Portaluri: la relazione nella III commissione Sanità sulle evidenze di danno sanitario a Brindisi.

Regione Puglia 
- consiglio regionale - 
III commissione sanità
 - Bari 24.3.2014. Sintesi delle evidenze di danno sanitario nella popolazione di Bbrindisi e proposte di intervento. Nel 2012 per iniziativa del’Amministrazione Comunale di Brindisi un gruppo di professionisti di varia estrazione scientifica raccolse i dati ambientali e sanitari sino ad allora disponibili in una ricca relazione che da qualche mese è consultabile sul sito web della Città di Brindisi. Il gruppo di lavoro concordò unanimemente su alcune proposte che sono riportate nelle ultime pagine della stessa relazione. (Allegata)
Si farà qui un rapidissimo excursus delle evidenze sanitarie sulla popolazione brindisina. 1) Sin dagli anni ’80 la mortalità degli uomini di questa città risulta superiore rispetto alla media regionale. Si ricava facilmente dai dati ISTAT pubblicati nel 2008 in uno studio di Gianicolo ed altri. Si parla di 15-20 decessi in più ogni anno per tutte le cause su un totale medio di 320 decessi annui negli anni 1981-90 ed altrettanti su un totale di 350 annui nel decennio 1991-01.

Dal 2006 al 2009 secondo i dati dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale i decessi in più sono stati 12 ogni anno.
Si può ben concludere, con stima cautelativa, che nel trentennio 1980-2010 i decessi in più siano stati non meno di 400.

2) Nel 2004 veniva pubblicato uno studio di popolazione intorno all’area industriale che rilevava un eccesso di mortalità nei primi due chilometri dal petrolchimico per i tumori del polmone, del sistema linfoematopoietico e della vescica negli anni 1996-1997. (Case-control study on cancer risk associated to residence in the neighbourhood of a petrochemical plant. Belli S, Benedetti M, Comba P, LagravineseD, Martucci V, Martuzzi M, Morleo D, Trinca S, Viviano G. 2004. Eur J Epidemiol. 19(1):49-54.).

3) Nel 2011 alcuni ricercatori hanno pubblicato dati relativi al periodo 1999-2001 che mostrano chiaramente come nel primo chilometro di distanza dall’area industriale si sia verificato un rischio doppio di tumori al polmone ed alla vescica. Anche il rischio di Linfomi non Hodgkin e Leucemie è aumentato al decrescere della distanza. (Spatial analysis of the risk of multiple cancers in relation to a petrochemical plant.Environmetrics wileyonlinelibrary.com) DOI: 10.1002/env.1138 Calculli C,Pollice A, Serinelli M).

4) Dopo il 2008 sempre grazie allo stesso gruppo di ricercatori di alcuni istituti del CNR di Lecce e della ASL di Brindisi, tra questi il dottor Latini, si apprende che le malformazioni congenite nella città di Brindisi sono il 17% in più di quanto atteso in base al registro europeo delle malformazioni, il 48% in più per le sole malformazioni cardiache. In particolare dal 2001 al 2010 sono nati 189 bambini con malformazioni congenite, 3 in più ogni anno rispetto alla media europea. Ma c’è di più! Lo stesso gruppo di ricercatori ha dimostrato che nelle settimane di gravidanza in cui le malformazioni si generano, le mamme dei bambini malformati hanno respirato, sulla base dei dati delle centraline per il monitoraggio dell’aria, una concentrazione di SO2 superiore a quella respirata dalle mamme che hanno partorito bambini sani. l’ARPA Puglia certifica che il 90% della SO2 emessa a Brindisi proviene dalla produzione di energia. (1 – Gianicolo et al. BMC Pregnancy and Childbirth 2012, 12:165; 2- Emilio Antonio Luca GianicoloEnvironmental Research, 128 + (2013) 9-14. Congenital anomalies; Air pollution; Industrial exposure; Brindisi; Sulfur dioxide)

5) A gennaio 2013 un altro lavoro scientifico condotto sulla nostra popolazione mostra un aumento di ricoveri ospedalieri, dal 2001 al 2007, per malattie cardiache e respiratorie all’aumentare, anche nei limiti di legge, delle concentrazioni di SO2 e NO2 misurate in aria dalle centraline. Inoltre il rischio di ricovero aumenta quando i venti soffiano dal porto e dall’area industriale verso la città. Non è la quantità soltanto degli inquinanti ad essere nociva ma anche la loro qualità! (Acute effects of urban
and industrial pollution in a government-designated “Environmental risk area”: the case of Brindisi, Italy. International Journal of Environmental Health Research).

