La pasionaria dell'Avis pronta ad accettare le sfide (G. Florio).

Pugno di ferro in guanto di velluto, Rosaria Magrì, la giovane presidente dell'Avis mesagnese nasconde – dietro l'innocuo indaco delle iridi, l'apparente timidezza,

l'ostentata goffaggine – il luminoso talento che è proprio delle leadership: quello di costituire un motore in perenne scoppio, ma di conoscere anche la direzione giusta. Così al volante di questa formidabile macchina ereditata da Sergio Zezza, fulgido esempio del volontariato regionale, ha assestato un bel colpo di sterzo verso l'impegno civile: per la prima volta organizzando la “Festa del socio 2015”, in programma per questa sera, a Masseria Canali, bene confiscato alla SCU ed oggi gestito dalla coop Libera Terra. «Essere lì ha un significato ben preciso: AVIS si schiera dalla parte della legalità e di chi si impegna e si spende per portarne avanti i principi ed i valori», spiega inarrestabile Rosaria. «Sarà una serata di festa ed aggregazione ma anche di profondo significato morale. Proprio per ribadire che l'AVIS non deve solo raccogliere sangue, ma affermare e promuovere determinati valori, creare sinergie e reti per dare vita ad un circolo virtuoso che porti i cittadini a riprendersi il proprio spazio nella società».

Perchè una ragazza decide di assumere un impegno così oneroso?

«Sono una donatrice da quando ho 20 anni, ho sempre ritenuto che donare il sangue fosse una cosa tanto semplice quanto preziosa; col passare del tempo ho sentito il desiderio di contribuire in maniera proattiva al lavoro di questa associazione, di fare qualcosa di utile per gli altri. Così sono entrata nel consiglio direttivo nel 2009, rendendomi conto che quello che si percepisce dall'esterno è davvero una frazione minuscola dell'impegno effettivo necessario per organizzare le nostre iniziative. Nel 2013 mi è stato proposto di assumere la carica di presidente. All'inizio la responsabilità un po' mi spaventava e soprattutto non mi sentivo all'altezza. Voglio ricordare che la nostra associazione ha oltre 700 soci e rappresentarli tutti non è certo una cosa da poco! Ad ogni modo ho accettato e dopo due anni posso dire che, nonostante le difficoltà, sto vivendo un'esperienza che mi sta facendo crescere tantissimo. Certo, non ce la farei se con me non ci fosse una squadra di supporto ben collaudata. L'impegno è enorme, praticamente è un secondo lavoro, il tempo che sono costretta a negare alla famiglia, agli affetti o ad altri hobby è tanto, però la gioia che si prova quando vediamo tante persone in fila a donare è grande».

Il suo entusiasmo è una sorta di manifesto morale: «Io ho una forte convinzione: se oggi tante cose non funzionano non possiamo permetterci di lamentarci dal divano di casa e delegare a qualcun altro. Ognuno di noi deve sentirsi responsabile e fare qualcosa per cambiare l'attuale società. Io dico sempre che se dopo aver chiacchierato con una persona, anche se non le ho fatto passare la fantomatica paura dell'ago, ma l'ho convinta che è necessario impegnarsi per una causa giusta, qualunque essa sia, io ho raggiunto il mio obiettivo».

Quali altre iniziative in programma?

«Nel futuro prossimo imminente abbiamo il problema dell'accreditamento delle sedi di raccolta: anche se in realtà è un compito che spetta alla ASL noi non possiamo ignorare le difficoltà che ci aspettano se i tempi dovessero ancora allungarsi. Noi, da parte nostra, continueremo la nostra opera di sensibilizzazione al dono, alla solidarietà, alla responsabilità. Vogliamo andare nelle scuole, dalle primarie alle secondarie, per piantare il semino della coscienza civile, sperando che poi possa germogliare l'albero della cittadinanza attiva».

Giuseppe Florio

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