Carnevale: quei veglioni al teatro Comunale.

Quante storie - e quanta storia - nel Carnevale mesagnese. Le generazioni avanti negli anni - parliamo degli ultrasessanten­ni - ricordano ad esempio che vicino al Municipio c’era il ne­gozio di Lucia Tedesco, una car­tolibreria accorsatissima, che in questo periodo affittava i vestiti di maschera.

 

E c’è chi ricorda i veglioni al Teatro comunale, prima che fos­se restaurato e riportato al suo splendore. E poi ancora ecco le feste danzanti di fine anni Cin­quanta al “Circolo della Forchet­ta” e quelle degli anni Sessanta e Settanta al “Club di via castello” ed ancora le opere musicali scritte e portate in scena sotto la direzione del noto musicista e compositore Luigi Pasimeni.

«E’ molto difficile datare i fe­steggiamenti del Carnevale nel Salento ed in particolare in Mesagne - ha sostenuto Antonio Pasimeni in un suo recente ar­ticolo la documentazione è scarsa e non ci sono particolari punti di riferimento. Nelle ri­cerche fatte negli ultimi tempi - riprende - è stata trovata una notizia sul carnevale che ci per­mette di dire che fin dal 17 gen­naio 1756 il carnevale era pre­sente nella nostra città». E ri­ferisce, a supporto di questa af­fermazione, una «conclusione capitolare conservata nell’Ar­chivio della Chiesa di Ognissan­ti dove si legge testualmente: “Parimenti fu concluso che si desse gratis senza pagamento al­cuno il Magazzeno atti Giovani Comici, che intendono fare un’opera dentro questo carne­vale”. Il documento era stato repertoriato alcuni anni fa dal prof. Rosario Jurlaro e non era stato in precedenza segnalato in nessuna pubblicazione storica locale». E Pasimeni fa notare co­me in quella occasione, assieme all’arciprete Morranza erano riuniti ben 29 canonici. E se dun­que la richiesta diciamo che pas­sò, de plano doveva essere fatto non evidentemente straordina­rio, altrimenti ci sarebbe stato un minimo di dibattito e di di­scussione sull’argomento, non fosse altro per verificare conte­nuti e modalità di realizzazione dell’opera. I Capitolari dunque erano tranquilli su tutto se ba­starono quelle poche righe ne­cessarie alla concessione gratui­ta. E l’ulteriore spia che nulla vi fosse in quell’opera che desse scandalo è la presenza, nell’as­sunzione della decisione, anche dell’arciprete Morranza, uomo davvero integerrimo. Del resto, in tempi più vicini a noi, a Mesagne nessuno dimentica i bei veglioncini dei bambini orga­nizzati nelle parrocchie, soprat­tutto nel teatro del Carmine e nel (fu) teatrino dei Domenica­ni. E quando l’ultimo giorno di Carnevale coincideva con il 20 febbraio, la “festa di lutto” che ricorda come la Madonna del Carmine, protettrice della città, abbia salvato Mesagne dal terremoto del 1743, al passaggio della processione i veglioni si interrompevano: il sacro prevaleva sul profano e nessuno osava.

Anche a Carnevale, dunque , ed a maggior ragione: “Scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi”.

Angelo Sconosciuto.

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