6) Molto recentemente uno studio nazionale ha stimato l’impatto sulla salute della popolazione adulta dell’inquinamento atmosferico in 23 città italiane tra cui Brindisi dal 2006 al 2009 rilevando in questa città un decesso all’anno attribuibile alle emissioni di PM10 (Epidemiol Prev.2013 Jul-Oct;37(4-5):252-62.[Short-term impact of air pollution among Italian cities covered by the EpiAir2 project]. [Article inItalian] Baccini M,Biggeri A; Gruppo collaborativo EpiAir2.)

7) Nel periodo 2005-2009 utilizzando gli archivi dei dati sanitari correnti alcuni epidemiologi hanno messo in evidenza come nelle donne la BPCO sia più frequente tra le residenti nel capoluogo rispetto alle residenti nei comuni della provincia.” (Stima della prevalenza di bronco pneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) nella provincia di Brindisi per gli anni 2005-2009, Antonella Bruni, Emilio Antonio Luca Gianicolo, Maria Angela Vigotti, Annunziata Faustini , in corso di pubblicazione su Epidemiologia&Prevenzione 38 (2) marzo-aprile 2014)

8) Infine il registro tumori pugliese per Brindisi ha pubblicato i dati del 2006. Ad una richiesta rivolta al Direttore Scientifico circa un confronto tra i tassi del Registro Jonico Salentino 1999-2001 ed il dato 2006 è stato risposto che l’incidenza nei MASCHI è passata da 385,8 a 395 per 100.000 abitanti e nelle DONNE da 265,23 a 318,4 per 100.000 abitanti ogni anno.

Il quadro fin qui delineato può ben rappresentare “un certificato di sana e robusta costituzione” che si conclude con una prescrizione di non idoneità della città a sopportare ulteriori nocività per la salute collettiva. Non a caso la Valutazione deL Danno Sanitario si farà anche a Brindisi e nella relazione presentata dal Prof. Assennato nel luglio scorso (allegata) si fa riferimento alle evidenze emerse dagli
studi qui citati sulle malformazioni e sui ricoveri ospedalieri quali basi e motivo della valutazione stessa. E’ ormai chiaro: i limiti di legge per i macroinquinanti non sono limiti sanitari, cioè non mettono al riparo dalle malattie, per questo bisogna ridurre le emissioni.
Il gruppo di lavoro riunitosi nel 2012 presso il Comune così tra l’altro concludeva:
“Adottare politiche per la riduzione delle emissioni massiche,da intendersi non solo in aria ma anche nelle altre matrici ambientali, autorizzando solo nuove attività industriali con minimo impatto ambientale e negoziando un programma di consistente riduzione degli impatti ambientali di quelle in esercizio, con particolare riferimento al settore energetico, con la progressiva riduzione del carbone,
combustibile notoriamente ad elevato impatto sanitario, e la pianificazione della sua sostituzione con metano, nonchè alle emissioni di benzene provenienti dal polo chimico.
Effettuare controlli frequenti sui combustibili in ingresso e le scorie prodotte
Potenziare i controlli sulle emissioni in aria, acqua e suolo”.

Molte altre indagini sanitarie ed epidemiologiche andrebbero condotte.

Ci si limita a ricordare quelle suggerite dall’Istituto Superiore di sanità: “La conduzione di uno studio di coorte dei dipendenti del petrolchimico e di alcuni comparti dell’area portuale …..studi geografici a livello sub-comunale. …..uno studio di biomonitoraggio, in modo da distinguere il ruolo delle esposizioni occupazionali da quelle ambientali.”
Non dimentichiamo i lavoratori dell’industria che hanno fornito un tributo di salute e di vita che nessuno finora ha voluto quantificare. Un tributo che viene ancora pagato da lavoratori della chimica, dell’energia, della cantieristica e della meccanica che continuano ad ammalarsi e a morire. E’ chiaro che gli eccessi di morti nel sesso maschile si spiegano in buona parte come “mal da lavoro”.

