Aldo Gemma, Segretario Generale Cisl Fp scrive al al Presidente della Regione Puglia per le internalizzazioni Asl Br.

Egregio sig. Presidente,

la presente per rappresentarLe, nel caso non fosse a conoscenza dell’accaduto, la situazione in cui versa il processo di internalizzazione nell’ASL di Brindisi e di conseguenza lo stato di frustrazione, di delusione e di rabbia che attanaglia i lavoratori interessati in detto processo.

A memoria, si ricordano le Sue affermazioni in merito alla coraggiosa inversione di tendenza che la Regione Puglia (l’unica in Italia) ha intrapreso internalizzando i servizi no-core esternalizzati delle ASL. A questo proposito Sig. Presidente Lei ha avuto modo di affermare che le Società in House: “sono state costituite per ricoprire il ruolo di motore aggregante del processo di internalizzazione; processo che in tanti hanno provato a fermare in ogni modo, prima davanti ai giudici amministrativi e poi davanti alla Corte Costituzionale”.

Ora che questo ‘assalto’ è stato definitivamente fermato, confermando così la validità dell’intuizione delle scelte operate, i processi di internalizzazione devono proseguire in modo omogeneo sul territorio regionale, per assicurare lo stesso uniforme livello di qualità dei servizi, in termini di efficienza ed efficacia, oltre che per dare le medesime opportunità a tutti i lavoratori coinvolti.”

Bene Sig. Presidente. Se non fosse per il fatto che, a differenza di quanto sta avvenendo in tutte le ASL della Regione, dove il processo di internalizzazione sta andando avanti (anche grazie alle emanate Linee Guida Regionali sulla materia, con il coordinamento dell’Assessorato alle Politiche della Salute), nella sola ASL di Brindisi tutto si è, invece, arrestato!!! Nella sola ASL di Brindisi, evidentemente zona franca, il processo di internalizzazione dei servizi interessati dalle richiamate linee guida, con riferimento ai quelli di pulimento e CUP, è fermo al palo!!!

A nulla sono serviti gli interventi dell’Assessore Pentassuglia e gli incontri promossi in sede assessorile con il management dell’ASL e della Società in House, per supportarne l’azione amministrativa e rimuovere gli ostacoli interpretativi, nella maggior parte dei casi pretestuosi, che venivano utilizzati per giustificare i ritardi determinatesi nel processo. Si è arrivati al punto di assumere impegni sapendo, con ogni probabilità, che si sarebbero disattesi.

E’ successo appunto il 17 Ottobre scorso quando il management dell’ASL di Brindisi, ha assicurato alle OO.SS., nell’incontro con l’Assessore Pentassuglia, che il processo di internalizzazione si sarebbe compiuto il 01 Novembre per il Servizio CUP e il 1 Dicembre per quello del Pulimento. Ad oggi, risultato: nulla. Spiegazioni: Nessuna. Assessore Pentassuglia: sbugiardato. Rabbia dei lavoratori: incontenibile. Livello di credibilità delle istituzioni (Presidente – Assessore): sotto i piedi.

Malgrado le richieste di spiegazione formulate, tanto informalmente che formalmente, non si sono avute risposte degne di nota (viene detto sottovoce che ci sarebbe una diffida….. che ci sarebbe una sospensiva del TAR….. che sarebbe giunta un’altra diffida…ecc.ecc.). Ma di cosa parlano. Secondo alcune di queste voci, bisogna aspettare, prima che si proceda con l’internalizzazione, che si pronunci la Giustizia Amministrativa invocata dalle Aziende che hanno in “proroga” (in alcuni casi diverse volte reiterata e adesso scaduta da oltre un mese) la gestione dei servizi esternalizzati che si vogliono internalizzare.

Ma anche in altre ASL della Regione, le “Ditte” tenutarie di detti servizi esternalizzati hanno promosso giudizi innanzi ai TAR, al Consiglio di Stato, alla Corte Costituzionale, alla Sacra Rota, eppure il processo di internalizzazione è regolarmente proseguito senza se e senza ma. In queste ASL non hanno, peraltro, pretestuosamente, “deciso” di indire selezione alcuna, per la presa in carico dei lavoratori impegnati nei servizi esternalizzati da internalizzare; hanno semplicemente applicato la cosiddetta “clausola sociale”.

