La M: Uno, nessuno, centomila assessori per Mesagne.

Dopo Picasso, arriva Pirandello a Palazzo Celestini:

paradossale, a tratti sconcertante, pirandelliano appunto, è il cul de sac in cui una maggioranza di governo senza alcuna opposizione reale si è andata ad infilare.

Ne abbiamo sentite tante da un mese a questa parte:“Rilanciamo l’azione di governo!”, “rimpasto con promossi e bocciati”, anzi no “azzeramento di giunta e politica al governo”.

Quindi l’attuale squadra di governo si è dimostrata inadeguata?

“Ma no! Mesagne è migliorata negli ultimi tre anni!”.

E allora?

Semplice richiamo alle armi in attesa del 2020,  data delle prossime elezioni: ricompattare i ranghi e due anni di campagna elettorale da farsi non per le strade di città, ma dagli uffici del Comune.

Bene, si proceda.

I nomi dei nuovi assessori? Li conoscono tutti: Maria Teresa Saracino, Omar Ture, Roberto D’Ancona e Anna Maria Scalera.

Tutti a rappresentare le liste che hanno portato all’elezione del Sindaco Molfetta, tranne la Scalera: lei è stata la risposta più netta che la maggioranza ha voluto dare al suo Sindaco.

“Tu, ospite di Quimesagne, dichiari che è necessario ricompattare la sinistra mesagnese aprendo al PD senza consultarci? Bene, noi ti mettiamo in giunta una ex esponente del PD locale da tempo in rotta con questi, e addio sogni di sinistra unita”.

Ma torniamo all’azzeramento: vale per tutti tranne che per l’assessore Caló.

Si potrà pensare: ha lavorato bene, quindi i consiglieri eletti nella sua lista - ossia “Pompeo Sindaco” - ne avranno chiesto la conferma.

E invece no: questi puntano i piedi e chiedono la testa di Caló proponendo il consigliere Cesarea come nuovo assessore.

Certo gli amici di “Pompeo Sindaco” non potranno essere biasimati: se si parla di azzeramento è giusto che anche loro propongano un nome, diversamente se si parla di rimpasto occorrerebbe dire alla città che gli attuali assessori Rubino, Marotta e Pisanò non hanno operato bene e quindi analizzarne azione politica, contenuti della stessa e risultati raggiunti.

Ma questo poco sembra interessare alla maggioranza di Governo, visto che i sopra citati hanno saputo di essere stati defenestrati leggendolo sui giornali.

Si dirà: non vi sarà accordo sulle nomine ma almeno sulle deleghe da affidare vi saranno idee chiare.

E qua ritorna Pirandello col suo “Sei personaggi in cerca d’autore”.

Tutti hanno dato la disponibilità a far tutto secondo la vecchia regola: nessuno competente, tutti competenti.

Ed in mancanza di criteri distintivi caratterizzanti le competenze dei probabili nuovi assessori, la scelta delle deleghe torna ad essere prerogativa dei massimi rappresentanti della maggioranza.

Vizzino reclama servizi sociali, ambiente e polizia municipale, tutto in capo alla Saracino.

L’area matarrelliana il resto, “Pompeo Sindaco” quel che passa il convento.

Risultato?

Il rimpasto tanto annunciato che avrebbe trovato la sua formalizzazione in un Consiglio Comunale originariamente previsto per il 26 aprile salta: il Sindaco blocca tutto ed invita gli attuali componenti di Giunta a non presentare le dimissioni.

Per rimanere a Pirandello, il sindaco manda a dire: “Così è, se vi pare”.

Vista quindi l’incapacità di riconoscere il reale, ognuno può dire o fare quello che gli pare.

In questo marasma vi è comunque un particolare banalissimo che tutti sembrano aver dimenticato: MESAGNE.

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi due anni?

Possiamo permetterci davvero di non avere ancora un Assessore ai Lavori Pubblici ed un vice-sindaco utile a coadiuvare il povero Pompeo Molfetta, oramai sindaco/giunta della nostra città?

Mesagne per storia e cultura è sempre stato culla della politica, riferimento per i paesi limitrofi: non è, ne ci rassegneremo mai a che diventi mero Risiko per consolidare un “consenso” basato - non sulla programmazione e visione futura - ma sulla capacità del singolo di procacciare voti.

È ora di finirla.

È ora di avere responsabilità.

La città ha bisogno di un Governo forte ed operativo, non di “Mercanti di Venezia”.

Sig. Sindaco, faccia come il Mattia Pascal: si finga morto e ricominci tutto da capo.

C’è ancora tempo.

Il Direttivo de La M.

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