Una nota del Sindaco Scoditti su Mesagne e l'Assessore Saracino.

La libertà di informazione presuppone una conoscenza precisa e puntuale dei contesti. Tutti abbiamo il diritto di parola. Peccato che non tutti ricordino che c’è anche un dovere di conoscenza dei fatti. Mi permetto di esternare questi “pensieri” per una semplice ragione: sono il Sindaco di Mesagne e in quanto tale conosco la mia città forse molto meglio di chi pretende di inquadrarla in poche pagine di cronaca giudiziaria. Certamente molto meglio di chi pensa di poterne cogliere la personalità in poche righe partendo, peraltro, da una vicenda complessa che non può essere accostata ad una chiacchierata sulla legalità, così tanto per gradire.

 

E dato che poco è bastato per far diventare tutti esperti di deontologia forense, mi sia consentito un passaggio sulla deontologia giornalistica. Un professionista dell’informazione ha il dovere di raccontare la verità, di rispondere a valori imprescindibili come l’onestà. Quando si racconta la verità si narrano i fatti. E abbiate pazienza: il commento personale lo si concede solo a chi vuole stimolare la pubblica opinione. Nell’articolo in questione non ho letto stimoli alla riflessione ma solo un tentativo di screditare la comunità, di ridicolizzare Mesagne, definita “ridente cittadina ritenuta la culla della sacra corona.” Mesagne, come ogni altra realtà comunitaria, è espressione eterogenea dell’umanità. Questo significa che oltre ad essere definita “culla della sacra corona” è anche molto altro. La “ridente” cittadina messapica è storia, cultura popolare, saggezza antica. E’ capacità di riscatto dalle logiche criminali. E’ spazio urbano aperto e libero dalle gabbie dell’illegalità. E’ scuola, ambienti formativi nuovi a disposizione dei giovani talenti. E’ accoglienza e solidarietà. E’ inclusione e attenzione al disagio. Una città che ha fatto della dignità collettiva una bandiera. E’ terra confiscata alla mafia e trasformata in virtuosa realtà produttiva. E’ la città che ha pianto Melissa ma che ha dichiarato guerra all’ignoranza delle etichette sociali che, anche in quell’occasione, aveva azzardato ipotesi di moventi. L’amarezza di oggi è tanto mia quanto di chi è da sempre impegnato per lo sviluppo della città. Sarebbe il caso di riequilibrare i giudizi e di non usare due metri e due misure. Pur apprezzando il capoluogo per tutto ciò che esprime in termini di vivibilità, non credo francamente che debba essere meno esposto mediaticamente sul piano della sicurezza urbana o che possa vantare dal punto di vista dell’immagine un passato amministrativo ineccepibile. Non credo, inoltre, che sia tanto più sicuro di altri paesi, come dimostrano da tempo i tanti episodi delinquenziali che si verificano.

Mi sembra poco edificante affermare che Mesagne è la “città che in massa voleva adottare il cagnetto di Piccolo Dente” o peggio ancora dire che “la processione della Madonna del Carmine faceva tappa sotto casa di Pasimeni”. Va chiarito che non è assolutamente mai accaduto che qualcuno avesse avanzato l’ipotesi di adottare il cane, diventato così famoso. Così come è fuori da ogni logica affermare che una processione faccia tappe fuori da un percorso ormai secolare. E sottolineo che i circa 27mila abitanti di Mesagne non possono essere considerati una massa collusa con la Sacra Corona. Così come non vennero considerati una massa dedita al contrabbando i cittadini di Brindisi, quando la città veniva identificata come patria nazionale del contrabbando di sigarette.

Nello specifico della “bufera” sollevata dal Movimento 5 Stelle vale la pena di riflettere seriamente sul ruolo del difensore penale oggi. Ma non con le chiacchiere. La riflessione deve partire dalla consapevolezza che l’avvocato non deve essere mai confuso con l’assistito. Personalmente esprimo totale e incondizionata solidarietà nei confronti dell’Assessore Rosanna Saracino. Si tratta di una professionista capace e seria che ha saputo gestire entrambi i ruoli con estremo equilibrio, con competenza e rigore. I commenti che hanno popolato i social network si definiscono da soli in tutta la loro pochezza. L’assessore Saracino ha avuto il merito di accettare un incarico istituzionale complesso, a metà mandato. E’ amministratrice sempre presente, capace, preparata, dotata di sensibilità e disponibilità. E’ stata colei che ha effettuato insieme alle squadre tecniche i sopralluoghi sotto la pioggia battente dello scorso ottobre. Tanto basta per testimoniare il fatto che non si risparmia mai di fronte alle esigenze della città.

Il resto, per quanto mi riguarda, e dunque per quanto riguarda il Sindaco, è inutile tentativo di fare rumore.

Il Sindaco Franco Scoditti 

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