Non hanno “deciso” di condizionare l’avvio del processo di internalizzazione, rinviandolo per dare modo di rispettare i termini di preavviso di fantomatici licenziamenti che il personale interessato dovrebbe avanzare alle Ditte appaltatrici per evitare sanzioni (il buonismo si spreca); non hanno “deciso” di introdurre nella stipula dei contratti di lavoro la condizione del superamento del periodo di prova (ma in questi anni, questi lavoratori in quali strutture sanitarie hanno lavorato, se ancora oggi devono superare il periodo di prova?). Insomma, con questo modo di fare gli amministratori dell’ASL di Brindisi una cosa l’hanno dimostrata, non hanno compreso che nell’internalizzare i servizi si realizza un semplice passaggio di cantiere, dove si applica la clausula sociale, e non si realizzano, invece, nuove assunzioni!!! Ora Sig. Presidente, le domande si accavallano in maniera sconcertante!!!

La prima: ma non le sembra che quanto sta accadendo nella ASL di Brindisi intorno a questa vicenda, sia da parte del management una fuga dalle responsabilità? Se per prendere delle decisioni bisogna aspettare il pronunciamento del Giudice, in questo caso quello Amministrativo, non le sembra che poi non ci si possa scandalizzare per i ritardi (come è successo, per esempio, per i fatti dell’esondazione del Bisagno a Genova)?; non le pare che sia inutile fare un Albo per i Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari, e valutarne pomposamente i curricula per amministrare un ASL? Se si amministra in questo modo, si può chiamare chiunque a fare il DG di una ASL e ricompensarlo con molto meno di quanto si riconosce oggi ai DG in carica. E poi, Sig. Presidente, che dire di quegli Amministratori che le responsabilità se le assumono, bisogna conferirgli una onorificenza, sono certamente degli eroi agli occhi degli amministratori brindisini.

Nel caso della ASL di Brindisi, si è deciso “scientemente” di non rispettare gli accordi assunti con l’Assessore Pentassuglia; si faccia spiegare almeno Lei Sig. Presidente qual’é la ratio che li ha ispirati, anche perché così potrà capirne di più della visione e della capacità di governo della dirigenza delle nostre ASL, la stessa che si ricandida tra qualche giorno ad essere rinominata o promossa in questo ruolo.

La seconda: ma in tanti si chiedono, al di là delle preoccupazioni, delle paure nell’assumersi le responsabilità, e nel rincorrere l’attesa della comoda pronuncia giurisdizionale sui ricorsi promossi, cosa c’è veramente dietro questi ritardi? Quali lobby agiscono. Quali interessi si muovono che sfuggono ai più? O forse l’approssimarsi della stagione elettorale (elezioni primarie, secondarie, ecc.), rende tutto più difficile o facile a seconda dei casi?

La terza: la costituzione delle varie task force (stabilizzazione precari sanità pubblica, stabilizzazione precari sanitaservice, inquadramenti contrattuali, ecc.) atte a sanare le varie problematiche presenti solo ed esclusivamente nella sanitaservice della ASL Br, che fine hanno fatto?

In conclusione, Le chiediamo Sig. Presidente cosa avranno mai fatto i cittadini e i lavoratori della terra di Brindisi per meritarsi tanto??? Quale sono le loro colpe???

Sarà per caso che la ridotta incidenza, in termini elettorali, dei cittadini della provincia di Brindisi non permette loro di avere la considerazione e l’attenzione che meritano???

Sig. Presidente, con questa lettera aperta Le chiediamo un decisivo intervento sulla questione in parola, per ricevere le risposte che in tanti ci attendiamo, a partire dalle centinaia di lavoratori coinvolti, colpevoli forse di essere abitanti della terra di Brindisi!!!

 

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