Cgil: centri diurni a rischio chiusura. quali politiche sociali?

Nel pomeriggio del 15 ottobre, presso il Castello di Mesagne si è tenuto un incontro, promosso dalla CGIL,

in cui si è affrontato con gli Enti Gestori di Strutture che si occupano di persone Disabili, della crisi economica in cui versano i centri diurni a causa dei significativi tagli alle prestazioni economiche che oramai vanno avanti sin dal 2014, i cui effetti si riverberano sulla “particolare utenza” e sui Lavoratori che rischiano di essere espulsi dal mercato del lavoro.   

Ci spiace tuttavia dover rilevare la mancanza di “sensibilità istituzionale” da parte della Asl Br, tenuto conto che non ha mai inteso dare la dovuta informativa alle Organizzazioni Sindacali per discutere, in un alveo di correttezza e trasparenza amministrativa, sulle criticità connesse alla prosecuzione dei servizi erogati dai centri diurni per disabili, nell’ottica di trovare le giuste soluzioni.

Riteniamo, infatti, ineludibile la necessità di affrontare con tutti gli attori sociali, istituzioni in primis, un ragionamento complessivo sulle politiche sociali che possano avere una programmazione e progettualità di più ampio respiro, concertata in tempo utile, tra ASL, Ambiti, Associazioni e Parti Sociali che parta dall'analisi degli effettivi fabbisogni del territorio, valorizzando il patrimonio dei servizi costruiti dal sistema del welfare territoriale.

E’ bene ricordare che queste cooperative gestiscono i cosiddetti centri diurni disciplinati dall’art 60 Regolamento Regionale 4/2007. Parliamo di strutture, punti di riferimento del territorio, che generano  benessere e cultura dell’integrazione sociale attraverso progetti che hanno l’obiettivo di eliminare soprattutto “le barriere mentali” che dividono le persone.

La situazione di crisi economica dei Centri Diurni, oltretutto, come sopra evidenziato, si ripercuote anche nei  confronti dei lavoratori che presso queste strutture prestano la loro opera, i quali spesso sono costretti a subire ritardi o decurtazioni negli stipendi pur di conservare il posto di lavoro e fare in modo che il servizio non venga completamente soppresso ai diversamenti abili.       

Tagliare sul sociale non è mai un bel segnale, tanto più perché un territorio come il nostro, già pervaso da tante problematiche, ha il dovere di dare risposte concrete quantomeno in materia dì welfare.  

La civiltà di un paese si misura innanzitutto in ragione dei servizi che offre e noi non possiamo permetterci di abbandonare la parte debole ed indifesa della nostra comunità.         

Per tali ragioni, la CGIL Brindisi ha programmato per giorno 23 ottobre p.v. un altro incontro, sempre presso il Castello di Mesagne, alle ore 17,30, chiedendo la partecipazione di tutti i Sindaci della nostra Provincia, per parlare della crisi del welfare: un mix adeguato di sociale, sanità, assistenza finalizzato soprattutto per trovare soluzioni istituzionali atte a  prevenire il disagio, promuovere benessere eliminando disuguaglianze e garantendo diritti considerati essenziali.

Il Segretario Generale

f.to   Antonio Macchia

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.