Cgil: Riprogrammare la sanità oltre l’emergenza: accelerare l’apertura del nuovo Centro Ustioni

La grave crisi del nostro sistema sanitario provocata dal corona virus, dimostra che occorre cambiare in profondità il modello gestionale

per renderlo più efficiente, più efficace e più equo puntando sulla riconversione e riqualificazione della spesa sanitaria, ma soprattutto attraverso la costruzione di interventi programmatici in grado di rovesciare alcune “scelte inerziali” e il mantenimento dello “status quo” che hanno paralizzato anche la definizione di alcuni importanti progetti sanitari. Perché di questo si tratta.

Il caso più emblematico riguarda il nuovo Centro Ustioni del Presidio Ospedaliero “Perrino” di Brindisi che ha aspettato più di dieci anni per il completamento dei lavori appaltati di ristrutturazione e ampliamento concernenti due complessi di intensiva e semintensiva (fondi ex art. 20), ma che ancora non viene attivata la parte dedicata alla sezione intensiva, nonostante i lavori siano stati già ultimati da anni, in quanto mancherebbe solo l’acquisto della cabina elettrica esterna, peraltro già autorizzata con capitolo di spesa  finanziato e da utilizzare entro un tempo prestabilito.

È opportuno ricordare che il Centro Ustioni di Brindisi rappresenta un’eccellenza assoluta della sanità nell’intero mediterraneo; è una delle strutture più vecchie d’Italia che ne conta in tutto diciotto soprattutto al nord e al sud, oltre a Brindisi, abbiamo Bari (al momento non operativo), Napoli, Catania e Palermo. Dunque, Brindisi è il punto di riferimento di tutto il meridione: Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia quando sono saturi, e anche dell’Albania.

I posti letto dovrebbero essere dodici di cui sei riservati alla terapia intensiva, ma ad oggi il reparto è “accampato” in quella che sarà la futura semintensiva ed il personale fa letteralmente salti mortali per garantire l’efficienza del servizio.

La parte nuova, cosiddetta Intensiva, comprende anche una sala operatoria interna di ultima generazione, dedicata alla stessa Unità Operativa, che risulta essere fondamentale per l’attività organizzativa e la sicurezza del paziente: si potrebbe disporre di una sala sempre pronta per trattare il paziente ustionato; si eviterebbe il trasporto dello stesso al V piano del blocco operatorio - così come accade oggi – con evidenti vantaggi per l’ammalato ustionato potenzialmente infetto e facilmente infettabile.

È opportuno evidenziare che i nuovi trattamenti di cura per gli ustionati prevedono diversi trattamenti chirurgici ma diventa difficile inserire tali pazienti nella programmazione delle sedute operatorie per ragioni di carattere organizzativo.

Inoltre, si evidenziano stranamente altri elementi di forte criticità: il Centro Ustioni e la Chirurgia Plastica risultano essere, di fatto, una unica Unità Operativa invece di essere due UOC distinte e separate così come previsto dagli atti ufficiali; non è stato dato seguito all’avviso pubblico per Direttore del Centro Ustioni di cui alla delibera 0792/18/GC del 20/4/2018; la dotazione organica è strutturalmente insufficiente.

È bene ricordare che, in un recente passato, dopo le tante prese di posizione inerenti un presunto trasferimento del “Centro Grandi Ustionati” di Brindisi presso altra ASL, l’attuale Direttore Generale ebbe a precisare che non risultavano esserci ripensamenti rispetto a quanto già deliberato dalla Giunta Regionale e formalizzato al tavolo Ministeriale relativamente alla permanenza di detto Centro di eccellenza presso il Presidio del Comune Capoluogo.

Insomma, dichiarazioni importanti da parte del Direttore Generale della ASL BR ma che ora devono trovare un impegno concreto per attivare il nuovo Centro Ustioni e superare tutte le criticità rappresentate, anche perché è ora di cambiare paradigma per programmare la sanità anche oltre l’emergenza …

Il Segretario Generale

Antonio Macchia

 

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