A Brindisi non si è svolto un processo come quello di Porto Marghera perchè non erano mai stati diagnosticati gli angiosarcomi. Quando nel 2011 sono stati diagnosticati non è successo nulla ugualmente.
I documenti citati sono allegati in formato elettronico

CONCLUSIONI 
Sono almeno otto gli studi che segnalano criticità sanitarie sulla popolazione di Brindisi (capoluogo). Un costante eccesso di mortalità maschile, dagli anni ’80 fino all’ultimo dato del 2009, probabilmente di origine occupazionale, una prevalenza di Broncopatia Cronica Ostruttiva nelle donne del capoluogo, una maggiore incidenza e mortalità per alcune neoplasie in prossimità dell’area industriale, un aumento del
tasso di incidenza per tutte le neoplasie dal 1999 al 2006, una una maggior incidenza di malformazioni neonatali in corrispondenza di più elevate concentrazioni di SO2 (marcatore di emissioni energetiche), incrementi di ricoveri e decessi per malattie cardio-respiratorie in corrispondenza di innalzamenti delle concentrazioni in aria di alcuni macroinquinanti anche entro i limiti di legge e con venti provenienti dall’area industriale.

Sulla base di queste ultime due criticità la Regione ha ritenuto che il SIN di Brindisi necessiti della Valutazione del Danno Sanitario.
Sul piano della prevenzione primaria vi sono sufficienti elementi per attuare politiche di riduzione dei rischi e delle emissioni industriali. Sia pure in presenza di una qualità dell’aria per i macroinquinanti caratterizzata da misurazioni al di sotto dei valori normati, così come per Taranto, le soglie di legge non si rivelano soglie di sicurezza sanitaria perchè eventi sanitari avversi si verificano per innalzamenti dei
macroinquinanti al di sotto dei tetti massimi previsti dalla legge.

La Regione ha l’opportunità di intervenire subito in quanto è aperta la procedura di AIA della Centrale Enel.

Dovrebbero essere rinforzate le attività di controllo su acqua ed alimenti nonchè le attività epidemiologiche per disporre di dati aggiornati almeno dalle fonti più facilmente accessibili (mortalità, ricoveri, CEDAP, abortività, farmaci ecc). Per le altre misure ambientali si rimanda alle conclusioni del gruppo di lavoro del Comune di Brindisi (appendice)

Sul piano delle prevenzione secondaria si dovrebbe dare attuazione anche con un finanziamento ad hoc al Centro Provinciale per la sorveglianza degli effetti sulla salute degli inquinanti ambientali e occupazionali con il compito di fornire ai lavoratori ex esposti a cancerogeni una adeguata sorveglianza sanitaria. Allo scopo il locale Dipartimento di Prevenzione ha presentato da tempo una interessante proposta alla ASL che non è stata finora adottata.

Sul piano della prevenzione terziaria in presenza di una così importante patologia cardio respiratoria è necessario correggere la programmazione regionale collocando nell’ospedale Perrino l’UO di Pneumologia in modo da realizzare anche l’Unità di Terapia Intensiva Respiratoria che può nascere solo in presenza di una rianimazione;
ripristinando la previsione di Cardiochirurgia e Chirurgia Toracica; potenziando con uomini e mezzi l’attuale offerta ematologica, oncologica e radioterapica.

Maurizio Portaluri
 Direttore OUC Radioterapia Ospedale “Perrino”Ricercatore Associato dell’Istituto Fisiologia Clinica del CNR Pisa-Lecce

 

Appendice dalla Relazione finale:

BRINDISI area ad alto rischio e sito nazionale per le bonifiche; Ipotesi di lavoro per la tutela della salute
consultabile al sito: http://www.comune.brindisi.it/web/component/content/article/1455.html

17 CONCLUSIONI E PROPOSTE
I dati consultati e raccolti da questo Gruppo di Lavoro, insieme con gli elementi conoscitivi apportati dai
dirigenti di Arpa Puglia e ASL Brindisi intervenuti agli incontri, permettono di concludere che l’industrializzazione di Brindisi, avviata negli anni ’60, ha prodotto un gravissimo inquinamento di suolo, falde e mare.
I dati forniti dall’Arpa negli ultimi anni attraverso le centraline per la qualità dell’aria mostrano un rispetto dei limiti di legge dei macroinquinanti misurati. Tuttavia, sono emerse alcune criticità con riferimento sia alla localizzazione delle centraline, sia alla gamma di inquinanti misurabili, sia alla misura di microinquinanti pericolosi ad oggi non monitorati con continuità.
Gli studi sull’impatto sanitario pur presentando il limite della mancanza di un registro tumori o di una datazione per alcuni di essi ferma all’inizio del decennio scorso, hanno mostrato in passato eccessi di
mortalità generale e per alcuni tumori, mentre studi specifici hanno rilevato eventi sanitari in relazione alle distanze di residenza dall’area industriale o in relazione all’innalzamento di alcuni inquinanti atmosferici, nonostante questi ultimi fossero in concentrazione inferiore ai limiti previsti dalla legge. Ciò evidentemente fa emergere l’importanza di una analisi non solo quantitativa ma anche qualitativa delle polveri. Destano preoccupazione i dati disponibili relativi alle malformazioni neonatali ed ai tumori della pleura.

