Carnevale: la prima volta fu nel 1756 ma si parla anche del 1663.
Di certo si celebrò nel 1756, ma c’è chi è convinto, documenti alla mano, che il primo documento attestante in Mesagne la presenza di riti legati al carnevale sia anteriore e sarebbe «rappresentato dalla Visita Pastorale dell’Arcivescovo di Brindisi, Mons. Francesco De Estrada, iniziata il 3 maggio del 1663».
È la tesi di Giuseppe Radaelli, cultore di tradizioni locali, le cui osservazioni saranno pubblicate a giorni nel primo numero di “Raccontare Mesagne”, un volume collettaneo, al quale si intende dare una periodicità benché non definita. «Il 17 maggio di quell’anno - dice Radaelli -, dopo aver visitato le numerose chiese, con l’allora Arciprete don Angelo Spoti e le dignità del Capitolo, l’arcivescovo Estrada dettò i suoi Decreti ed a leggerli troviamo anche: “Si proibisce all’ecclesiastici con pena di scomunica di fare il lupo nel tempo del carnevale essendo diabolica invenzione di molto scandalo e grandi inconvenienti.
E così ancora ordinamo al nostro reverendo vicario foraneo che in detto tempo in nome nostro faccia pubblico editto con proibire alli secolari non facciano similmente il lupo, con scomunica maggiore latae sententiae per evitare li disordini suoleno e ponno succedere. Et perché nell’altra visita passata furono proibiti tutti li giochi come stanno proibiti dal diritto all’ecclesiastici però confermando il decreto sopra di ciò fatto proibimo ancora sotto pena di scomunica maggiore a tutti l’ecclesiastici il gioco di palla e maglio mentre si vede alla giornata l’eccessi irreparabili ne succedono». Intanto ricorre la parola «carnevale» e poi - spiega Radaelli - «“fare il lupo nel tempo del carnevale” può ricondursi ad un’antichissima festività romana, i Lupercalia, che si celebravano nei giorni nefasti di febbraio, tradizionalmente mese purificatorio».
Ecco: Carnevale è attestato nel 1663. Se è così, quello mesagnese ha almeno 352 anni.
Angelo Sconosciuto
