Una nota di Maria De Mauro sulla "conferenza stampa" del sindaco Matarrelli.

"Di questi tempi".

 

Conferenza stampa: intervista concessa da uomini politici, scrittori, attori, cantanti e, in genere, persone molto note, ai rappresentanti della stampa. (Dizionario Treccani)

Non occorrono ulteriori spiegazioni per dire che il sindaco di Mesagne usa impropriamente la locuzione “Conferenza stampa”.

In realtà lui mette in scena un soliloquio, in presenza di spettatori muti, tra i quali un paio di giornalisti apologisti che gli hanno rivolto due timide e inutili domandine alla fine.

Il sindaco ha “dovuto” parlare in video per difendersi dalle falsità che alcune parti dell’opposizione, da giorni, andavano diffondendo.

Le falsità riguardano il bilancio di previsione, che per la prima volta in 40 anni è stato approvato entro il 31 dicembre, e le parti dell’opposizione riguardano soprattutto la persona del consigliere Pompeo Molfetta, nei confronti del quale il sindaco nutre una vera e propria ossessione.

Matarrelli avrebbe voluto spargere il sale sul cadavere politico di Pompeo Molfetta, condannarlo all’oblio eterno della memoria storica locale, invece è costretto a ritrovarselo tra i piedi, seduto tra i banchi dell’opposizione, addirittura rappresentante di un movimento politico, di cui faccio parte.

Egli chiama continuamente in causa Molfetta non in quanto rappresentante di un movimento politico che approva e decide il suo agire, ma in quanto individuo, per riportare lo scontro sul piano del personalismo più spinto, sul terreno nel quale è sicuro di vincere. (Maligno, diffidente, incompetente, Attila, l’ho salvato io se no pagava di tasca sua, noi siamo tutti qui bravi, seri, smartissimi, il problema era lui, se fossi in te con quei miseri 200 voti me ne andrei da Mesagne....questi alcuni apprezzamenti).

Non entro nel merito delle questioni specifiche oggetto della presunta conferenza stampa, perché ci sarà tempo e modo di affrontarle seriamente, mi limiterò a riflettere su alcuni punti, senza però rinunciare a comunicare lo sconcerto per la questione segretario comunale, assunti, licenziati. Mi chiedo che pensa di queste affermazioni che lo riguardano il segretario comunale. E come si fa a sopportarlo.

In un passaggio del suo discorso Matarrelli, rivolgendosi all’opposizione, la invita ad avere rispetto del sindaco e dell’istituzione che egli rappresenta. È costretto, infatti, dice lui, a sopportare di tutto. È davvero uno con la memoria corta il sindaco! Proprio lui un anno fa per sfiduciare il sindaco Molfetta, non solo ha disertato un Consiglio comunale, ma è andato coi suoi sodali da un notaio per compiere un atto vile. Vile non perchè una maggioranza non possa sfiduciare un sindaco, ma perchè lo si fa nei luoghi delle istituzioni, a testa alta, le stesse istituzioni che oggi lui chiede siano rispettate. Ed è per rispetto nei confronti delle istituzioni che ha sentito impellente la necessità, (non è la prima volta e non sarà l’ultima, anche se ha promesso di non farlo più perchė troppo occupato, ma non riesco proprio ad immaginarlo lontano dal video e dalle visualizzazioni ) di dire in video quello che invece ASSOLUTAMENTE andava detto in Consiglio comunale che è il luogo preposto per questo, dove il sindaco invece di abbandonarsi alla distrazione e al fastidio, avrebbe dovuto affrontare con estrema precisione e con gli atti la questione previsione di bilancio.

Il consiglio comunale del 30 dicembre è stato silenziato e dirottato verso altri argomenti, organizzato ad arte per non rispondere alle questioni poste dai consiglieri Saracino, Indolfi, Molfetta, Dimastrodonato. Quest’ultimo, che nel suo intervento ha descritto puntualmente la veritiera situazione della nostra città: sporca, trasandata, caotica, economicamente a terra , ed è molto attento a tutte le prassi amministrative, ha reso pubblica una lettera indirizzata al sindaco in cui denuncia l’assenza materiale degli atti relativi alle delibere approvate; questa condotta è talmente e legalmente tanto grave da non richiedere commenti.

A loro che legittimamente occupano quei seggi, il sindaco non ha dato il rispetto che chiede per sè. Bacchettandoli gli ha rimproverato l’invidia nei suoi confronti, l’inettitudine politica, la smania di una perenne campagna elettorale ( lu mbovi chiama curnutu lu ciucciu), ma soprattutto le bugie clamorose (che occorre smentire con le prove e non con i fogli volanti), il terrorismo psicologico (ma non era lui che ha parlato per mesi di default?), il disorientamento dei cittadini ((i quali possono trarre solo vantaggi dalla pluralità delle idee e delle posizioni, mentre forse si vorrebbe che fossero tutti sintonizzati su un solo canale). Il rischio è che venga esautorato il ruolo del Consiglio comunale a favore di una comunicazione più efficace e disinvolta tutta giocata sui social e senza contraddittorio.

Maria De Mauro

(Fonte facebook)

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