Come messo in evidenza dai dati delle emissioni riportati, nella città di Brindisi si registra un elevato carico emissivo di diversi inquinanti molti dei quali con effetti cancerogeni (tonnellate di ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolato, metalli pesanti, benzene, IPA etc). Si fa presente che le emissioni provenienti da autodichiarazioni e o stime si basano sul funzionamento “normale” dell’impianto. Sono pertanto escluse emissioni accidentali che pure si sono rivelate molto frequenti.

PROPOSTE 
Avvio improcrastinabile delle attività di bonifica del suolo e sottosuolo fortemente inquinati. Si ritiene pertanto necessario:
1.Adottare politiche per la riduzione delle emissioni massiche,da intendersi non solo in aria ma anche nelle altre matrici ambientali, autorizzando solo nuove attività industriali con minimo impatto ambientale e negoziando un programma di consistente riduzione degli impatti ambientali di quelle in esercizio, con particolare riferimento al settore energetico, con la progressiva riduzione del carbone, combustibile notoriamente ad elevato impatto sanitario, e la pianificazione della sua sostituzione con metano, nonchè alle emissioni di benzene provenienti dal polo chimico.

2.Effettuare controlli frequenti sui combustibili in ingresso e le scorie prodotte

3.Potenziare i controlli sulle emissioni in aria, acqua e suolo
Ai fini della valutazione della relazione con esiti sanitari, sarebbe opportuno una ricostruzione storica delle emissioni dei vari impianti industriali.
Riguardo al monitoraggio in aria, data la complessità degli scenari emissivi, sarebbe necessario aumentare la distribuzione di sensori di Benzene, PM2.5 e IPA in considerazione delle emissioni industriali, ed effettuare campagne di misura di PM1 e nanoparticelle.
Effettuazione di campagne diffuse di campionatori passivi che coinvolgono aree estese della citta’.
Installazione di una centralina o realizzazione di campagne di monitoraggio, che includano anche
microinquinanti, nella zona prospiciente il porto (zona Marimisti, Fontanelle).
Attuazione del monitoraggio globale già previsto per Brindisi con il Piano di risanamento del 1998.


L’ARPA sia dotata del personale per le misure ai camini e le emissioni ai camini siano rilevate in continuo.
Studio accurato dei dati ambientali. Vista la gravità dello stato di inquinamento del territorio di Brindisi si rende necessario un approfondimento delle analisi riguardanti i risultati dei piani di caratterizzazione già prodotti, considerando la mole di dati ed il loro carattere spesso disomogeneo da un punto di vista spaziale e temporale. Tale approfondimento non è stato realizzato dal Gruppo di Lavoro per l’esiguità del tempo avuto a disposizione.
Realizzazione di una valutazione economica dei costi dell’inquinamento a Brindisi ( seguendo la metedologia dell’EEA)
Nel settore ambientale e sanitario il Comune dovrebbe farsi carico di politiche di openData, rendendo libero, gratuito ed agevole il ri-utilizzo dei dati già in suo possesso (quelli provenienti da ARPA) e quelli acquisibili da altre organizzazioni (asl, osservatorio epidemiologico).

Il tutto conformemente alle recenti disposizioni normative del Governo e della Regione Puglia sul tema del libero accesso e del riuso della informazione prodotta dalla PA.
Per realizzare politiche di prevenzione basate sull’evidenza scientifica, il Comune dovrebbe richiedere
l’aggiornamento e la pubblicazione continua dei dati del registro tumori, la sistematica elaborazione dei dati sanitari in possesso della ASL – cause di morte, cause di ricovero, consumi di farmaci, esenzioni ticket, accessi al pronto soccorso, ecc – o di altri enti pubblici su infortunistica stradale, lavorativa, malattie da lavoro, infortunistica domestica, giornate di lavoro perso per malattia., ecc.
Sul piano della conoscenza epidemiologica si ritiene necessario richiedere al Ministero della Salute
l’aggiornamento ad anni più recenti dello studio SENTIERI con l’attuazione per Brindisi delle attività ivi
suggerite: “La conduzione di uno studio di coorte dei dipendenti del petrolchimico e di alcuni comparti
dell’area portuale con un’analisi di mortalità e di incidenza contribuirebbe a dimensionare il ruolo eziologico della componente professionale per alcune patologie, in particolare i tumori pleurico e del polmone.

