Uilp il 16 Novembre a Roma per tutelare lavoro e assistenza nel Meridione.

Il 16 novembre saremo a Roma al Circo Massimo per tutelare il lavoro e l’assistenza nel Meridione, in difesa delle misure per favorire

l’invecchiamento attivo della popolazione anziana e per rilanciare la nostra Piattaforma a sostegno della Piattaforma  unitaria e non Autosufficienza”.

La nostra esigenza in una Democrazia Rappresentativa, che tutela lo Stato di diritto: sociale – vivibile - equo, verso uno Sviluppo Sostenibile che dovrebbe essere Realizzabile - Economico – Ambientale.

A conferma di ciò vi è il diritto di rappresentanza che serve per costruire la democrazia che garantisce la piena partecipazione per un progresso e un dialogo sociale più forte a tutti i livelli nella prospettiva di governance economica ed occupazione di qualità per il rispetto di una politica di tassazione del reddito delle persone fisiche equo e giusto.

Il valore di un Governo, quindi, non è nel presunto risparmio, pari a 90 centesimi per cittadino all’anno, nel taglio dei parlamentari, ma nel rispetto dello Stato di Diritto che tutela la Democrazia e la rappresentanza dei cittadini, pensionati, malati  e persone fragili.

La sfida è contro una battaglia demagogica, fatta da una legge populista, che dovrebbe essere rivista perché toglie il diritto di avere potere allo “Stato di diritto” dei cittadini, che chiedono, come diceva Aldo Moro, di “essere presenti” in tutte le sfide da affrontare.

Le lotte contro le disuguaglianze hanno raggiunto in questi ultimi 10 anni dimensioni preoccupanti, anche per effetto delle crisi, che hanno generato disuguaglianze sociali, come sottolinea il segretario della Uil Carmelo Barbagallo,  nel rimarcare i dati della Banca  d’Italia che assegna solo il 5% alle famiglie che ha il 40% della ricchezza privata totale del Paese, mentre affida solo il 10% alle famiglie che possiedno il 53% della ricchezza finanziaria.

Occorre utilizzare una leva fiscale finalizzata allo sviluppo, alla creazione di nuovi lavori e alla modernizzazione delle infrastrutture materiali, immateriali e sociali.

 Quale sarà il futuro degli lavoratori di Cerano o della tecnoMessapia dopo la chiusura? Che fine faranno questi lavoratori? Come vivranno? Dove andranno? Molti sono gli interrogativi che le Istituzioni dovrebbero porsi. L’industria 5.0 è il futuro della tecnologia intelligente. Perché non s’impara a pensare alle nuove competenze del futuro in base alla quarta rivoluzione industriale che prevede l’utilizzo estensivo di nuove tecnologie digitali. Il futuro è innovazione, crescita, automazione nei processi industriali, che sono legati a  

creare un nuovo impatto occupazionale e ad avviare politiche di lungo respiro per il territorio di Brindisi

La Piattaforma unitaria chiede sul fisco di tagliare le tasse a lavoratori e pensionati per lo sviluppo, l’occupazione e la crescita del Paese.

Le priorità, secondo la Uil pensionati di Brindisi, sono nella necessità di attuare una politica d’investimenti pubblici da focalizzare nella riduzione del cuneo fiscale sul lavoro che in Italia, secondo il rapporto Taxing Wages dell’Ocse 2018, il peso è pari al 47,7% per un lavoratore single, lontano rispetto al 35,9% della media europea.

Il rispetto dello Stato di Diritto non è solo nello sgravio delle tasse, ma anche fondamentale è porre attenzione sulla prevenzione infortuni sul lavoro per aumentare la cura aziendale, sia da parte del lavoratore che da quella del datore di lavoro.

 La necessità è nel cercare di creare politiche attive del mercato del lavoro per sostenere i lavoratori nei settori che devono affrontare i cambiamenti tecnologici ed attenuarne gli effetti dirompenti in  un ambiente di lavoro di fiducia e collaborazione, che deve essere rappresentanza consapevole della conoscenza dei diritti del cittadino anche nella conciliazione tra lavoro e vita privata come per le donne nel percepire sulla medesima posizione lavorativa tra uomini e donne una parità salariale ed occupazionale che, secondo Eurostat 2019, è del 19,5%, 11.5 punti inferiori rispetto ai colleghi dell’Ue. 

L’urgenza sulla Legge di Bilancio 2020 del Governo non dovrebbe essere per la Uil Pensionati di Brindisi Stu Appia Antica, “risilente” a rispettare i bisogni e  i valori dei pensionati ma, soprattutto, nella richiesta di una vera riforma che superi l’impianto della legge Fornero che il precedente governo Conte ha lasciato inalterato

 Per il Meridione e la città di Brindisi il confronto è sulle politiche sociali che colmino le disuguaglianze; evitino la desertificazione dei territori e l’allontanamento  alla ricerca di un lavoro nel Settentrione oppure all’estero.

