PD e dopo voto delle amministrative (F. Rogoli).

Il partito democratico di Mesagne ringrazia gli elettori che hanno riposto, anche al turno di ballottaggio, fiducia e consenso nel progetto politico del candidato Sindaco Francesco Mingolla.

Prendiamo atto che l'elettorato ha premiato la coalizione "Diamoci una mano", ci congratuliamo con il nuovo Sindaco Pompeo Molfetta e gli rivolgiamo gli auguri di buon lavoro nell'interesse della città.

Gli elettori che hanno votato al ballottaggio, purtroppo meno del 50% dell'elettorato, hanno assegnato al Pd, assieme ad altre forze, il ruolo dell'opposizione e questo ruolo lo eserciteremo pienamente e con determinazione, nell'interesse della città, senza sconti e senza pregiudizi. Il Pd è sembrato essere il tema principale della campagna elettorale e anche del dopo voto, talora con toni arroganti e giudizi irrispettosi. Avremmo preferito che al centro del dibattito ci fossero stati di più i temi della città, con le soluzioni possibili nel difficile contesto degli Enti Locali, non abbiamo colto una concretezza significativa in questo senso, ma ci auguriamo che con l'insediamento della nuova Amministrazione il Sindaco porti sul tavolo del confronto i temi veri del rilancio della città.

Sul piano politico non possiamo che confermare tutte le riserve sull'ambiguità di un'operazione di inedita trasversalità civica ed antipartitica che ha portato ad una vittoria con bassa affluenza elettorale, bisognerà vedere nel tempo quanto solida e coesa si mostrerà l'alleanza e quale sbocco politico avranno i vari protagonisti contraenti in cerca di un accasamento.

Il PD di Mesagne sarà impegnato nei prossimi giorni in una riflessione critica, aperta a chi vuol dare un contributo, sul voto e sul ruolo che esso deve assumere in una città in costante cambiamento. C'è un punto preoccupante, la città non percepisce più la politica come uno strumento per la risoluzione collettiva dei problemi, ma il civismo e il protagonismo dei singoli al di fuori di un progetto politico difficilmente porterà alla risoluzione dei problemi e il dato sulla partecipazione ci consegna numeri impietosi sui quali bisognerebbe riflettere seriamente, vinti e vincitori. E ci auguriamo che questo sia il livello del dibattito tra le forze politiche e civiche della città

Non crediamo pertanto che rancori, frustrazioni personali, divisioni artificiose tra nuovi e vecchi, diffuse in vario modo, siano utili e possano condizionare l'autonomia politica e culturale del Pd di Mesagne. Il Pd a Mesagne come in tutta Italia è un partito aperto e contendibile, chiunque può misurarsi per la sua guida, ma solo attraverso un dibattito serrato con un gruppo dirigente e di attivisti che a Mesagne sarà rinforzato dalle tante risorse nuove che in questa campagna elettorale il Pd ha messo in campo e a disposizione della città. Giovani che si sono messi in discussione spesso con risultati brillanti e che, con il loro impegno, hanno fatto si che il Pd continuasse a rappresentare uno spaccato consistente dell'elettorato mesagnese. Ci fa piacere che al Pd venga chiesto un contributo significativo al rinnovamento, in verità siamo forse l'unica realtà politica che si è misurata negli anni con questa esigenza, spesso con buoni risultati, altre volte con difficoltà, tuttavia negli anni il Pd è riuscito a portare in consiglio comunale molte nuove risorse e giovani amministratori; continueremo con determinazione ancora maggiore per costruire i gruppi dirigenti di oggi e del futuro. Domandiamo però: ma per gli altri il tema del rinnovamento non vale? Gli altri possono permettersi di essere gli stessi da sempre? magari concedendosi anche il vezzo di saltare un pò di qua e un pò di là, e chiedendo al Pd ciò che essi non esercitano per nulla? Forse anche la coalizione del "Diamoci una mano" dovrebbe guardarsi al suo interno. Noi continueremo ad essere impegnati su questa strada, utilizzeremo la carica di energie e risorse nuove per abbattere il muro che si è elevato tra politica e società, perchè è illusorio pensare di rilanciare la vita civile ed economica tenendo fuori la politica.

A quelli, infine, che pensano di utilizzare le elezioni amministrative per fare il Congresso del Pd dall'esterno, agitando lo spettro del commissariamento, vogliamo dire serenamente che questa ipotesi non funziona, è nelle fantasie di qualche protagonista locale, o di rumors e pettegolezzi elevati a notizie. Il Pd può perdere le elezioni, talvolta, ma è un partito serio, alle regionali e alle primarie ha sostenuto Emiliano, chi è rimasto senza partito deve capire che non può risolvere il tema del rapporto con il Pd locale manovrando a Roma o a Bari, semmai confrontandosi con rispetto e umiltà con il partito che c'è, con i suoi pregi e i suoi difetti, non con quello asservito ai propri voleri che si vorrebbe.

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