Buon 2022 a tutto gas !!!

Buon 2022 a tutto gas !!!Un 2021 che è finito male, anzi malissimo, e che ha preparato un 2022 a tutto gas.

Eppure il 2021 era iniziato con i migliori propositi: la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, aveva fissato i picchetti per il Fit for 50 e il PnRR italiano, bocciando qualsiasi progetto a gas o CCS ENI presenti nella prima bozza PnRR del governo Conte bis: la seconda bozza, senza le conversioni a gas, senza idrogeno blu e senza CCS di Ravenna, è stata poi ripresa e presentata dal Governo Draghi.

E il Ministero dell’Ambiente è diventato Ministero della Transizione Ecologica: viene nominato ministro Roberto Cingolani, che subito approva 11 autorizzazioni di trivellazioni “che erano in scadenza”, dopo che il suo predecessore Costa le aveva bloccate per due anni.

E il 2021 è stato l’anno della guida italiana del G20 e della preCOP26, che avrebbe dovuto dare una svolta alle politiche ambientali contro l’emergenza climatica volute con molto coraggio dalla Commissione Europea: si è risolto tutto con un nulla di fatto e nessuna decisione incisiva.

Uguale risultato, come sintetizzato efficacemente da Greta Thunberg col famoso “blah, blah, blah”, alla Cop26 di Glasgow, dove eravamo presenti, come Campagna, al People’s Summit.

Unico segnale positivo, il nuovo decreto legislativo (Dlgs 199/2021) in attuazione della direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (RED2) entrato in vigore il 15 dicembre 2021.

Ma le cose, nel corso del 2021, sono precipitate ambientalmente sempre più:

Il Ministro Cingolani bocciava le auto elettriche, contro ogni politica delle industrie automotive europee, per “salvaguardare l’industria delle auto sportive italiane” e puntando invece sull’idrogeno, senza infrastrutture esistenti in Italia.

Il Ministro Congolani proponeva il nucleare di quarta generazione e il gas nella tassonomia “green” europea, appoggiando la linea francese e dei paesi dell’est contrapposta a Germania, Danimarca, Austria. La tassonomia doveva essere approvata a Dicembre, ma è stata rinviata a Gennaio 2022 per i disaccordi tra i paesi CEE.

Intanto il prezzo del gas andava alle stelle (dai 25 centesimo al metro cubo in due anni è passato a un picco di 1.80 euro) con conseguenze analoghe, anzi peggiori, per le nostre bollette elettriche.

La Commissione Energia ITRE della Commissione Europea approvava oltre 30 nuovi Progetti di gasdotti d’Interesse Comune, dopo che il Consiglio d’Europa aveva deciso il 20 dicembre 2020 che la 5. PCI List sarebbe stata l’ultima con i finanziamenti ai gasdotti. Bocciato il raddoppio del gasdotto TAP, troviamo invece il Poseidon e Melita (gadotto Gela – Malta, per le cui inchieste è stata assassinata la giornalista Daphne Caruana Galizia) come progetti prioritari in Italia

“La corsa delle centrali a gas: ecco i 48 progetti in Italia” per il capacity market, intitolava il Sole24ore il 9 dicembre scorso: e così vecchie centrali a carbone, e centrali dismesse a olio e rigassificatori dimenticati, invece che essere smantellate e bonificate ad altissimi costi, risorgono dalle ceneri come centrali a gas a ciclo aperto, centrali poco efficienti ma istantanee nell’avviamento e più inquinanti, incentivate a caro prezzo per accendersi nell’istante in cui il vento smette di soffiare o il sole viene nascosto da una nuvola.

La proposta del nuovo Pitesai, piano per le nuove autorizzazioni alle trivellazioni in terra e mare, esclude la ricerca di petrolio, ma permette la ricerca di gas, escludendo le zone non produttive da anni dalla mappa. Praticamente, tutte le autorizzazioni in essere continuano e le nuove ricerche si potranno fare nelle zone indicate come fruttifere dalle multinazionali quasi tutte straniere. E le Regioni, che subito si erano opposte al Piano, poche settimane fa hanno approvato le nuove ricerche di trivellazioni… Effetto Draghi.

Cosa aspettarsi nel 2022 ?

