Onore a Giuseppe Conte (di Homo Videns)

L’uscita di scena del “terzo uomo” merita un breve commento;

e gli onori della resa. E non perché ha dimostrato di avere la schiena dritta; non perché ha dimostrato di non essere attaccato alla “poltrona”, una poltrona che difficilmente gli sarà mai più offerta. Ha dimostrato tutto questo; e non è poco.

Non è poco, in un paese dove uno dei due partiti dominanti toglie la fiducia al Governo, ma non ritira i suoi ministri; il “Truce” capo leghista non si dimette, avvinto alla sua poltrona; e, infine, con un salto mortale triplo, riconferma la fiducia al Governo da poco sfiduciato.

Certo: uno può pure fare il pagliaccio, specie d’estate, specie se si trova su una spiaggia; ma non può farlo a nome del Paese. Se poi uno è un ministro della repubblica, deve sapere che in quella veste rappresenta tutti noi; perciò deve sapere che non siamo tutti pagliacci. E se fa il pagliaccio, non ci rappresenta tutti. Al massimo può rappresentare alcuni suoi fan.

Abbiamo visto un teatrino da bassifondi, in cui la politica italiana, agli occhi del mondo (non solo di chi non si riconosce nei suddetti comportamenti), ha fatto una figuraccia.

Ebbene, Giuseppe Conte merita gli onori non soltanto per quello che dicevo, ossia la sua dignità personale, ma soprattutto per aver ridato dignità alle nostre istituzioni rappresentative. E di questo gli siamo grati. Poi, certamente, ha aspettato troppo, ha subìto troppo. Certo, dal punto di vista politico ha commesso un sacco di errori, imputabili forse più che a lui, all’altro contraente del contratto, ossia il M5S. Lo dicono in molti; e gli errori politici resteranno nella storia del defunto Governo.

Ma nella storia della nostra Repubblica resterà anche la sobrietà con la quale, nel suo ultimo atto, Conte ha ricordato al ministro “Truce” gli atti imperdonabili che ha dovuto paternamente sopportare per mesi, specialmente negli ultimi 4 mesi. Rimarrà nella storia la signorilità del suo discorso, l’insistenza con la quale ha rimarcato le ragioni “oggettive” della crisi di governo; la durezza asettica del suo ragionamento, priva di risentimenti personali (che pure ci sono e forse sentiremo nei prossimi giorni). E di questo non possiamo che ringraziarlo.

Una signorilità, una pacatezza, degne di altri tempi; come un capitano che sà di stare affondando inesorabilmente con la propria nave; nel compimento del proprio dovere.

Onore a Giuseppe Conte!

(Homo Videns)

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