Sciopero generale del 12 dicembre della CGIL, UIL.

Sono tanti i motivi alla base dello sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per il 12 dicembre. Motivi enucleati nella denuncia forte che, tra Legge delega sul lavoro, già approvata,  e legge di stabilità, in via di approvazione in Parlamento, il Governo non sta andando nella direzione giusta per far uscire il Paese dalla crisi.

Non è vero che si  crea lavoro riducendo i diritti.

Servono    politiche di investimento in tutti i settori produttivi,  politiche di inclusione attiva e di equità sociale.

Di fatto non c’è un’estensione dei diritti a chi, finora, era stato escluso, è esattamente il contrario: si stanno cancellando i diritti di chi oggi è tutelato, una sorta di “parità al ribasso”.

Il jobs act, la riforma del mercato del lavoro, annulla il diritto di essere reintegrato nel proprio posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, lascia carta bianca al Governo, attraverso la delega, di modificare le regole nel mondo del lavoro svuotando di valore la contrattazione.

Non fa pulizia sulle 46 tipologie diverse di contratto, e apre, invece, alla possibilità di utilizzare il lavoro accessorio (i buoni-lavoro o voucher)in tutti i settori produttivi, che significa aumentare il lavoro precario.

Non  reintroduce una norma contro le dimissioni in bianco, né ci sono misure concrete di politiche attive del lavoro per le donne, per i giovani inoccupati e per i tanti disoccupati.

Nella legge di stabilità non si mettono a disposizione risorse economiche  per il contrasto alla povertà, tenuto conto dell’aumento esponenziale del numero dei “nuovi poveri”, le vittime della grave crisi economica, che non chiedono assistenza ma lavoro!

Non si modificano le storture della legge Fornero, non si aumentano le pensioni minime, ma si aumenta la tassazione per i lavoratori rispetto a previdenza complementare e TFR. Si fa cassa sul fondo dei Patronati, e si tagliano miliardi alle Regioni, alle Province e ai Comuni, che significa aumento della tassazione locale e gravi ricadute sui servizi sanitari e sociali.  Per le Province, in particolare, nulla è dato sapere su come reperire le risorse economiche per garantire i servizi essenziali di competenza, e su quale sia il futuro dei dipendenti diretti e indiretti, fino ad oggi in carico all’Ente.

In tutti i settori pubblici si bloccano i contratti e si continua a svilire il lavoro, invece di valorizzarlo e implementarlo come infrastruttura strategica di uno Stato democratico.

Serve creare Lavoro, e servono regole certe e norme severe per contrastare quel sistema di illegalità diffusa e di corruzione che è il vero cancro distruttivo  dell’economia sana nel nostro Paese.

Per queste ragioni, , per gridare al Governo che così non va, che come CGIL e UIL,  a Brindisi, come nel resto d’Italia, chiediamo a tutte le lavoratrici e i lavoratori, di scioperare e scendere in piazza con noi il 12 dicembre, insieme agli studenti, ai giovani, ai lavoratori precari, ai disoccupati, ai pensionati. Scioperare in un periodo così difficile sul versante economico è un grande sacrificio, ma è alto il motivo della protesta:  difendere la dignità del lavoro e rivendicare diritti per tutti.

COMUNICATO STAMPA CGIL UIL

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