Il sindacato Uilp chiede al Governo l'apertura di un tavolo per le trattative nel sociale.

Viviamo in una società moderna che non vuole confrontarsi con i cambiamenti dell’intera società.

L’accelerazione di questi cambiamenti causa e provoca modificazione degli assetti di vita e dei valori, stress e traumi di cambiamento. L’approccio potrebbe essere nel capire e valutare la possibilità di superare le limitazioni attraverso un confronto che possa permettere una visione, la più armonica possibile con le Istituzioni rafforzando le ragioni d’impegno che sono nell’indicazione dei valori di dignità, equità e sicurezza per costruire insieme un’Italia migliore che crei benessere in particolare per i giovani e gli anziani.

Dare lavoro ai giovani, aiutare a formarsi una famiglia, riconoscere la diversità dei lavori e tutelare le pensioni in essere, significa favorire non solo le condizioni che consentano di contemperare i bisogni dell’uomo verso il benessere e rafforzare la crescita nel rispetto della dignità e della tutela del cittadino, giovane ed anziano, ma anche di un Paese Italia che vive oggi, un collasso dei dati di natalità con appena 398 mila nuovi nati italiani nel 2015.

Gli attacchi contro il sindacato portati avanti dal Governo vogliono smantellare lo stato di diritto del welfare, dei pensionati e dei lavoratori invece di fare sistema, ricucire lo strappo con la società e creare una governance al cambiamento. La cosa deve far riflettere i politici e tutti gli organismi che hanno solidi ideali da diffondere e sostenere, confrontando la cultura della crisi con la moltiplicazione dei bisogni, superando tale concetto, troppo spesso utilizzato come elemento reattivo al cambiamento e non nella sua essenza cognitiva, emotiva e di analisi e offrire alla società, e soprattutto ai giovani, un patrimonio di fiducia in particolare nel mercato del lavoro e nel garantire un futuro di pensioni dignitose.

È compito del sindacato tutelare il cittadino “guardando oltre”, senza dimenticare che la sua forza è nel saper “leggere il mondo che nasce”, lavorando insieme con le rappresentanze istituzionali nel promuovere “conoscenza e reti per l’innovazione”, che siano prospettive di sviluppo e di occupazione, e ripresa dell’economia.

La Uil pensionati territoriale di Brindisi ricorda alle istituzioni che il nostro Mezzogiorno vanta eccellenze fortissime nei settori emergenti del sistema manifatturiero e della politica industriale. Una nuova politica, legata alla collaborazione pubblico-privato, potrebbe essere d’auspicio per creare occupazione e nell’interesse del territorio, delle famiglie e dei giovani senza lavoro. I temi toccano il terzo settore, la sanità e le fabbriche che cambiano e diventano sempre più intelligenti.

Il lavoro, quindi, cambia e quello che è certo, è che le cosiddette “competenze trasversali” acquisiscono un’importanza centrale e non più di contorno.

Il sistema richiede di affrontare le sfide del mercato globale attraverso l’avanzamento di “una nuova politica industriale”, attenta non solo alla produttività, che ha assunto livelli record, ma anche al ripristino dei posti di lavoro, poiché lo sviluppo esponenziale delle tecnologie digitali, alimentate da capacità di elaborazione più avanzate, ha messo a rischio il futuro occupazionale e si è reso effettivamente responsabile della stagnazione dell’occupazione nell’ultimo decennio.

Per la Uil pensionati di brindisi questo è un problema drammatico che può assumere contesti particolari a carattere generale, come la povertà e le differenze nelle condizioni di vita.

Con l’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione la prospettiva per nuovi posti di lavoro potrebbe essere indirizzata verso il terzo settore, Assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti e la sanità assumendo anche professionisti per il realizzare il nuovo sistema di gestione computerizzata dei dati clinici.

Anche nel settore dell’industria si chiede di “fare sintesi” epistemologica , ampia e approfondita, per lo sviluppo concettuale di “nuova politica industriale” d’investimenti e incentivante a “fare impresa” .

Il Jobs Act, le riforme della Amministrazione e l’atteggiamento sull’infrastrutture non hanno prodotto l’esito sperato. La politica industriale potrebbe essere, invece, più accorta per far convergere gli sforzi pubblici e privati su: clima/energia, salute/nutrizione, mobilità, sicurezza, comunicazione.

Punti cardini per fare innovazione ed essere protagonisti per un mercato estero. In essi si identificano le nuove traiettorie tecnologiche che si collocano lungo la frontiera del progresso scientifico dei “materiali avanzati”, dei robot di nuova generazione e dei processi manifatturieri Energy-efficient.

Il nuovo modello di società chiede un raffinato meccanismo di cooperazione-competizione che sopperisca le dimensioni d’impresa del territorio brindisino, davvero troppo piccole. È un problema ormai storico, ma l’economia reale chiede di sopperire a questa debolezza irrobustendo la dimensione media d’impresa, anche pensando a un trattamento fiscale agevolato quando due o più imprese decidono di fondersi o una di loro ne acquisisce altre sulla base progetto di crescita industriale e non di una mera operazione speculativa. Il mercato è sempre più globale o come minimo europeo/continentale; alla qualità della forza lavoro occorre il saper fare degli operai, dei tecnici e dei ricercatori nella volontà di restituire al territorio ciò che dal territorio hanno ricevuto contribuendo a fare grande il lavoro e l’occupazione senza dimenticare di formare un capitale umano di qualità, valorizzando le eccellenze presenti e una classe dirigente capace di obiettivi e progettazioni ad ampio respiro, competenza tecnica e di controllo sull’efficacia dello sviluppo progettuale in piena trasparenza, sicurezza e legalità del prosieguo dei lavori nei cantieri.

È necessario per il sindacato, cambiare subito la legge Fornero , affinché si riconosca la diversa gravosità dei lavori e l’uscita anticipata senza penalizzazioni soprattutto per lavoratori come più usuranti, come quello degli edili, dei trasporti o di chi lavora sui tralicci o nelle miniere.

Nelle nostre manifestazioni chiediamo al presidente Mattero Renzi risposte per avere unaprevidenza “perfettamente ragionevole”, mentre nell’immediato vogliamo una rivalutazione piena degli assegni bloccati nel biennio 2012-2013. La questione della flessibilità consentirebbe il ricambio generazionale auspicato da più parti. Tutelare le pensioni in essere è prioritaria, visto che le continue manomissioni del meccanismo di perequazione operate dai governi che si sono succeduti negli anni non hanno rispettato i diritti dei pensionati e hanno considerato la rivalutazione come se fosse un privilegio e non come realmente è un diritto e la difesa del potere d’acquisto.

La Uil pensionati è un sindacato responsabile e chiede al governo l’apertura di un tavolo per creare le basi per una legge nazionale sulla non autosufficienza, per il lavoro, l’occupazione e l’equità fiscale.

Per la Uil pensionati l’erosione del potere d’acquisto e la mancata perequazione al costo della vita sono all’origine del malessere, della tutela e del rispetto della dignità della persona che costringono il pensionato bisognoso a rinunciare a curarsi per mancanza di risorse economiche.

In questi principi, cardini per la sua forma etica e solidale nella rappresentatività dei valori, la Uil pensionati, la Uil e i sindacati confederali non temono minacce e continueranno a difendere i valori per il lavoro, lo sviluppo, l’equità, la giustizia sociale, la difesa del potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, la tutela dei più deboli a partire delle persone bisognose e non autosufficienti per il rispetto del diritto di essere cittadini liberi , per la libertà e la democrazia.

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