I pescatori di Torre Guaceto rinunciano all’attività e ispirano i colleghi siciliani

I partenariati che proteggono l’ambiente e gli animali: i pescatori di Torre Guaceto non opereranno per un mese

né dentro, né fuori l’Area Marina Protetta e il Consorzio e la Regione Puglia li sosteranno per i mancati guadagni. Il modello entusiasma anche fuori regione e ora gli artigiani spiegano ai colleghi siciliani che pescare meno fa bene a tutti.

Il modello di pesca sostenibile di Torre Guaceto lanciato ormai nel 2005 e grazie al quale l’impatto antropico sul mare è stato ridotto al minimo è ormai noto e apprezzato al livello internazionale.

Gli sforzi quotidiani profusi sul campo dal Consorzio di Gestione della riserva per migliorare sempre di più gli standard di conservazione dell’ecosistema protetto e degli animali marini sono sempre notevoli, ma si può fare di più. Da qui, il lancio di una nuova iniziativa: un fermo pesca di un mese dentro e fuori l’AMP.

Un obbiettivo ambizioso raggiunto grazie alla sensibilità sviluppata negli anni dagli artigiani della piccola pesca sostenibile di Torre Guaceto che hanno accettato di consegnare le proprie licenze alle Autorità preposte e, di fatto, di rinunciare all’attività. Grazie a questo progetto nato dalla collaborazione tra il Consorzio e la Regione Puglia, i pescatori che rinunciando all’attività, permetteranno alla fauna ittica di rimpinguarsi, saranno ristorati per i mancati introiti.

Un nuovo fermo pesca, una nuova azione di tutela figlia della stringente collaborazione che dalla nascita del Consorzio a oggi, vede l’ente e gli artigiani del mare lavorare in sinergia.

Il modello di Torre Guaceto piace a chi opera nel mondo della tutela, tanto quanto ai pescatori, tanto che negli ultimi giorni, la riserva ha ospitato una delegazione di piccoli artigiani giunti sin dalla Sicilia per confrontarsi con i colleghi e comprendere meglio come lavorare senza distruggere il mare.

Da 6 anni, la Blue Marine Foundation, una ong che opera in tutto il mondo per la tutela del mare, ha messo radici nelle isole Eolie, tratto di mare composto da numerose isole e sprovvisto di una riserva. Nel tempo, l’associazione ha lavorato gomito a gomito con i pescatori locali ai fini dell’adozione di un modello di pesca responsabile. E i risultati ci sono stati. Numerosi artigiani siciliani hanno deciso di auto regolamentarsi per ridurre il proprio impatto sulla fauna ittica già in forte sofferenza a causa della mancanza di un regolamentazione stringente.

In chiusura del progetto che li ha portati oggi ad essere molto più sostenibili di quanto non lo fossero in passato, i pescatori delle Eolie sono approdati a Torre Guaceto per conoscere i colleghi che da molto cercano di promuovere in tutto il mondo il concetto secondo il quale pescare meno fa bene non solo al mare, ma anche ai pescatori.

In riserva, gli artigiani siciliani guidati da Blue hanno avuto modo di toccare con mano quanto anche il proprio lavoro sia più fruttuoso quando si lavora in un’AMP gestita in modo attento e rigoroso come Torre Guaceto e che auto limitarsi vuol dire investire nel proprio futuro.

“Non è stato semplice arrivare a questo punto - ha dichiarato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, ricordiamo che fino al giorno prima della nascita del Consorzio, a Torre Guaceto si pescava con gli esplosivi. La sensibilizzazione dei pescatori e la tutela anche dei loro interessi, negli anni, ci ha portati ad essere un esempio internazionale e accogliere chi, come noi, vuole fare del proprio meglio per raggiungere migliori standard di sostenibilità è sempre un grande orgoglio. Ringraziamo Blue Marine per l’impegno con il quale opera per proteggere il mare anche oltre i confini nazionali e siamo ancora una volta grati all’assessore regionale alla pesca, Donato Pentassuglia, sempre molto attento alle esigenze delle AMP pugliesi”.

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