I prezzi di gas avranno da gennaio 2022 un aumento ulteriore del 41.8% e dell’energia del 55%, portando così l’aumento del gas in un anno al 600%. La ragione è soprattutto dovuta al blocco della Germania al gasdotto russo Nord Stream2, e a tutto il mercato europeo che conseguentemente si è accodato all’aumento del prezzo per le restrizioni russe: così l’Italia, che ha molte fonti di approvvigionamento diversificate, è stata vittima del cartello delle ENTSOG, le società di trasporto del gas, come avvenuto nel 1973 con la crisi del petrolio. Eppure il Governo Berlusconi aveva firmato con la Russia un contratto di calmierazione dei prezzi del gas…

Entro il 12 gennaio il Governo dovrà schierarsi per l’inclusione di nucleare e gas nella tassonomia green europea: o con la Germania contro il nucleare, visti anche i due referendum contro il nucleare, o con la Francia, che vende impianti nucleari e con cui abbiamo firmato un pomposo piano di collaborazione economico un mese fa. Malgrado l’aumento assurdo del prezzo del gas.

Entro fine gennaio il Parlamento Europeo dovrà approvare in blocco la 5. PCI List coi nuovi gasdotti, tra cui Poseidon, un progetto del 2007, con VIA approvata nel 2013 e autorizzazione scaduta nel 2021, come denunciato dalla nostra Campagna al Gas Forum del 24 aprile 2021, e prontamente rinnovata a giugno 2021 dal Governo Draghi come inizio e fine lavori di altri 4 anni. La realizzazione del megagasdotto con approdo a Otranto, ma senza nessuna interconnessione con la Rete SNAM giustificherebbe poi la costruzione del megagasdotto Matagiola – Massafra (PCI project) e del completamento della Rete Adriatica SNAM da Sulmona a Minerbio (PCI project). Malgrado l’aumento assurdo del prezzo del gas.

Entro il 22 febbraio Terna dovrà approvare l’asta sul capacity market per le 48 nuove centrali a gas da approvare per “bilanciare col gas” la produzione di energia da rinnovabili, malgrado l’aumento assurdo dei prezzi del gas. E le Valutazioni di Impatto Ambientali per esempio delle centrali ENEL di Brindisi, Civitavecchia e Fusina e altre dovranno essere approvate entro tale data per partecipare all’asta….

Pitesai: Cingolani ha già espresso la sua politica: estrarre più gas dai giacimenti e trivelle italiane: come se questo gas fosse italiano e a prezzi diversi da quelli di mercato, arrivato a prezzi assurdi.

Poi l’UE dovrà approvare anche i progetti, peraltro mai resi pubblici, presentati dal Governo Draghi per l’assegnazione dei fondi previsti dal PnRR per sostenere per esempio la transizione ecologica del siderurgico tarantino, mentre il Decreto MilleProroghe sposta quasi 600 milioni destinati alle operazioni di risanamento ambientale a favore della grande operazione di greenwashing chiamata de carbonizzazione a gas degli impianti dell’area a caldo.

Intanto la produzione di petrolio in Italia ha avuto un incremento del 27% dal 2020 (fonte Pitesai) e nel 2021 nei gasdotti italiani sono transitati volumi superiori del 7,8% rispetto al 2020.

E il Governo Draghi, come osservato dal Financial Times del 19/12/2021, “ ha adottato nuovi “poteri di sostituzione”, permettendo al Governo di decidere in caso di ritardi protratti nelle autorizzazioni di progetti infrastrutturali, escludendo le partecipazioni di autorità regionali e locali e altri enti”.

Così, in patria, finalmente capiamo bene come stanno le cose e chi decide.

Ma il Premio Greenwashing 2021 lo assegniamo all’AD di ENEL, Francesco Starace, che in un intervista dell’8 luglio 2021 ha dichiarato alla Nuova Sardegna che “Non ha senso investire nel gas, quando si pensa che servirà a stabilizzare il sistema solo per un breve arco di anni. Si tratta di cambiare per sempre i paradigmi ambientali.”. Intanto la centrale ENEL di La Spezia è stata convertita a gas per il capacity market e ora toccherà alle centrali ENEL di Brindisi Cerano e Civitavecchia, ma anche Venezia Fusina, Trino (Vercelli), La Casella (Piacenza), Montalto (Viterbo), Larino (Campobasso), Rossano (Cosenza).

Un 2022 a tutto gas, malgrado l’impegno italiano di ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e l’approvazione della direttiva UE sulle emissioni fuggitive di metano, considerato 80 volte più climalterante della CO2 nel breve periodo.

Per questo tutti dobbiamo raddoppiare, con intelligenza e forza, il nostro impegno per far contare nello scontro in atto tutto il peso della lotta territoriale, nazionale e globale perr la giustizia climatica e sociale a partire dalla nostra Campagna ed oltre.

Primo appuntamento del 2022 il 26 gennaio, assemblea nazionale via web aperta a tutte le persone e realtà interessate, per lanciare le proposte di lotta comune: si parlerà di caro-bollette, di comunità energetiche e della dicotomia lavoro – ambiente.

Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile

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