Luigi Indolfi (F.I.): nella nostra città sono rimasti solo due partiti Forza Italia (centrodestra) e Partito democratico (centrosinistra).

Le vicende che hanno accompagnato e caratterizzato il periodo preelettorale ed ora quello della campagna elettorale vera e propria sono talmente tante che meritano un’attenta e seria riflessione.

Pur non volendo entrare nell’agone di una diatriba sempre più accesa ed evidente, ritengo, comunque, che alcune considerazioni vadano fatte.

E vorrei partire da una osservazione che mi sembra molto puntuale: la competizione elettorale non è, o non dovrebbe essere, tra chi trova più argomenti contro l’avversario, ma tra chi trova più argomenti e proposte che mirano al bene comune.

Bisogna, perciò, dimostrare che non c’è solo il potere nell’orizzonte della politica, ma idee attorno alle quali cercare consenso per governare.

Sicuramente vi è molto da discutere, ma credo che in questo momento non avrebbe alcuna utilità. È meglio stare ai fatti, analizzare attentamente quel che è avvenuto e domandarsi quel che vi è da fare. Abbiamo davanti a noi una maggioranza ed un governo che hanno iniziato male e finito peggio, che hanno precise connotazioni e che hanno spinto la nostra città in una certa direzione: di fronte a questa realtà noi vogliamo avere una posizione chiara e visivile intorno alla quale cercare consenso.

Riteniamo, pertanto, di poter rappresentare “Forza Italia” con dignità e coerenza, con Sabrina Didonfrancesco, nostro candidato Sindaco; crediamo ci siano valori assoluti e non negoziabili e per questo reputiamo deprimente guardare con occhi luccicanti ad altri teoremi, a obiettivi unilaterali che mirano a cancellare ogni traccia di forma organizzata in partito. Si tenta di distruggere tutto: la cultura politica, l’orgoglio dell’appartenenza, le avversioni civili di un tempo.

No, noi non avremmo mai potuto accettare che la nostra vita (politica) finisse nella galassia indeterminata di coloro, tutti, che hanno ammainato la propria bandiera e si presentano all’elettorato come il nuovo. Mentono sapendo di mentire.

È evidente, quindi, che nella nostra città, conservando i valori e la propria identità, sono rimasti solo due partiti: Forza Italia che rappresenta il centrodestra ed il Partito Democratico che rappresenta il centrosinistra.

Io credo che i partiti debbano riappropriarsi del ruolo che gli compete e tracciare il solco per le scelte future.

Quando si afferma che esiste una frattura tra il mondo politico e la realtà sociale, ci si vuole riferire in generale alla inadeguatezza del mondo politico a saper cogliere la realtà sociale nella quale si vive.

Per poter conoscere questa realtà, sempre più mutevole ed in continua trasformazione, bisogna fare, soprattutto, ricorso all’apparato organizzativo del partito, cioè allo strumento capillare capace di fornire tutte le informazioni necessarie che assumono significato e rilevanza per tenere sotto controllo e approfondire la conoscenza della realtà locale e sociale attraverso le analisi delle situazioni.

È il partito che si pone l’obiettivo di capire, attraverso la sua struttura, i problemi della società quali oggi si manifestano in modo da essere capace di prevenirli, affrontando le cause che ne sono all’origine, non con metodi superficiali ed approssimativi, ma con responsabilità e professionalità, impegnandosi quotidianamente e manifestandosi nella ricerca del bene comune, per costruire una società più umana, più giusta, più solidale. Questo siamo e vogliamo continuare ad essere. Il resto sono solo chiacchiere.

La gente capirà e toccherà con mano dove si lavora con serietà, con coerenza, con onesta, con spirito di sacrificio.

Al contrario, io credo che le supponenti coalizioni, cosiddette civiche, germogliate in questo periodo elettorale i cui tappi posti sopra le più disparate etichette reggeranno poco tempo. La miscela costituita dalla presunzione e dalla sfrenata ambizione è più forte di ogni legaccio e potrà creare esplosioni a catena e di genere rovinoso.

Non si può sempre, ancora, giocare con i sentimenti e le necessità della collettività perché il giorno degli elettori arriva sempre anche se molti, poi, dimenticano o più che altro si lasciano trasportare dalle promesse e dai propositi di falsi amici.

Non so come e perché ora e dopo cinque lunghi anni in cui si è stati parte integrante e determinante di questa amministrazione ci si accorge solo ora che v è stata una gestione confusa, deleteria, che gli altri non hanno compiuto gli atti corrispondenti alle loro cariche (ma dove eravate?), che Mesagne è supertassata, è invivibile e carente in tutti i settori.

Appare, quindi, chiaro che le componenti delle aggregazioni civiche hanno scelto questo indirizzo solo per sete di potere, per convenienze personali, per la spartizione di poltrone.

Io credo che i cittadini abbiano scoperto l’inganno e vieterà agli uni l’accesso e agli altri il ritorno nella stanza dei bottoni.

Le considerazioni che ne derivano sono veramente serie e vanno dall’incertezza dell’esistenza di una ideologia (se mai c’è stata), di una disciplina di partito, di organi decisionali.

Se al dubbio che vi sono tante e tali compromissioni, annunciamo, poi, le sfrenate ambizioni, le intoccabili presunzioni e quant’altro, ecco che tutto diventa dinamite pronta all’esplosione.

Mi auguro che la maggior parte dei cittadini non sia più disponibile a spolverare vecchie poltrone né di offrirne di nuove, tantomeno correre dietro i tappi che saltano da un punto all’altro (per questo potranno esserci solo gli addetti, gli intrallazzatori) e che se fino ad oggi sono stati costretti a subire, con dignità si porranno ad essere arbitri del proprio destino.

Luigi Indolfi

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