Vittoria per Molfetta. Il nuovo consiglio comunale (G. Florio).

Si profila una schiacciante vittoria al turno di ballottaggio per Pompeo Molfetta, a metà dello spoglio in vantaggio di 20 punti percentuali sullo sfidante Ninni Mingolla, già distanziato del 18% al primo turno dello scorso 31 maggio.

Molfetta ha ottenuto 6317 voti, pari a 57,55%, mentre Mingollane ha avuto 4660, pari al 42,45%. Risultato confermato da una pèartecipazione elettorale in flessione (-13,65%). Festa nel comitato della coalizione “Diamoci una mano”, festa tutt'attorno – in piazza Garibaldi – del popolo di Molfetta. Lutto nella sede PD di via Roma, la cesura con la Storia è drammatica: per la prima volta il partito storicamente di maggioranza relativa non parteciperà al governo cittadino, in favore di un altro candidato di sinistra.

Con la vittoria, Pompeo Molfetta potrà contare su una maggioranza consiliare di 10, contro i 6 delle opposizioni: 3 della lista “Pompeo Sindaco” (Vito Lenoci, Alessandro Cesaria, Alessandro Campana), 2 della lista “La mia città” (Toni Matarrelli, Antonella Catanzaro), 2 della Lista Vizzino (Gino Vizzino, Antonello Mingenti),1 della lista “Mesagne al centro” (Maurizio Piro), 1 della lista “Mesagne domani” (Tony Esperte), 1 di “Mesagne Futura” (Giuseppe Semeraro). La minoranza sarà invece così composta: Ninni Mingolla ed Emilio Guarini (candidati sindaci sconfitti rispettivamente al secondo ed al primo turno), Rosanna Saracino e Fernando Orsini per il Partito Democratico, Alessandro Pastore (Io ci credo), Carmine Dimastrodonato (Civico 26).

Secondo le previsioni della vigilia, il nuovo primo cittadino – consumato il rito formale dell'avvicendamento con l'uscente Franco Scoditti – procederà a marce forzate, rivendicando le prerogative assegnategli dalla legge. La nuova giunta comunale, quindi, dovrebbe essere annunciata alla città in tempi brevissimi, rivelando non poche sorprese. Con tutta probabilità, per scegliere gli assessori Molfetta non adotterà il criterio dei più suffragati e sortirà qualche nome dalla società cosiddetta civile: l'idea è di partire con un'amministrazione giovane, motivata e con un volto prevalentemente femminile, lasciando i leader Matarrelli e Vizzino a presidiare i banchi consiliari. Tra i primi segnali attesi, gesti distensivi nei confronti delle opposizioni di sinistra e di destra. Alla vigilia del voto, Pompeo Molfetta a più riprese aveva spiegato: «La città ha bisogno di concordia e pacificazione, noi la proporremo e praticheremo, questa brutta campagna elettorale improntata all'astio ed al rancore deve avere termine il giorno del ballottaggio».

Giuseppe Florio

 

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