Educare alle differenze: i ragazzi dell’“Epifanio Ferdinando” si interrogano.

“Ma ci sarà un altro incontro?” Questa la domanda che un nutrito gruppo di alunni delle classi II A, III A e II B dello Scientifico con un gruppo molto ampio di rappresentanti di ogni classe del Tecnico commerciale hanno rivolto ai docenti Maria Conversano, Adele Rini, Elena Calò e Maria Antonietta Muscogiuri al termine dell’Incontro “Differenze di genere, omofobia e transfobia” tenutasi il 15 Aprile presso l’Istituto "E. Ferdinando" di Mesagne.

Consapevole infatti della necessità di educare alle differenze e al rispetto degli altri contro diffuse forme di pregiudizio e di discriminazione, la scuola ha accolto l’invito della Commissione Pari Opportunità e le richieste degli allievi, manifestatesi anche nelle Assemblee di Istituto, a trattare l’argomento delle differenze di genere e dell’identità sessuale.

L’incontro realizzatosi in due giornate diverse, il primo il 15 Aprile dalle 15:00 alle 18:00 nell’aula d’informatica dello Scientifico e il secondo, tenutosi il 16 Aprile dalle 9:00 alle 12:00 nell’aula magna dello stesso, è stato guidato, con garbo e competenza, dalla psicologa Roberta Cuppone che, già alunna del Liceo, svolge ora la sua attività a Firenze nel seno dell’associazione “Ireos” i cui volontari e psicologi si occupano della cultura, della salute e del benessere delle persone LGBT.

Inizialmente gli alunni hanno svolto un’attività ludica che li ha portati a rispondere in modo netto ad alcune domande inerenti ai tradizionali ruoli maschili e femminili. Il gioco ha offerto la possibilità di riflettere sul significato di “stereotipo” e di volgere la funzione con la tecnica del brainstorming ad altri stereotipi riguardanti gay, lesbiche e transessuali. I ragazzi sono stati quindi guidati a interrogarsi sul concetto di identità sessuale e sulle sue quattro componenti che sono state opportunamente illustrate. Un secondo momento ludico interattivo le cui domande erano volte a indagare gli atteggiamenti dei ragazzi e delle ragazze rispetto alle persone LGBT, ha favorito una riflessione sulla cultura etero normativa in cui viviamo. Nuovi termini come “eterosessismo”, “omofobia” e “omonegatività” sono stati allora spiegati per chiarire come il non adeguarsi a ruoli di genere dia spesso adito a forme discriminatorie. A questo punto tre volontari che accompagnavano la psicologa hanno fornito le loro testimonianze sui coming out e sulle reazioni famigliari e più ampliamente sociali.

Molti gli interrogativi posti dai ragazzi e molte ancora le questioni lasciate aperte da questo incontro che ha voluto solo costruire un approccio a problematiche che a scuola, nel suo necessario aggancio con la società, non può ignorare ma potrebbe approfondire nelle sue variegate sfaccettature. Perciò l’interessata richiesta degli alunni –“Ma ci sarà un altro incontro?”-non potrà essere ignorata.

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