Matarrelli sulla chiusura del Centro Impiego di Mesagne.

Succedono cose strane – e gravi – in provincia di Brindisi, dove sembra che si stia facendo tutto per peggiorare uno stato delle cose che già non è dei migliori.

L’antefatto è noto a tutti: il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ed il Ministro per gli affari regionali, nell’ambito dei provvedimenti di legge per ridurre la dotazione organica delle città metropolitane e delle province delle regioni a statuto ordinario, emanano una circolare con cui si dispone il taglio del personale delle province del 50%, tranne che per il mercato di lavoro e per la polizia forestale.

Accade invece che la responabilità politica della provincia di Brindisi decida forzosamente di inserire nel quadro di quei tagli anche il personale del Centro Primo Impiego (CPI), di fatto provocando un depauperamento di impiegati a cui regolarmente mancano 3 o 4 anni per giungere alla pensione. Così procedendo, si è disposta la chiusura del Centro per l’Impiego di Mesagne, peraltro il meno penalizzato dai pensionamenti così come risulta d una lettura di ben precise tabelle, con tutta probabilità prevendendo di disolocare il bacino di utenza di Mesagne e San Pancrazio Salentino a Brindisi, quello di Erchie, Torre Santa Susanna e Latiano a Francavilla Fontana, quello di San Vito dei Normanni ad Ostuni, costringendo quindi il personale ad equipartirsi tra Francavilla e Brindisi.

Appare evidente allora come, pur in assenza di una sollecitazione ministeriale, l’ente Provincia di Brindisi abbia compiuto una scelta di discutibile efficacia, inspiegabilmente mirando a depauperare il territorio di un servizio prezioso, piuttosto che a tutelarlo. Dinanzi a ciò, chiedo che il presidente Maurizio Bruno intervenga, anzitutto per motivare la ratio di tale decisione, e poi auspicabilmente per ritirarla.

Toni Matarrelli

Deputato della Repubblica

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