Friolo: due comunicati, il primo sui direttori Asl ed il secondo sulla legge Severino.

“D.G. asl, tutto bene quel che finisce bene. Ma i cittadini?"

Di seguito, una nota del consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della III Commissione Sanità Maurizio Friolo.

“E così tutto bene quel che finisce bene. I direttori generali delle Asl sono arrivati alla conclusione del loro mandato senza affrontare lo scoglio anche mediatico della verifica di metà mandato prevista dalla legge, e a nulla è servito al sottoscritto chiedere ripetutamente gli atti, per correttezza nei confronti dei cittadini e dell’opinione pubblica. E alla fine del percorso hanno ricevuto dalla giunta -con un’unica eccezione- una bella promozione, non è dato sapere se per meriti effettivi e brillanti risultati conseguiti, oppure per volontà di non infierire (essendo prossimo il pensionamento), o per assicurare loro anche il premio di produttività finale.

 

Chissà se però anche i cittadini hanno avuto la stessa percezione in questi anni, della sanità pugliese. E quanto sono stati contenti delle liste d’attesa infinite, dei disservizi ovunque spacciati per servizi, di uno scadimento generalizzato delle prestazioni erogate –per quantità e qualità-, parametri e indicatori evidentemente distanti dalle valutazioni della giunta, che ha introdotto altri criteri, personalissimi e politicissimi. Il disastro della sanità pugliese passa anche da questi comportamenti, purtroppo, e il finale anche di questa storia non poteva essere allora diverso”.

 

Legge Severino interpretata in maniera opposta

Di seguito, una nota del consigliere regionale di Forza Italia Maurizio Friolo.

“Due casi analoghi: il sindaco di Napoli Luigi De Magistris condannato in primo grado per una vicenda legata alla sua precedente esperienza di pm, e sospeso dalla carica di primo cittadino per gli effetti della Legge Severino. Il sindaco di Fasano Lello Di Bari e il consigliere regionale (allora consigliere comunale, sempre a Fasano) Fabiano Amati condannati in primo grado per una vicenda amministrativa, con il collega Amati sospeso dalla carica di consigliere regionale sempre per gli effetti di una legge che, a parere anche del sottoscritto, presenta evidenti profili di incostituzionalità, per la mancata equiparazione tra figure istituzionali (per altri scatta solo con la sentenza definitiva della Cassazione, è bene ricordarlo).

Il sindaco De Magistris  si è rivolto al Tar per bloccare la sospensione, e i giudici hanno accolto la fondatezza della questione di legittimità costituzionale, bloccando così la sospensione e permettendogli  di tornare a esercitare il ruolo per il quale era stato eletto. Il consigliere Amati ha preferito invece rivolgersi alla sezione civile del Tribunale di Bari, che non ha ritenuto invece di rinviare gli atti alla Consulta per il giudizio di costituzionalità, e confermando la sospensione per lui, peraltro in un momento delicato per il suo mandato e per la sua carriera politica. Due interpretazioni opposte, con stridente e preoccupante evidenza.

Ribadisco quindi la mia piena solidarietà al collega Amati e al primo cittadino di Fasano, già espressa pubblicamente in occasione di una sospensione che continua a suscitare sempre più perplessità. Destinate ad aumentare dopo la decisione dei magistrati del Tar campano”.

 

 

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