Intervento di Matarrelli su Huffpost: Crisi di governo, amare riflessioni di un sindaco

Osservo esterrefatto lo spettacolo indegno che arriva dalle istituzioni centrali.

Siamo in trincea da più di dieci mesi per far fronte alla pandemia, per ciò che ha provocato dal punto di vista delle ricadute sanitarie, economiche, sociali, morali.

A ciò che conosciamo si aggiungono le preoccupanti incertezze per quanto l’emergenza in corso, non sappiamo ancora per quanto, potrà lasciare in termini di tragica e imprevedibile eredità. In questo periodo così complicato, che continua a non concederci tregue, da primo cittadino sono chiamato ad avere a che fare con i bisogni reali delle persone. Sento di dire, senza retorica alcuna, che siamo fisicamente stanchi e moralmente provati.

Ci aspetteremmo che le istituzioni centrali si mostrassero forti e coese, che anche i partiti lasciassero da parte le contrapposizioni. Tutto questo per far fronte al periodo più complesso che il Paese affronta dal Dopoguerra a oggi. In questi giorni assistiamo, invece, agli scontri incomprensibili che si stanno svolgendo in Parlamento, come in un teatrino che nulla ha o dovrebbe avere a che fare con i bisogni impellenti di un Paese che affronta un momento importante di ricostruzione.

L’Italia può ripartire e bene grazie ai fondi comunitari - ingenti e senza precedenti - che potranno servire per ridare linfa alla nostra economia, sollievo e soluzioni per le famiglie, i lavoratori, le imprese, gravati dalle pesanti criticità che unendo le forze si dovrebbe provare a superare, senza farsi distrarre da null’altro.

Non è tutto. Nel frattempo, come se la situazione non fosse già zeppa di incomprensibili idiozie, il neoassessore alla sanità lombarda, Letizia Moratti, chiede che i vaccini vengano distribuiti tenendo conto del Pil, chiede che vengano distribuiti più vaccini alle regioni più ricche.

Il quadro che ne emerge è disarmante, ma al tempo stesso dà la dimensione di quanto le nostre istituzioni dimostrino - agli occhi del mondo intero - di essere ancora inadeguate e molto spesso irresponsabili.

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