Scoditti scrive a Vendola per l'emergenza abitativa.

Illustre Presidente,

Le scrivo per sottoporre alla sua attenzione e, soprattutto, alla sua sensibilità un problema che comincia a diventare insostenibile. L’emergenza abitativa è ormai una emergenza di carattere sociale. Non parliamo più di una ristretta fascia di popolazione, rispetto alla quale il Comune di Mesagne ha sempre garantito assistenza e supporto. Oggi parliamo di una diffusione del fenomeno a larghissima scala. Il quadro è desolante: quotidianamente si moltiplicano gli sfratti per morosità, legati all’impossibilità di pagare gli affitti. Moltissimi, a causa della drammatica crisi economica, hanno perso le uniche, minime fonti di reddito. Le richieste di sostegno economico si accumulano sulle scrivanie degli uffici. Così come in Comune sono all’ordine del giorno vere e proprie file di persone che chiedono il bene più prezioso: un tetto sotto il quale potersi rifugiare, poter portare la propria famiglia, i propri figli. Non è raro il caso in cui si tratti di nuclei familiari con parenti disabili e ammalati. Un Sindaco di fronte a tale situazione si trova in uno stato di profonda sofferenza.

Mi rendo conto che si tratta di un problema condiviso da molte altre realtà a livello regionale.

Come Comune, in un primo momento, avevamo messo a disposizione un edificio pubblico, nato nel periodo del Giubileo per l’accoglienza dei pellegrini, e che al momento ospita provvisoriamente cinque nuclei familiari in condizione di difficoltà. Ma non basta. Non basta assolutamente. Le condizioni di disagio si sono triplicate rispetto al passato. Per questo motivo, attraverso apposito bando, abbiamo provveduto alla nuova formazione di una graduatoria per l’assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica dello IACP e di altri immobili di proprietà comunale. Sono pervenute centinaia di istanze a fronte di un massimo di sette abitazioni, di cui diverse da ristrutturare. Questo significa che la maggior parte dei richiedenti resterà ancora una volta senza una casa, senza un reddito, senza dignità di Cittadino.

Nel frattempo altri Cittadini (lavoratori licenziati, interi nuclei familiari che ricevono intimazioni di sfratto che diventano, in poco tempo, esecutivi) hanno perso ogni fonte di reddito.

Quello che Le chiedo è una immediata attivazione delle necessarie e, ormai, improrogabili Politiche abitative adeguate alla reale condizione del territorio. Le chiedo anche e soprattutto di valutare la possibilità di un intervento finanziario straordinario che eviti una vera e propria rivolta sociale, o di interessare le opportune sedi istituzionali per bloccare almeno l’esecutività degli sfratti. Conosciamo il recente provvedimento che ha posticipato di alcuni mesi l’esecutività degli sfratti, ma purtroppo tale azione è insufficiente perché non considera la morosità arretrata.

Presidente, noi Sindaci ci sentiamo in prima linea su un fronte di guerra senza avere possibilità di difesa alcuna.

Io comprendo e condivido gli interventi che la Regione ha messo in atto a favore dei giovani e delle imprese, ma in questo momento mi permetta di sottolineare una emergenza sociale che è indifferibile.

Sarà nostro gradito ospite qualora volesse toccare personalmente con mano la situazione in cui si trova il Comune di Mesagne, così come credo molte altre città della regione.

 

Con stima, La saluto distintamente

 

 

Franco Scoditti

 

 

 

 

 

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