L’obiettivo è acquisibile e si rende incisivo nella garanzia del diritto alla Salute come diritto universale e nel ripristino di un sistema di rivalutazione giusto.

Il sindacato ha presentato al Governo una Piattaforma che tutela:

  • il potere di acquisto delle pensioni, la ricostruzione del montante come base di calcolo per chi ha subito il blocco negli anni precedenti,
  • l’allargamento della platea dei beneficiari della 14esima,
  • la separazione della previdenza dall’assistenza, i
  • l taglio delle tasse anche per i pensionati, perché le pagano più di tutti,
  • un adeguato finanziamento del Servizio Sanitario nazionale per permettere a tutti di curarsi ,
  • il superamento delle liste di attesa e l’abolizione dei ticket,
  • Livelli essenziali di assistenza sanitaria garantiti e uguali in tutto il paese,
  • investimenti nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità,
  • una legge nazionale sulla non autosufficienza a sostegno di milioni di anziani e delle loro famiglie,
  • un paniere Istat più rappresentativo dei consumi specifici e delle persone anziane.

Di certo, secondo il sindacato, ricevere dopo 10 anni, un aumento di assegno di pensione  di 40 centesimi netti, (50 centesimi netti), al mese è una presa in giro.

L’interrogazione è se in previsione della prossima legge di Bilancio 2020, i 2,5 milioni di pensionati con un reddito lordo tra 1.500 e 2.000 euro meritano di essere trattati in questo modo dal governo Giallo-Rosso!

Si tratta quindi, secondo la Uil pensionati di Brindisi Stu Appia Antica, di una cifra “risibile”, offensiva ed inesistente di 6 euro all’anno, che eticamente non penalizza i pensionati,  ma mortifica sicuramente il Governo che non impara a pensare e ad “attivare subito Commissioni per i lavori usuranti e per la separazione della previdenza dall’assistenza, e ad avviare i tavoli di regia per la riforma previdenziale, oltreché per quella fiscale”, come suggerisce il segretario nazionale della Uil Carmelo Barbagallo.

Per quanto riguarda quota 100 che rimane invariata, Il problema è sul “come” potrà variare il sistema previdenziale prima della scadenza della norma, che a legislazione invariata provocherebbe uno “scalone” nel 2022, che con il trattamento di vecchiaia, richiede 67 anni , mentre per la maturazione del requisito pieno per la pensione anticipata sono sufficienti 42 anni e dieci mesi, (uno in meno per le donne).

Per l’Opzione donna, la possibilità delle lavoratrici che compiono 58 o 59 anni, avendo alla stessa data anche 35 anni di contributi, è di poter andare 12 mesi prima per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome in pensione, ma con un taglio che può arrivare al 20-30%.

Per l’Ape Social la norma consente di ritirarsi a 63 anni con 30 o 35 anni di contributi a seconda delle categorie di lavoratori (disoccupati, argive, disabili, addetti a mansioni faticose).

Infine per l’Ape volontario, la platea è quella dei lavoratori dipendenti che abbiano almeno 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi, però devono mancare non più di 3 anni e 7 mesi per la pensione di vecchiaia..

Per la pensione di vecchiaia il diritto si matura con 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi. 

Bisognerebbe, inoltre, ricordare  ai parlamentari, che i pensionati sono ex lavoratori, che necessitano di cure e che spesso invece di acquistare medicine per curarsi, fanno da ammortizzatore sociale a figli e nipoti.

La richiesta è nella sostenibilità della domanda di salute e sanità integrativa per avere una sanità 4.0 che sia leva di cambiamento per il servizio sanitario territoriale e abbia obiettivi di politica farmaceutica, di ricerca e di studi clinici. Abbiamo la legge 833/78 che è ancora moderna ed è stata la conquista fondamentale per il nostro Paese.

Oggi, però, abbiamo anche bisogno di sviluppare la sanità integrativa, attraverso un graduale processo di armonizzazione normativo: ciò, oltre a consentire una maggiore efficienza della spesa privata, permetterebbe di mitigare i costi.

La fiducia è nella sanità 4.0 che considera la tecnologia digitale come leva di cambiamento per il sistema sanitario nazionale, rafforza l’efficacia delle prestazioni e sostiene con forza il processo di digitalizzazione, che semplificando gli adempimenti, ottimizza le procedure e misura il valore di tutto il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale identificandone quindi le spese per la salute non come un costo, ma come un investimento di sostenibilità moderno che rende efficiente i percorsi di cura e di assistenza attraverso il miglioramento dei  Lea (Livelli essenziali di assistenza) e dei Lep (Livelli essenziali di prestazioni sanitarie) e l’efficienza degli operatori sanitari in termine di prevenzione, cura e riabilitazione.

Tindaro GiuntaIl segretario  responsabile

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