L’Ammiraglio Guarini presenta la coalizione. Il progetto “Noi insieme" adesso sarà illustrato al Castello (di Giuseppe Florio).

A mo' di signorile convocazione al waltzer di fine anno, l'ammiraglio spicca gli inviti a mezzo stampa: «Il movimento Civico 26 è lieto di invitarvi alla presentazione ufficiale della coalizione “Noi insieme. Adesso” e delle liste a sostegno del candidato sindaco di Mesagne Emilio Guarini,

che si svolgerà domenica 26 aprile alle ore 10 presso l’Auditorium del castello di Mesagne. L’incontro rappresenta l’occasione per conoscere il candidato sindaco, i candidati consiglieri e le forze che hanno aderito alla coalizione: unite per sostenere un progetto che parte dalla società civile e abbraccia una rappresentanza politica. Alla presentazione ufficiale della coalizione, parteciperanno il candidato al consiglio regionale Antonio Calabrese e il candidato governatore della regione Puglia, il prof. Francesco Schittulli. La cittadinanza è invitata a partecipare».
Il passaggio su società civile e rappresentanza politica racconta, da un lato, l'imbarazzo di Guarini nel sentirsi imbrigliato in una coalizione di centrodestra, proprio lui che aveva caldeggiato – e in alcuni momenti vagheggiato – la propria trasversalità agli schieramenti tradizionali; ma illustra anche l'insistenza del leader sulla matrice sostanzialmente civica del polo, appena venato di ideologia conservatrice.
Eppure Guarini, che è inequivocabilmente un uomo di destra, per cultura, per senso dello Stato, per lignaggio sociale, per lo stesso stile di comportamento, avrebbe tutto da guadagnare nel rivendicare tale appartenenza: a maggior ragione in un frangente storico in cui il centrosinistra, spezzandosi in due, ha disorientato il proprio blocco elettorale. La convenienza risiederebbe tutta nella capacità di polarizzare il consenso tanto dei ceti moderati rimasti troppo presto orfani dell'esperienza amministrativa a guida Incalza, quanto degli strati popolari in cerca di «ordine e disciplina».
La cifra della campagna elettorale inizialmente impostata da Guarini sembrava, se non vincente, perlomeno convincente. Probabilmente egli stesso aveva deciso di assecondare la propria naturale inclinazione, piuttosto che seguire i suggerimenti dei suoi strateghi del marketing: così i toni improntati al garbo, il basso profilo, le proposte avanzate a go go avevano affrescato il suggestivo quadro di un fautore della agognata pacificazione civile, dopo anni di guerra fredda interna allo schieramento progressista e di guerra civile tra centrosinistra e centrodestra. L'ultima decina di giorni ha però segnato un'inversione di rotta, praticamente «ad U». Guarini ha alzato il volume della voce, preferendo la ricerca dello scontro polemico all'ingaggio del confronto nel merito dei contenuti e peraltro non sempre avendola vinta. Pessimi «consigliori»? Faida tra falchi e colombe? O semplicemente la tattica di chi, dovendo inseguire, avverte l'esigenza di buttarla in caciara?
Proprio da quest'ottica sarà molto interessante analizzare l'ossatura del discorso che l'ammiraglio terrà domenica prossima davanti ai suoi «aficionados», per meglio comprendere in quale clima si consumeranno le settimane da qui al 31 maggio.

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