Giovani democratici: ci aspettavamo una discussione dopo le amministrative ... invece ...

Dopo le elezioni amministrative ed in particolar modo dopo i ballottaggi, che hanno visto il Partito Democratico rimontato dai suoi competitor in tanti Comuni fra cui Brindisi,

ci saremmo aspettati anche a livello provinciale una riflessione sul perché gli elettori non ci riconoscano più come forza di cambiamento, sul perché non riusciamo più ad intercettare le fasce deboli della popolazione, sul motivo per cui il NOSTRO candidato Sindaco nel capoluogo prenda al ballottagio meno voti che al primo turno, e perché grossa parte dell'elettorato preferisca rimanere a casa piuttosto che dare fiducia a noi.

Ci saremmo aspettati una discussione che ci permettesse di crescere, di tornare alle nostre origini e di non ripetere gli errori commessi in questa tornata elettorale.

Niente di ciò. Nessuna assemblea, nessuna discussione. Soltanto qualche autoassoluzione letta sulla stampa e nulla più.

A quanto pare, tutto ciò è di importanza trascurabile di fronte al fatto che la Commissione di Garanzia Provinciale abbia, seguendo il regolamento, espulso dal PD alcuni suoi tesserati.

Il segretario OGGI tenta di risolvere i problemi del Partito non convocando i suoi iscritti, non istituendo una seria riflessione su quanto accaduto, non andando circolo per circolo ad ascoltare quanti e quali problemi si affrontino nelle differenti realtà della Provincia brindisina. No, risolve il problema azzerando la sua segreteria, colpevole di non si sa quale delitto (le espulsioni le ha decretate un'apposita commissione, la linea politica DOVREBBERO stabilirla direzione e segretario), e dichiarando di voler ripartire dai giovani e dal radicamento sul territorio.

Si riparte dai giovani dopo aver rifiutato nei mesi precedenti di inserire (così come fatto, ad esempio, dal Segretario Regionale) una delegazione dei Giovani Democratici in Direzione Provinciale, dopo non aver speso una parola affinché fossero istituiti gli strumenti finanziari che consentissero di svolgere attività politica a chi ancora non ha una professione, dopo esser sfuggito da ogni confronto e dopo mesi di totale assenza nel confronto dei Giovani che GIA' animano o vorrebbero animare questo Partito.

Si riparte dal radicamento, ma senza una discussione, senza coinvolgere segretari di circolo, dirigenti e militanti, senza chiedersi perché i quartieri periferici non si riconoscono più nel Partito Democratico (l'erede della tradizione dei contadini, dei braccianti, degli operai, ricordate ancora?).

Si riparte cercando di rendere il Partito Democratico più inclusivo, ma non verso tutte quelle persone, fra cui anche molti compagni con cui abbiamo condiviso un lungo cammino, che ora non sentendosi rappresentate preferiscono rimanere a casa piuttosto che andare a votare, non con chi sostiene valori ed ideali comuni ai nostri ma non trova credibile la nostra proposta politica, bensì con dei dirigenti di Partito che, a quanto pare, hanno sostenuto o si sono candidati in elezioni con movimenti a noi avversi.

Caro segretario, piuttosto che discutere di pochi nomi, discutiamo dei migliaia di visi dai nomi poco noti che non si riconoscono più in noi, che non hanno più fiducia nel Partito Democratico. Parliamo delle migliaia di brindisini che sono rimasti a casa, ritenendo il loro voto ininfluente all'interno di un ballottaggio Marino-Carluccio. Chiediamoci perché siamo diventati il Partito dello Status Quo dopo aver per anni parlato di Progressismo e cambiamento, perché partendo dal rappresentare le masse, ora stiamo virando verso l'assoluta autoreferenzialità. Interroghiamoci, e cerchiamo di attuare per davvero quel "cambiare verso" di Renziana memoria.

Giovani Democratici Federazione Provinciale di Brindisi

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