Una lettera di Legambiente al Consglio Comunale di Brindisi

Gentili Consiglieri,

ancora una volta il Consiglio Comunale di Brindisi è chiamato a discutere sul polo energetico.

Il passato è costellato di ordini del giorno approvati, di accordi siglati e spesso violati.

 

La Convenzione del 1996, alla cui stesura la scrivente associazione ha offerto un significativo contributo sia a Roma che a Brindisi, è l’emblema di atti sottoscritti e cancellati dal sonno della ragione e delle coscienze (Decreti Ministeriali, nuove Convenzioni, Autorizzazioni Integrate Ambientali che ne hanno annullato l’efficacia).

Il polo energetico installato nell’area industriale di Brindisi, che avrebbe dovuto avere una potenza massima di 1.980 Mw in esercizio, oggi ha una potenza installata di 5.090 Mw (2.640 Mw della Brindisi Sud, 1.280 Mw della Brindisi Nord, 1.170 Mw di Enipower) a cui sono da aggiungere gli impianti di SFIR e fotovoltaici.

La situazione è evidentemente fuori controllo ed al danno si aggiunge la beffa della proposta di Edipower – A2A relativa alla volontà di voler portare in combustione CSS-combustibile, oltre che alla realizzazione di un costosissimo, se pur finanziato dalla Comunità Europea come sperimentale e quindi non sottoposto a VIA, ed inefficace impianto di cattura di CO2 nella centrale Brindisi Sud (i livelli di emissione alla fine del 2011 erano ben superiori a quelli disposti dal Protocollo di Kyoto).

Legambiente, che è stata fra le poche Associazioni che si sono costituite parte civile nei processi in corso su carbone e fotovoltaico, Vi chiede di assumere urgenti provvedimenti che prevedano, sinteticamente:

-Immediata adozione del Registro delle emissioni in città e del Piano di azione per l’energia sostenibile così come previsto nel Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa sottoscritto dal Comune di Brindisi;

-Approvazione dei Piani per la “città intelligente – smart city” in cui la Smart Energy è elemento fondamentale, finalizzata anche alla riduzione della potenza del polo energetico;

-Chiusura della centrale Brindisi Nord, avviando, con richiesta di deroga al Ministero dell’Ambiente, lo smantellamento dei 2 gruppi già previsti dall’AIA e, quindi, dopo l’intero smantellamento, e la relativa bonifica dell’area e, come da proposta di Legambiente e/o altre alternative, alla creazione di un distretto tecnologico per l’energia rinnovabile (ricerca, produzione di macchine e componenti, impianto termodinamico sul tipo del progetto Archimede di Priolo, ma con ricorso a nanoantenne e nano tubi), impiegando nel distretto i lavoratori Edipower;

-Ricorso nella centrale Brindisi Sud a carbone a bassissimo tenore di zolfo e ad alto potere calorifico ed all’efficientamento energetico degli impianti, riducendo, come richiesto in passato dal coordinamento delle Associazioni, del 30% il combustibile e la potenza in esercizio (peraltro in ribasso per la ridotta domanda da coprire prioritariamente da fonti rinnovabili).

L’Associazione ribadisce la necessità dell’uscita progressiva da tutti i combustibili fossili e la contrarietà a nuovi – più che riconvertiti – impianti termoelettrici, comunque alimentati e, in assoluto, alla combustione di rifiuti e fanghi;

-Il monitoraggio sulla centrale Edipower, in particolare per le polveri sottili, gli NOx ed i microelementi, che oggi sembra interessare pochi ed il controllo dell’esercizio della stessa che, in origine, prevedeva due moduli ed uno in riserva tecnica;

-Un’azione istituzionale più incisiva da parte delle Istituzioni contro i criminali che hanno sfruttato o “creato” le maglie larghe che hanno consentito, al contempo, scempi ambientali e sociali, però promuovendo le fonti rinnovabili, l’efficienza ed il risparmio energetico, non limitandosi semplicisticamente ad impianti fotovoltaici e di solare termico negli edifici (da promuovere subito!)e prevedendo, nell’ambito di una seria pianificazione, impianti di maggiore potenza e tecnologicamente più avanzati (termodinamico, nuovo eolico, moto ondoso) in aree industriali ed anche rendendo autonomi borghi, aree commerciali e portuali.

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI - CIRCOLO TONINO DI GIULIO

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