Per approfondire il ruolo delle esposizioni sia occupazionali sia ambientali sulla salute dei residenti sarebbe opportuno acquisire dati sullo stato attuale dell’inquinamento ambientale, condurre studi geografici a livello subcomunale, realizzare mappe di esposizione della popolazione agli inquinanti emessi dai diversi impianti mediante modelli di dispersione Inoltre, sarebbe necessario valutare l’esposizione umana alle concentrazioni di inquinanti presenti nell’ambiente attraverso uno studio di biomonitoraggio, in modo da distinguere il ruolo delle esposizioni occupazionali da quelle ambientali.

”
Per l’attività di biomonitoraggio si propone la costituzione di una Bioteca frutto della collaborazione tra
Comune, ASL e ARPA, CNR ed aperta alla partecipazione dei cittadini, per monitorare gli effetti delle azioni di riduzione degli inquinanti.
Il Gruppo ritiene inoltre che sia necessario realizzare un Registro delle Malformazioni neonatali e che lo
studio delle coorti lavorative sia esteso anche a quelle dell’industria energetica, cantieristica e portuale. Si chiede inoltre di istituire un Registro degli ex-Esposti all’Amianto.
Il Gruppo di Lavoro non ha potuto occuparsi di altri determinanti di salute che pure rivestono un ruolo
importante e rispetto ai quali si raccomanda di svolgere ulteriori approfondimenti istituendo, per es., consulte ad hoc. Tra questi il controllo sugli alimenti, la bonifica delle aree contenti amianto con specifiche politiche di censimento e sostegno ai cittadini da parte del Comune, politiche della mobilità e dell’edilizia ecocompatibile, la salute intorno alle discariche comprese quelle abusive recentemente scoperte, la radioattività intorno alle centrali a carbone, politiche di riutilizzo spinto dei rifiuti che rendano inutile la loro combustione evitando l’impatto ambientale delle emissioni e dello smaltimento delle ceneri, l’impatto ambientale e sanitario delle attività portuali e loro ricollocazione lontano dagli abitati.


Sul piano assistenziale il Gruppo di Lavoro ritiene che l’entità dei rischi descritti richieda una valutazione attenta delle risorse a disposizione delle strutture deputate alla prevenzione sanitaria ed ambientale (Dipartimento di prevenzione della ASL, ARPA) ed alla diagnosi e cura delle malattie (strutture per la diagnosi e le cure delle malattie oncoematologiche, cardiorespiratorie, neonatali) ed un loro urgente adeguamento.
Per poter svolgere i numerosi studi di approfondimento necessari ad avere un quadro completo e aggiornato della situazione ambientale e sanitaria relative al territorio di Brindisi, il Gruppo di Lavoro propone l’istituzione di un Osservatorio permanente, costituito da un team multidisciplinare di specialisti, con operatori appartenenti alle varie branche scientifiche necessarie, allo scopo di fornire dati accurati utilizzabili dall’Amministrazione Comunale per politiche di risanamento ambientale.
Infatti tutte le predette attività richiedono un elevato contenuto conoscitivo.

Per questo il Comune potrebbe anche negoziare con le agenzie pubbliche della formazione e della ricerca percorsi scientifici ed educativi in grado di fornire figure professionali e conoscenze che aiutino a realizzare i cambiamenti necessari.
Si propone di pubblicare i documenti prodotti attraverso l’IPRES (Istituto Pugliese Ricerche Economiche e
Sociali) di cui il Comune è socio finanziatore e presso riviste di settore ambientale ed epidemiologico.

Il documento “Conclusioni e Proposte”, preliminarmente inviato a tutti i componenti del Gruppo, è stato
oggetto di integrazioni pervenute prima dell’incontro del 30.11.12, ed è stato ulteriormente sottoposto a
rilettura nel corso dello stesso incontro. Pertanto esprime il parere unanime del Gruppo di Lavoro.

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