Appello della Fp Cgil: “fermare la riorganizzazione dell’Asl Br”

“Contestazione e richiesta revoca delibera sulla “Riorganizzazione Dipartimentale ASL BR” è l’oggetto di una lettera aperta inviata da Antonio Macchia, segretario generale FP Cgil all’Assessore alle Politiche della Salute e, per conoscenza al Segretario Generale FP CGIL PUGLIA.

Ecco integralmente il testo:

Con riferimento alla Delibera DG ASL BR n. 1201 del 25/06/2014 con oggetto “Nota prot. N. AOO/151/14mag.2014 n. 0004951 del Servizio PAOS della Regione Puglia Riorganizzazione dipartimentale ASL BR. Osservazioni. Determinazioni”, si può rilevare quanto segue.

Con particolare riferimento a quanto già segnalato nella nota CGIL del 01 aprile 2014: è una quarta versione della riorganizzazione aziendale ed ancora una volta non tiene conto di tutte le osservazioni già formulate dalle OOSS né di quelle formulate dalle OOSS mediche e veterinarie consultate in data 15 maggio 2014,

le quali segnalano una disomogenea ed anomala distribuzione di UOS tra le diverse UOC e richiedono di norma la presenza proporzionale di almeno una UOS per ciascuna UOC (alcune ne prevedono oltre tre, mentre altre nessuna, senza definiti criteri di attività, fabbisogno ed obiettivi o considerazione di standards ed obblighi di Legge, facenti capo alle varie attività e servizi, o la verifica concreta della “disponibilità di budget finalizzato” e connesso alle attività ed agli obiettivi); non risultano essere mai state coinvolte le OOSS del Comparto e della STPA;

non si risponde in modo corretto e compiuto alla nota della Regione Puglia in oggetto, che richiama l’individuazione delle UOC e delle UOS “nella misura espressamente indicata nelle tabelle riportate in allegato 1” della DGR 3008/2012, che a sua volta richiama criteri e standard delle DGR n. 468/2010 e n. 1388/2011: si continuano a riproporre 52 UOC ospedaliere (-5 rispetto alla DGR 3008/2012) e 27 UOC territoriali (+5 rispetto alla DGR 3008/2012) con una discrepanza riguardo alle UOS ancora più grave (-12 UOS ospedaliere; + 12 UOS territoriali), nella più assoluta mancanza di rispetto degli standards da considerarsi vincolanti, anche a garanzia di percorsi condivisi con il Ministero della Salute, il MEF e con le OO.SS. (come da DGR 468/2010, DGR 1388/2011, DGR 3008/2012),  pertanto non soggetti ad alcun arbitrio, a garanzia del pattuito e del rispetto di parametri nazionali e regionali;

con riferimento alla DGR 3008/2012 ed alle norme nazionali da cui deriva, si procede invece ad una ristrutturazione aziendale con introduzione di nuove UO e non alla riduzione e razionalizzazione delle UOC e UOS già esistenti, senza principio di gradualità e certezza di criteri, con grave pregiudizio ai lavoratori ed alla popolazione, addirittura proponendo l’atto come immediatamente esecutivo, senza osservare le “previsioni dell’art. 40 del DLgs 150/2009 e” non “tenendo conto dell’opportunità di procedere con gradualità alla riduzione delle strutture in esubero” (DGR 3008/2012) e senza osservare quanto previsto con L.R. n. 22/2011 che prevedeva l’applicazione degli “standard organizzativi stabiliti con R.R. n. 3/2005 (Requisiti per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie)”;

non sono per nulla rispettate le normative nazionali e regionali vigenti: per alcuni Dipartimenti, (es. Salute Mentale, Dipendenze Patologiche, Prevenzione e Medicina Fisica e Riabilitativa) esistono specifiche norme regionali che sono completamente disattese;

per il Dipartimento di Salute Mentale si è giunti alla terza versione, anche questa per nulla rispettosa di quanto previsto dall’Accordo della Conferenza Unificata Stato Regioni del 24/01/2013 (Piano di azioni nazionale per la salute mentale). Il Dipartimento di Salute Mentale, infatti, è disciplinato dalla L.R. n. 30/1998 ed i suoi standards e strutture organizzative (Centro Salute Mentale, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Day Hospital e Strutture Riabilitative) sono disciplinati dai DPR 7.4.1994 e DPR 1.11.1999 e confermati dall’Accordo della Conferenza Unificata Stato Regioni del 24/01/2013, nel rispetto dei requisiti indicati nel DPR 14.01.1997 e confermati nel R.R. n. 3/2005;

 

si verificano invece chiusure di strutture già esistenti ai sensi della normativa nazionale e regionale, dotate in tutto il territorio nazionale di autonomia organizzativa e gestionale e già altrove incentivate con progetti specifici nello stesso territorio regionale, in quanto rispondenti a indicazioni e obiettivi dei Piani nazionali di salute; si introducono invece UO che secondo la normativa attualmente vigente nella Regione Puglia e condivisa con il Ministero della Salute dovrebbero essere strutture di livello ambulatoriale collocate nel DSS oppure relative a mere attività diagnostiche ambulatoriali, pertanto non rispondenti agli attuali criteri di UOS, laddove per essere intese come UOS (addirittura di valenza dipartimentale) dovrebbero avere ben diversa valenza specialistica ed essere rispondenti ai requisiti delle citate DDGGRR; non si applicano criteri uniformi sul territorio aziendale e per discipline riguardo ai ricoveri a ciclo diurno; si eliminano importanti attività diagnostico interventistiche quale la radiologia interventistica, laddove si triplicano su base puramente geografica le stesse tipologie di attività, riconducibili alla stessa e identica UOC ; si assoggettano importanti attività e servizi, che dovrebbero godere di una qualche autonomia (SPPA), ad aree con cui è facile possano entrare in conflitto. In sostanza, il SSPA è – unico esempio nella regione Puglia – incardinato nel Dipartimento Tecnico – Patrimoniale, quando deve essere struttura in staff alla Direzione Generale.

 

Circostanza gravissima, la riorganizzazione dipartimentale non è mai stata sottoposta al Comitato Unico di Garanzia, giusto Regolamento approvato dalla ASL BR con Deliberazione del 14 marzo 2013 n. 462, anche e soprattutto per il senso di ristrutturazione aziendale che si è voluto dare arbitrariamente, per la grave disomogeneità di criteri utilizzati, per la mancanza di gradualità e proporzionalità, per la possibile violazione di diritti di equità e pari opportunità, che non è difficile ipotizzare a fronte della mancanza assoluta del rispetto di criteri, parametri, norme e osservazioni formulate.

Pertanto, si chiede un immediato intervento da parte di codesto Assessorato, anche per evitare che gli atti prodotti dalla Giunta Regionale in questi anni, per migliorare la qualità dei servizi resi all’Utenza, vengano così palesemente inficiati dalla ASL BR.

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