2024 e crisi industriali a Brindisi: urgente interrompere il declino e programmare la crescita economica ed occupazionale

Il 2024 sarà un anno decisivo per l’Industria e per il futuro di Brindisi.

Oltre ogni opinione personale il futuro del nostro territorio rimane legato a doppio filo a quello del suo Sistema Industriale, basta dare uno sguardo ai numeri per convincersene. I documenti della Task Force Regionale sulle crisi industriali in Puglia riportano essere circa 400 i lavoratori brindisini a rischio di perdere la propria occupazione a motivo di crisi industriali in corso. Secondo le stime della Uiltec i numeri sono di molto maggiori arrivando, con l’indotto, a quasi 2000 posti di lavoro a rischio. Non sono numeri buttati a caso: sono duemila (!) lavoratori e famiglie che rischiano, a breve, di non avere di che vivere.

Per questa ragione insistiamo nel ritenere le crisi industriali come la più importante della priorità politiche per Brindisi. Una urgenza non colta dalla quasi totalità della classe politica locale, regionale e nazionale. Non esiste un Piano Industriale strategico: l’evoluzione drammatica della vicenda Ilva a Taranto e quelle Enel e Basell a Brindisi ne sono testimonianza. In nome di un ecologismo spinto l’Italia chiude in fretta e furia le sue Centrali a Carbone, senza offrire un’alternativa di futuro a migliaia di lavoratori, ma al contempo acquista sempre più energia dalle centrali nucleari francesi, da quelle a carbone tedesche e prossimamente da inquinanti centrali nei Balcani o in Africa. La Transazione Ecologica va avanti speditamente tra incoerenza e distinguo, con molte spaccature fra gli stessi Paesi Europei come riportato nel Documento finale della COP 28 di Dubai. In tutta questa confusione non sembra interessare a nessuno l’altrettanto necessaria Transizione Sociale: ci ritroveremo più green ma senza lavoro e risorse economiche per vivere.

A Brindisi l’impatto sarà fortissimo. Sono molte e diverse le vertenze a partire dalla gia citata Cerano. La Centrale è al minimo tecnico da molto tempo ma ad oggi sono circa 300 i lavoratori ancora impiegati per i quali il Gruppo sta cercando soluzioni. Difficilmente saranno proposte accettabili per tutti. Enel sta anche procedendo con le autorizzazioni sulla Logistica sul sito di Brindisi ma tutti progetti senza alcun certo calcolo occupazionale.

Tiene le cronache di questi giorni anche l’altra grossa vertenza, quella di Basell, nel polo Petrolchimico. L’impianto PT9 è stato fermato e 46 lavoratori sono fermi nel limbo ed a rischio licenziamento. Andando oltre l’amarezza per la chiusura di uno storico impianto del territorio confidiamo che l’Azienda mantenga gli impegni presi e permetta a questi lavoratori di avere il tempo e gli strumenti necessari a programmare il proprio domani.  

Nella Chimica rimane delicata e da seguire anche l’evoluzione in Eni-Versalis, per ragioni legate alla attuale fase di mercato ed ai recenti incidenti sull’impianto brindisino. Richiede attenzione EuroApi (ex Sanofi) che nelle prossime settimane annuncerà le scelte aziendali per lo stabilimento di Brindisi. Il futuro rimane incerto per i 230 dipendenti, nonostante le garanzie date in fase di vendita da Sanofi al nuovo soggetto. Anche la Jindal Films vive una fase problematica: sono sempre più insistenti le voci su una possibile vendita. È una Azienda che nel recente passato ha fatto ricorso ad incentivi pubblici regionali e che a maggior ragione occorre monitorare. Tutte vertenze significative e decisive che fanno il loro corso senza che il Ministero competente abbia convocato il Tavolo sulla Chimica nel silenzio, o nella completa impotenza delle azioni messe in campo, di tutti i rappresentanti istituzionali del territorio. 

Oltre all’Energia ed alla Chimica non è da non dimenticare la grave crisi che investe il Tessile del brindisino. Continuano le chiusure e le difficoltà economiche di diverse realtà a conduzione familiare. Non vi sono Associazioni Datoriali con cui confrontarsi ed anche il coinvolgimento dei Sindacati è precario. 

Crisi del sistema industriale significa per Brindisi perdita di posti di lavoro, quindi di risorse economiche su tutti gli altri settori, aumento della disoccupazione e del rischio di attività e condotte illegali, specialmente tra i più giovani. Per queste ragioni la Uiltec di Brindisi auspica con urgenza l’apertura di un Tavolo per lo Sviluppo per il nostro territorio con il coinvolgimento delle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Interrompere il declino economico e le disuguaglianze sociali e programmare la crescita economica ed occupazionale di questo territorio è il miglior augurio che possiamo farci per il 2024.

 

Brindisi, 2 gennaio 2024

Il Segretario Generale Uiltec Brindisi

Carlo Perrucci

                                                  

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