Service Tax, la posizione della Uilp.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 28 agosto scorso, su proposta del Presidente del Consiglio Enrico Letta, come intervento su alcune importanti emergenze, il decreto legge n.102/2013 recante “disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici”.

Il decreto affronta il tema dell’abolizione della prima rata IMU 2013, riduce l’aliquota della cedolare secca (dal 19% al 15%) per i contratti di locazione abitativa a canone concordati (art. 3 del d.lgs. n. 23/2011) e vara misure di sostegno per l’abitazione e per il settore immobiliare anche con l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti e con l’aumento delle risorse destinate al Fondo di Solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa.

A copertura dell’abolizione dell’IMU, dal 2014 entrerà in vigore la cosiddetta “Service Tax”. Un’altra voce, ma sempre imposta onerosa, che i pensionati, le persone non autosufficienti e i cittadini tutti devono pagare con rigore, (per loro non importa la motivazione per esempio malattie gravi o morti in famiglia), e massimo rispetto dei tempi, altrimenti se qualche pensionato non riesca a pagarla con puntualità dietro l’angolo è pronto l’esattore con la nuova tassa di mora.

Dalle ultime novità legislative in tema di tassazione sugli immobili, chi risiede nelle grandi città trae maggior vantaggio dall’abolizione dell’IMU sulla prima casa, perché avevano pagato di più nel 2012, mentre le agevolazioni sono per particolari categorie di immobili, come le cooperative a proprietà indivisa o i dipendenti pubblici ( Polizia, Carabinieri, Guardia , Forze Armate, Vigili del Fuoco), che vengono trasferiti per servizio, e quindi non risiedono nell’abitazione principale.

Secondo l’indagine effettuata dal sindacato Uil nazionale ogni famiglia in media nel 2012 ha pagato 255 euro di IMU per la prima casa e 305 euro per lo smaltimento rifiuti, ossia in totale 530 euro. Con la Service Tax, invece, l’imposta dovrebbe essere più leggera rispetto alla sommatoria IMU + Tares. Il risparmio sarebbe di 115 euro per la parte riguardante l’IMU.

Partendo dal programma del Governo il nuovo tributo potrebbe oscillare sui servizi indivisibili da un importo minimo di 17 euro per immobile fino a un massimo di 258 euro. I Comuni potrebbero prevedere tutta una serie di regole particolari partendo dall’esenzione della prima casa agli sconti per le famiglie numerose oppure dalla quota dell’inquilino alle riduzioni per gli edifici strumentali delle imprese.

La nuova imposta avrà due componenti: la Tari, che sostituirà la Tares, servirà a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. La seconda tassa si chiamerà, invece, Tasi. La funzione di quest’ultima, prevede il finanziamento dei cosiddetti servizi indivisibili, come l’illuminazione, la polizia municipale, l’arredo urbano e la manutenzione dei giardini pubblici; oggi, la copertura di questi servizi, è garantita con una maggiorazione della Tares, pari a 30 centesimi al mq e rende ai Comuni circa un miliardo di euro.

Il gettito complessivo della Tasi sarà sicuramente, in previsione, superiore a un miliardo. L’obiettivo è di dare un contributo al “superamento” dell’IMU sull’abitazione principale, poiché la cancellazione dell’IMU sulla prima casa, causerà ai Comuni un gettito inferiore di circa 4 miliardi. Il mancato equilibrio d’incasso potrebbe far ipotizzare ulteriori rincari sul valore catastale o sui metri quadri e con riflessi tutt’altro che trascurabili per i contribuenti.

In realtà la questione è seria, perché potrebbe causare uno choc da tassazione per tutti, in particolare per gli inquilini pensionati con basso reddito, che rischiano di essere sfrattati per morosità; solo nel 2012, e senza questa Service Tax, si sono registrati più di 60 mila sfratti in Italia. Bisogna evitare che il problema diventi ancora più grave; occorre buon senso e tutelare i cittadini più deboli. Quello che i cittadini si chiedono, è del perché si parla sempre di tasse e del come i pensionati, che hanno lavorato una vita anche all’estero, “pagheranno”, mentre si cerca di fare poco per potenziare i servizi, sostenere i consumi, accrescere il reddito delle pensioni e tutelare i figli dei pensionati nella ricerca di un lavoro e di un’ occupazione. La verità è che ogni italiano paga 1000 euro al mese; è un importo “trilussiano” che ciascun cittadino, appena nato, verserà quest’anno, come tributo, allo Stato; circa 698 miliardi complessivamente. Uno Stato preciso, puntuale ed intransigente quando deve incassare, ma lo è meno quando deve garantire livelli accettabili dei servizi, qualitativi e quantitativi da offrire ai cittadini, che pagano le imposte più alte in Europa. In questo il sindacato chiede, all’insegna di una Spending Review, una Legge di Stabilità 2014 che abbia come obiettivo di tagliare il costo del lavoro per le aziende, di bloccare l’aumento IVA (che, in mancanza d’interventi, scatterà ad ottobre portando l’aliquota massimale al 22%), di ridurre le tasse per i lavoratori e inaugurare una politica industriale per la competitività del tessuto produttivo. La Uil pensionati di Brindisi chiede ai sindaci del territorio, che, con questa nuova imposta, siano più accorti nell’ascoltare i cittadini sul livello qualitativo della sicurezza, dell’impianto d’illuminazione e manutenzione delle strade e sull’importanza dei servizi per gli anziani e le persone sole.

Il Segretario Provinciale UILP

Tindaro Giunta



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