Rogoli, segretario del Pd, sull'atuale situazione politica amministrativa.

Per capire il momento amministrativo che si sta vivendo in Mesagne, abbiamo voluto chedere a Francesco Rogoli, segretario del locale Partito democratico la sua opinione e la posizione del suo partito che riportiamo di seguito:

 

Segretario, che opinione si è fatta sulla situazione amministrativa?

Si ha l’impressione che l’Amministrazione non abbia più un filo conduttore che orienti la sua azione, sempre ammesso che ne abbia mai avuto uno. Ieri la città è stata premiata al Senato come una delle cento mete più attrattive d’Italia. A questo risultato hanno contribuito anche iniziative recenti ma io penso sia dovuto soprattutto al fatto che, venti e più anni fa, una classe dirigente ha costruito le premesse perché Mesagne fosse ciò che è oggi. Adesso chi pensa a cosa dovrà essere questa città tra venti anni?

Ma anche sull’ordinaria amministrazione, checché se ne dica, io credo ci siano delle falle. Faccio un esempio: nel 2015 l’Amministrazione ha contratto un mutuo di tre milioni di euro con la Cassa Depositi e Presiti per rifare le strade. La scelta si può condividere o meno, ma come è possibile che pur essendosi indebitati per una cifra cosi importante le strade non si stanno facendo? Se si esclude qualche intervento marginale, nell’ultimo anno è rimasto tutto fermo, non si riescono a concludere le gare per gli stralci successivi. Siamo passati dal non rifare le strade perché non c’erano i soldi a non rifarle pur essendoci i soldi. A me sembra un fatto clamoroso!

Come valuta la crisi politica in seno alla maggioranza?

Stanno venendo al pettine i nodi di una operazione cinica e spregiudicata che sta ritorcendosi contro i suoi stessi protagonisti. Il Sindaco e i maggiorenti della sua (ex) coalizione hanno dato, consapevolmente, il là ad una regressione sul piano politico e culturale alla quale Mesagne non era abituata. Un patto legittimo, ma basato solo sulla voglia di vincere superando il centrosinistra e marginalizzando il PD che fu trattato alla stregua di un pericolo pubblico, non è stato il viatico per il buon governo ed oggi entra in crisi perché gli uomini sono di più dei posti. A farne le spese è la città che rischia di essere trascinata in un’avventura elettorale tra pochi mesi oppure di assistere allo spettacolo di una maggioranza e di un Sindaco che “tirano a campare per non tirare le cuoia”, come ha opportunamente osservato Fernando Orsini in consiglio comunale, fino al 2020.

Ma quindi il problema del bilancio è strumentale?

Il problema del bilancio esiste ed è serio. Ciò che sembra strumentale è il brusco, e quindi sospetto, risveglio di alcuni esponenti della maggioranza sui problemi che attengono il bilancio. Le criticità che si evidenziano oggi esistono da molto tempo, l’opposizione prima, sia in commissione bilancio che in Consiglio Comunale, e la Corte dei Conti poi le hanno sollevate, inascoltati, a più riprese. Inoltre alcune delle problematiche di oggi affondano le radici più lontano, quando al governo c’erano anche, e con ruoli rilevanti, i principali protagonisti dell’attuale maggioranza. Quindi delle due l’una, o quello del bilancio è un espediente per provocare una crisi amministrativa, oppure davvero i rappresentanti della maggioranza non si sono accorti di niente in tutti questi anni, il che, se possibile, sarebbe ancora più grave.

Il PD cosa intende fare in questa situazione, quali progetti ha per il futuro e con chi si alleerà?

Noi non ci presteremo ad operazioni di Palazzo, non intendiamo offrire sponde ne alla maggioranza ne al Sindaco ritenendoli parimenti responsabili della situazione che si è determinata. Se ci troveremo di fronte a delle scelte, valuteremo il da farsi con il nostro gruppo consiliare e nel partito con coerenza rispetto alla funzione che abbiamo svolto in questi anni.

Per il futuro coltiviamo l’ambizione di costruire per la città un centrosinistra autorevole e con idee nuove su temi cruciali come l’ambiente, la mobilità, lo sviluppo economico, la valorizzazione del nostro patrimonio storico ed architettonico. Lo faremo con chi è disponibile, consapevoli che l’attuale quadro politico complica, e di molto, le cose. Non abbiamo pregiudizi nei confronti di nessuno, ma per parlare con il Pd bisogna chiudere la stagione del civismo indistinto, della transumanza del ceto politico, e aprire una fase radicalmente nuova.

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