Dieci operatori socio sanitari dal presidio di Mesagne all'ospedale "Perrino" di Brindisi.

L’Amministrazione Comunale di Mesagne esprime disappunto e perplessità rispetto alla notizia appresa dalla stampa locale circa lo spostamento dei dieci operatori socio-sanitari dal presidio di Mesagne all’ospedale “Perrino” di Brindisi. Condivisione, dunque, con la presa di posizione dei sindacati che hanno manifestato apprensione per i risvolti di carattere lavorativo. Il Sindaco Franco Scoditti e la Giunta sono fortemente preoccupati per quello che si configura, ormai in maniera chiara, come un depotenziamento del nosocomio messapico. Questi spostamenti portano a disservizi e difficoltà gestionali. Una struttura che ha già subito drastici ridimensionamenti non può, a questo punto, essere ancora ridotta sul piano del personale e delle risorse professionali.

 

Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale si riservano dunque la possibilità di chiedere, nei modi e nelle sedi opportune, espliciti chiarimenti al direttore dell’ASL di Brindisi, dottoressa Ciannamea, in ordine alle decisioni assunte. Un chiarimento generale rispetto al destino dell’ospedale mesagnese ma anche informazioni dettagliate sul trasferimento specifico. Si intende sapere, infatti, se risponde al vero il fatto che si sarebbe dovuto procedere con una ricognizione generale tra i vari presidi della provincia, prima di mettere mano all’organico di quello mesagnese. Conoscendo la serietà della dottoressa Ciannamea, l’Amministrazione non pone dubbi sulla legittimità dell’atto. Pur tuttavia esistono perplessità forti riguardo all’opportunità di tale decisione che pare essere stata assunta in maniera unilaterale senza valutare nella maniera idonea la mortificazione già sostenuta dal territorio messapico. Il “De Lellis” ha rappresentato in passato un punto di riferimento d’eccellenza in ambito sanitario. Non c’è bisogno di ricordare o elencare i reparti nei quali confluivano pazienti da tutta la provincia. E proprio alla luce di questa importante storia non si può ulteriormente tagliare e impoverire ciò che è rimasto operativo.

 

 

L’Amministrazione Comunale 

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