Pasquale Lucarella che per tanti anni ha distribuito dolci alla nostra Mesagne, non c'è più.

Pasquale Lucarella se ne è andato in punta di piedi, in modo sereno, tranquillo ed ha rispettato negli ultimi tempi della sua vita quelli che erano i parametri del suo carattere.

In molte circostanze, nella  cronaca di un paese di una comunità, si parla sempre degli organi Istituzionali e dei vari concittadini illustri, dei Sindaci, degli Assessori di coloro che determinano la vita di tutta la città. La storia di un giorno, gli episodi quotidiani, ma soprattutto le cose che cambiano le abitudini della gente, generalmente passano inosservate. Qualcosa del genere è legato al Laboratorio di Pasticceria di Lucarella.

 

Pasquale si era formato nella scuola dei maestri pasticcieri della famosa Sem di Taranto ed una volta appreso l’entroterra culturale ed operativo del “dolce” tentò di aprire una nuova esperienza di vita in quel di Parma aprendo un laboratorio. Le cose andavano abbastanza bene ma la compagna guardava e parlava sempre di quel suo profondo Sud e ricordava il Salento passionale. Ed a quel punto una svolta con la perdita del padre e la decisione di tornare. Così silenziosamente Pasquale decide, dopo appena due anni, di ricominciare daccapo e tornare nella sua terra; si guardò intorno e pensò che la provincia di Brindisi dove c’era già Il cognato Romolo e la sorella con il laboratorio di pasticceria, poteva essere la sua nuova destinazione.

Erano gli anni ’60 e si cominciava a respirare qualcosa del fenomeno che in seguito fu chiamato il “miracolo economico”. Pasquale immaginava che la Piazza di Mesagne poteva essere migliore di quella di altre della provincia di Brindisi dove in San Pietro Vernotico c’era la tradizione della famiglia Ostuni, gestori del “Bar della Borsa” a Lecce e detentori di una tradizione pasticciera molto antica ed a Brindisi c’era, anche se proprio alla fine, la presenza di pasticcerie rinomate come “Sica” ed “Imperiali” nella parte centrale di Corso Umberto.

Mesagne lo attrasse, c’era un punto di appoggio e riteneva di poter portare delle novità alla città convinto, comunque, che la domenica poteva cominciare, in termini diversi, aggiungere qualcosa ai frutti di mari (ricci in particolare) e alla frutta secca, uniche tradizioni radicate nella nostra Mesagne.

Ed in via Marconi il Laboratorio di Pasticceria cominciò a lavorare e man mano …  a produrre sempre di più!

All’epoca non c’era la colazione della mattina con cornetti, flauti e krapfen; alcuni bar avevano da poco chiuso l’epoca del caffè fatto con le famose macchine “Fiamma” e cominciavano timidamente a trasformare la loro presenza nella città in termini diversi; Nuccio Franco, Mingolla (alias Frichilloni), Peppino Verardi (Bar Ideale) avevano completato la loro esperienza, chiudendo l'attività commerciale ed il bar Porta Grande, il Bar Commercio, l’American Bar, il Bar Zellino (ex Pittu Cavaliere) viaggiavano verso nuove esperienze.

Ed in quegli anni, Romolo lo si vedeva ogni mattina con le paste alla crema negli appositi contenitori che, soprattutto la domenica, cominciarono a fare la loro presenza in gran parte dei bar mesagnesi e Pasquale a gestire il Laboratorio ed a cominciare a vendere direttamente.

E poi a seguire … una storia continua a base di millefoglie, cassate, bigné con crema chantilly o pasticciera ed ancora deliziose, veneziane, cannuoli, per arrivare poi alla pasticceria mignon per una alternanza di dolci sapori.

Pasquale è stata la persona che ha distribuito il “dolce” a Mesagne, che ha segnato con la sua semplice presenza un modo di sentire la domenica (e non solo) a tavola, che ha dato colore ai compleanni ed alle feste di vario genere ed ha fatto capire che, molte volte basta una scelta semplice per rendere più gustosa la giornata.

Ha lasciato una scuola di pasticceria senza corsi ma semplicemente con suggerimenti; il genero, il nipote continuano a misturare farine con zuccheri e creme con i soliti canditi inconfondibili e probabilmente il lavoro di Pasquale resterà nel tempo in modo anonimo, alla sua maniera ma con prodotti che sono testimoni di colori, di sapori che non hanno mai deluso le persone, grandi o piccini che siano.

E se ne è andato silenziosamente proprio nella giornata di sabato, il giorno di maggior lavoro, il giorno in cui preparava tutti gli ingredienti per confezionare paste e torte della domenica, il giorno in cui andava a riposare presto perché doveva cominciare a lavorare a notte fonda.

Ed in questo sabato se ne andato a riposare molte ore prima del solito e questa volta non per andare a lavorare ma per iniziare, da credente qual era, un nuovo corso esistenziale … un cammino per l’universo molto lungo forse su una strada fatta di zucchero raffinato ed intrisa di semplici canditi, magari con qualche mela e o frutta di marzapane presenti come se fossero piccole e certamente gustose pietre.

Il viandante azzurro

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