Clima infuocato a Palazzo di città.

Nell'ambito del centrosinistra troppe diversità di vedute con scontri continui.

Clima surriscaldato dal punto di vista amministrativo, a Palazzo dei Celestini. Per l’osservatore accorto i comunicati stampa, le interviste ma soprattutto il modus operandi di alcuni politici locali danno credito ad una situazione che si sta cercando di nascondere ma che è di estrema difficoltà.

Una prima distonia la si è avuta con la firma del documento che dichiara l’appoggio di Matarrelli ad Emiliano come candidato “governatore di Puglia” che a Mesagne è stato sottoscritto da Cosimo Scalera, Pompeo Molfetta e Roberto D’Ancona, del Sel e Antonello Mingenti, consigliere comunale indipendente. Non compare la firma di Giancarlo Canuto, vice-sindaco e assessore ai Lavori Pubblici. Diversità di vedute? Non è dato sapere.

Il clima è degenerato, per la questione del Canale Capece, finalmente risolta, dove ad un comunicato trionfante dell’Amministrazione con Matarrelli dimenticato nonostante il suo impegno presso la Regione, il parlamentare chiosava: Non mi interessa polemizzare con Scoditti, sindaco ormai in scadenza di mandato. Guardiamo al futuro e, soprattutto, a questo risultato, ottenuto con il concorso di coloro che ancora credono in questa città.

 

E per finire, negli ultimi giorni in una testata locale in via di formazione sempre il Florio ha realizzato un’intervista al Matarrelli che ha letteralmente messo in crisi l’Amministrazione. Infatti alla domanda di Florio: “E Mesagne, quanto è nel tuo cuore? La risposta è stata secca ed inequivocabile: «Molto più di quanto si immagini. Ho scelto, tranne rare occasioni, di tacere di fronte a scelte del sindaco Scoditti che mi lasciavano anche particolarmente perplesso. Al primo cittadino bisogna riconoscere una condotta morale impeccabile, ma anche addebitare alcuni errori politici piuttosto grossolani, tra cui quello di non decidere o di temporeggiare nelle decisioni, o quello di aver sbagliato clamorosamente a rapportarsi con la città, che è sembrata esclusa dai ruoli della partecipazione democratica. Latitando la politica, inoltre, abbiamo pagato pegno, a fronte di soggetti capaci nella burocrazia comunale, ad alcune figure apicali rivelatesi incompetenti nella migliore delle ipotesi, in malafede nella peggiore.”

Ma ancor di più alla domanda sul futuro di Mesagne Matarrelli ha detto:

E' ancora un'idea dai contorni vaghi. Immagino una candidatura forte nel senso dell'autorevolezza e dello spessore politico e una coalizione a sostegno che abbia preventivamente isolato le forze o i soggetti della conservazione e del freno. Abbiamo bisogno di coagulare una squadra di protagonisti vasta e composita, che peschi dal meglio della comunità cittadina coloro che al di là delle recriminazioni del passato vogliano costruire una Mesagne più moderna, trasparente, libera, partecipata ed efficiente.»

Appare evidente come al momento Matarrelli abbia elargito la “benedizione degli infermi” per la compagine amministrativa locale ed ormai viaggi verso altri progetti da condividere con una sinistra diversa da quella che ha rappresentato Scoditti. E da quanto è dato sapere, il tutto si pone e si porrà, al di là degli avvenimenti nazionali che non influiranno sulla situazione mesagnese.

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