ANPI Mesagne esprime profonda ed incondizionata solidarietà all’ Anpi Lecce

ed a tutte le Associazioni Nazionali di Partigiani d’Italia per il vile attacco subito dal Sindaco di Nardò.

Al fine di consentire a tutti di ricostruire i fatti e di comprendere la gravità delle dichiarazioni del Sindaco Mellone, riportiamo di seguito il testo integrale dell’interrogazione del prof. Francesco Laforgia, Senatore della Repubblica Italiana eletto nelle liste di Liberi e Uguali, rivolta al Ministro dell’Interno.

ATTO DI SINDACATO ISPETTIVO n. 44-02881

Pubblicato il 11 febbraio 2020

nella seduta del SENATO DELLA REPUBBLICA n. 189

LAFORGIA FRANCESCO - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

il "Giorno del ricordo" è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale»;

al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale dall'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile, al 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi;

in occasione di tale ricorrenza il sindaco di Nardò, Nippi Mellone, noto per la sua provenienza da ambienti di estrema destra ed in passato legato a Casa Pound, ha dichiarato: "Rendiamo onore ai martiri delle foibe chiudiamo l'Anpi Lecce";

in un post pubblicato sulla sua pagina "Facebook", ha scritto: "La comunità di Nardò rende onore ai martiri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Chi ancora oggi rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l'oblio per Norma Cossetto e altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi. Mi riferisco, in particolare, all'anonima Anpi Lecce, una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà. L'Anpi Lecce deve essere chiusa al più presto perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Onore all'Italia - scrive il sindaco che ha dedicato un minuto di silenzio in consiglio comunale e fatto illuminare la fontana di piazza Castello - onore a chi è morto nel nome della bandiera, onore a chi è stato ucciso solo perché italiano, onore a tutte le vittime dell'odio";

va segnalato come il Nippi Mellone sia già noto per le sue azioni politiche, come quando, riporta il quotidiano "la Repubblica", edizione di Bari, l'11 febbraio 2020: "due anni fa decise di ricordare in piazza Sergio Ramelli, giovane di estrema destra ucciso nel 1975 con tanto di saluto fascista";

considerato che:

l'ANPI, Associazione nazionale partigiani d'Italia, con i suoi oltre 120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese e fu costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l'occupazione nazifascista;

il 5 aprile 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani;

accadono ormai quotidianamente episodi negazionisti, squadristi, violenti che si ispirano al nazifascismo;

troppo spesso vengono imbrattate lapidi di martiri della resistenza con svastiche e porte di case segnalate come residenze di persone ebree;

nel nostro Paese sta montando un clima d'odio e di intolleranza verso tutte le persone considerate "diverse";

a parere dell'interrogante le associazioni come l'ANPI, che si fissano l'obiettivo di tenere viva la memoria storica del nostro Paese, vanno tutelate e mai offese;

la nostra Carta Costituzionale sancisce all'articolo 21 che: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", e la XII disposizione transitoria e finale della Costruzione recita: "È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista." Pertanto associazioni antifasciste agiscono a tutela del nostro dettato Costituzionale,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e come intenda agire affinché libere associazioni non vengano censurate e soprattutto se ritenga opportuno che un rappresentante delle Istituzioni della nostra Repubblica possa affermare che un'associazione che agisce a tutela della Costituzione rappresenti un pericolo per la democrazia.

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