Assessori scelti in totale autonomia.

L'odore dell'arrosto fa venire l'acquolina in bocca, questo è chiaro.

Anche quando ci si è professati vegetariani. Così ci sta tutto che la grigliata che il nuovo sindaco Pompeo Molfetta sta preparando abbia stimolato gli appetiti di molti.

Nei primi giorni della prossima settimana, Molfetta sarà ufficialmente proclamato primo cittadino; la sua intenzione è di annunciare i nomi degli assessori appena poche ore dopo, offrendo già un primo segnale di discontinuità con il passato. Proprio per tale ragione, il neosindaco non ha alcuna intenzione di impantanarsi in trattative sterili che hanno sfibrato altri prima di lui.

L'obiettivo è quello di «non disperdere la carica di entusiasmo di cui è sembrata portatrice la coalizione “Diamoci una mano”», ha spiegato, illustrando i criteri con cui si approssimerà alle prime scelte, ad un foltissimo gruppo riunitosi nella sede di piazza Garibaldi mercoledì sera.
«Il ruolo affidato agli eletti dai mesagnesi è di fondamentale importanza, i consiglieri comunali devono sentire il peso di un grande onore e di una grande responsabilità», così Molfetta, chiarendo la sua volontà di non pescare necessariamente tra gli scranni consiliari. «Il mio orientamento è quello, rispettando la rappresentanza delle aree che costituiscono la nostra maggioranza, di scegliere in autonomia e, in linea di massima, anche tra coloro che sono restati esclusi dalle liste di questa tornata».
Il profilo della giunta prossima ventura, al di là del totonomi che, come per un gioco di società, continua ad intrigare la comunità cittadina, è invece sufficientemente chiaro: molti nomi saranno presi a prestito dal mondo delle professioni e delle competenze, giovani o comunque non rotti alla politica, prestando la massima attenzione alle quote rosa.

Tra le certezze, allo stato dei fatti, sembra esserci quella di chiedere a Giuseppe Semeraro, una ventennale esperienza consiliare alle spalle, di assumere la responsabilità di presiedere l'assise: con tale background, chiare doti di equilibrio ed un considerevole spessore politico, sembrerebbe essere il più idoneo.
La scommessa di Molfetta sembra allora puntare forte, in buona sostanza cimentandosi nella formazione di una classe dirigente fin qui inedita, al di là delle formule e degli schemi del passato, anche arrischiandosi per l'impervio sentiero dell'inesperienza. Una squadra di governo completamente nuova ed una maggioranza consiliare rinnovata per la gran parte, politicamente presidiata soltanto dal deputato Toni Matarrelli e da Gino Vizzino costituiscono delle incognite di non poco conto rispetto all'efficacia in termini di azione di governo.
E' questa la motivazione fondamentale per cui in tanti dovranno farsene una ragione, anche tra gli scalpitanti primi dei non eletti, alcuni dei quali, forse in ragione dell'eccesso di foga, sono preda dell'assillo di stare in prima linea: senza capire che si può partecipare alla vita pubblica, offrendo un contributo pure significativo, anche in assenza di ruoli formali. E senza comprendere che, se non si lascia in santa pace il cuoco, l'arrosto da servire alla città rischia di venir su poco cotto o, addirittura, bruciacchiato.

Giuseppe Florio

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