Sul CSS "botta e risposta" tra Edipower e Francesco Magno.

Edipower: a Brindisi solo combustibili certificati e conformi alle leggi
. In merito alle osservazioni sulla valutazione di Impatto Ambientale per la centrale Edipower di Brindisi, anticipate in questi giorni dal Prof. Magno e riprese da alcuni organi di stampa, desideriamo fornire alcuni elementi utili a riportare la discussione sul piano dei fatti, rimandando a successivi tavoli tecnici gli approfondimenti su tutti gli altri punti.



Desideriamo precisare che il CSS da portare a combustione nella centrale -per la produzione del quale A2A Ambiente richiederà a breve le autorizzazioni- è un combustibile ottenuto grazie alla tecnologia sviluppata da A2A Ambiente e soddisfa pienamente i requisiti del DM n. 22 del 14/02/2013 e anche del regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorization and Restriction of Chemical substances) dell’Unione Europea, che lo ha classificato, quindi, come prodotto. 
L’indicazione della classe 3.3.2 nello Studio di Impatto Ambientale è finalizzata a rappresentare unicamente un approccio prudenziale nella redazione dello stesso, infatti, le analisi già eseguite sul CSS in questione da A2A Ambiente in impianti analoghi della Società hanno evidenziato valori migliori di quelli prescritti per la classe CSS 3.3.2.



Inoltre, il progetto presentato da Edipower per la centrale di Brindisi si pone l’obiettivo di incrementare il recupero energetico delle frazioni residuali dei materiali non riciclabili. Infatti, grazie all’ulteriore lavorazione di questi materiali, risultanti dagli impianti di trattamento, valorizzazione e riciclaggio, sarà possibile produrre il CSS non partendo da rifiuti soldi urbani. 



È opportuno precisare che la centrale non sarà un impianto di trattamento/smaltimento termico di rifiuti solidi urbani, che verranno trattati in appositi impianti come previsto dal Piano regionale, ma solo l’utilizzatore del CSS. 

Ricordiamo, inoltre, come più volte affermato in questi ultimi mesi, che la produzione del CSS destinato alla centrale avverrà in un impianto progettato, realizzato e gestito da A2A Ambiente, che detiene il know-how, il brevetto internazionale e una consolidata esperienza nella realizzazione di impianti e loro gestione finalizzata al trattamento e valorizzazione dei materiali. 


Edipower, vista anche la tecnicità dei temi sollevati dal Prof. Magno, conferma come sempre la propria disponibilità ad affrontare e approfondire con le parti interessate e nelle sedi opportune gli aspetti riguardanti il progetto studiato per la centrale di Brindisi.



COMUNICATO STAMPA EDIPOWER



CSS Edipower: il prof. Magno risponde alla società
. Edipower, in risposta alle considerazioni fatte da Legambiente sulla nota stampa relativa alle “osservazioni” alla VIA prodotte avverso la co-combustione di carbone e CSS-combustibile nella centrale di Brindisi Nord, afferma di voler “fornire alcuni elementi utili a riportare la discussione sul piano dei fatti”.


Condividiamo il fatto che la discussione debba essere fatta sui tavoli tecnici che il Ministero attiverà per la richiesta di procedura di VIA e per la qual cosa siamo pronti e preparati, al punto che le “osservazioni” alla richiesta di Edipower sono state rimesse solo ed esclusivamente al Ministero dell’Ambiente. 
Che il CSS-combustibile fosse classificato come “prodotto” ed in classe 3,3,2 non vi sono dubbi, resta il fatto, inconfutabile, che tale classe rappresenta la “PEGGIORE”, in termini di qualità, del richiamato “prodotto” che, in quanto tale, può essere portato in co-combustione con il carbone. 


Che oggi Edipower dica che le analisi effettuate ultimamente hanno evidenziato valori migliori sul CSS, non è contestato, resta il fatto che vi è contrasto con quanto riportato nella VIA; per tale motivo ogni ulteriore considerazione appare superflua e va lasciata al giudizio di chi legge. 
Su una cosa dissento fortemente, nel momento in cui si afferma che il CSS non viene prodotto dai Rifiuti Solidi Urbani.
A tal proposito, per chi volesse approfondire l’argomento, riporto l’indirizzo sul quale verificare l’impianto di produzione di CSS della A2A al quale, credo si faccia sempre riferimento, anche in virtù del fatto che A2A Ambiente non ha ancora impianti di questo tipo (http://www.federambiente.it/Primopiano/CSS%20Bologna%20Roma/Scotti%20FISE%20ROMA-ppt.pdf)

Da questo sito si evince facilmente che il CSS viene prodotto dal 30% residuo, proveniente dai rifiuti solidi urbani, più un 10% residuale degli impianti di post trattamento della raccolta differenziata. 
Ed allora diciamola tutta, senza necessità di travisare la realtà. 
Il combustibile solido secondario (CSS) è suddiviso in due principali famiglie: il CSS ed il CSS-combustibile; il primo (CSS) è definibile come combustibile solido ottenuto da rifiuti non pericolosi (parte residuale dei RSU), il secondo (CSS-combustibile) è concepito come il "sottolotto" di combustibile solido secondario (CSS) per il quale risulta emessa una dichiarazione di conformità nel rispetto di quanto disposto all'articolo 8, comma 2 del Decreto ministeriale Ambiente 14 febbraio 2013, n. 22 e, quindi, nella propria classificazione, dalla migliore in classe 1,1,1 alla peggiore in classe 3,3,2 come proposto da Edipower.

Tale distinzione porta ad avere il CSS come parte del rifiuto non pericoloso (definizione come da art. 184, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006) e parte prodotto utile come combustibile.
Resta il fatto che l’origine è sempre dagli RSU, integrati ed arricchiti da raccolte differenziate e quanto altro possibile per ottenere la richiamata “dichiarazione di conformità”. Infine, proprio in virtù di quanto dichiarato da Edipower, in merito alla volontà di arricchire energeticamente il CSS prodotto, sfugge ad Edipower il fatto che la normativa vigente, in termini di contributi alla produzione di energia alternativa, pone dei limiti all’utilizzo dei “prodotti ibridi”, in funzione della presenza percentuale delle “biomasse”; verifichi Edipower quale è la percentuale di “biomasse” nel CSS che intendono portare in combustione, ancor prima di avere al certezza che la co-combustione possa garantire inviti certi all’immissione in rete dell’energia prodotta.

Noi sugli arricchimenti energetici del “CSS-combustibile” siamo particolarmente preoccupati in virtù del fatto che il miglioramento del potere calorifico inferiore (PCI) si può avere solo con maggiori quantità di polimeri plastici ed ancor più se plastiche pesanti e quindi clorurate.
Le preoccupazioni stanno nel fatto che la il Gruppo 4, nel quale è prevista la co-combustione, non ha la stessa temperatura (omeotermo) e, per la presenza delle plastiche clorurate, nelle così dette “zone fredde”, verranno sicuramente a formarsi diossine, furani ed IPA. 
Sicuramente si avrà modo di chiarire questi e molti altri aspetti su quel tavolo tecnico al quale Edipower fa riferimento; per il resto noi di Legambiente continueremo la nostra azione di volontariato a servizio della cittadinanza ed a salvaguardia della salute pubblica.



COMUNICATO STAMPA PROF. FRANCESCO MAGNO (DIRETTIVO LEGAMBIENTE BRINDISI) 

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