esonero di Zeffiro Furiassi fa da giocatore-allenatore e porta in salvo la squadra, anche nel terzo anno dopo l’esonero di Pietro De Santis, viene reincaricato come allenatore-giocatore, ma la società è in cattive acque finanziarie e nel girone di ritorno manda titolari e allenatore a casa e prosegue con i ragazzi mesagnesi, la retrocessione sarà inevitabile. Diego Oreste, nonostante tutto, rimane uno dei giocatori più prestigiosi che ha vestito, con grande profitto, la maglia gialloble.

Giovanni Galeone

Nella foto del ’68-69 Oreste è il secondo da sinistra della seconda fila.

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