Legambiente sull’incendio alla zona industriale di Brindisi

Un nuovo incendio, preceduto dalla presumibile esplosione di una bombola di GPL, ha interessato l’area industriale di Brindisi, in particolare interessando materiale plastico e copertoni nella ditte Cannone e Bri.ecologica.

In attesa che le autorità competenti accertino la provenienza ed il regolare stoccaggio del materiale andato a fuoco, è evidente quanto sia necessario monitorare i materiali presenti negli stabilimenti, grandi, medi e piccoli dell’area industriale e predisporre ben più puntuali piani di prevenzione, di salvaguardia, di emergenza, interna ed esterna, oltre a quel piano di protezione civile, che risulta estremamente carente nei contenuti e soprattutto male applicato.

Incendi precedenti (citiamo come esempio quelli all’interno dell’Alfa edile) o incidenti, accidentali o provocati, (quali quelli che hanno portato ad emettere in torcia nel petrolchimico sostanze ad alto impatto ambientale e sanitario), dimostrano la carenza dei piani di monitoraggio:

È gravissimo che non sia mai stato realizzato e reclamato dalle Istituzioni il Piano di monitoraggio globale prescritto nel Piano di risanamento dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale.

 

È altrettanto preoccupante la carenza di sistemi informativi, di allerta, di prevenzione, di salvaguardia della salute pubblica o di evacuazione dei cittadini a rischio (si pensi soltanto alle dubbie vie di fuga).

Dopo questo ennesimo incidente ed il ferimento di un operaio attendiamo risposte istituzionali, anche per evitare danni, omissioni o ben più gravi reati siano portati a conseguenze ulteriori.

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI

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