Un nuovo centro storico: io i credo.

Una forma speciale a forma di cuore, straordinaria ricchezza in monumenti, un sito archeologico di enorme rilevanza,

2 porte d’ingresso, uno dei più grandi castelli del Salento, numerosissimi frantoi ipogei (molti dei quali ancora nascosti), piazze, vicoli, palazzi, chiese, case e ruderi, chianche, e ancora negozi, bed&breakfast, farmacie, ristoranti, pizzerie, bar, tabacchi, servizi, centri istituzionali, luoghi di culto religioso, luoghi dell’arte e della cultura, comunità di giovani, giardini (ci sono dei bellissimi giardini nascosti). Stiamo parlando del Centro Storico di Mesagne, un concentrato di eccellenze e particolarità, una città nella città.

A seguito degli anni bui in cui “Misciagnivecchiu” era luogo inaccessibile e pericoloso, alla fine degli anni novanta è stato dato vita ad un programma di recupero dell’area straordinario, che ha visto uno sforzo di cittadini ed istituzioni senza precedenti. La classe politica di allora, illuminata e caparbia, ha avuto la forza di immaginare una città diversa, mettendo mano ad una realtà che sembrava impossibile da cambiare.

Un piano di investimenti mirato, un restyling architettonico senza precedenti, l’ammodernamento delle aree, la partecipazione degli abitanti,un rinnovato clima di fiducia nella città tutta, una programmazione di eventi ed iniziative culturali, artistiche e di spettacolo hanno reso il Centro Storico di Mesagne un luogo culturalmente frizzante, turisticamente attraente ed economicamente vantaggioso. Agli inizi degli anni 2000 abbiamo assistito ad un vero e proprio Big Bang: la città vecchia all’improvviso è diventata un punto di riferimento per tutti i mesagnesi e per i migliaia di visitatori che negli anni hanno apprezzato le bellezze e goduto dei servizi dell’area. Una carica di energia sprigionata talmente potente da ripercuotersi per almeno un decennio. Piazza Orsini famosa in tutta la Puglia come salotto della Città e per anni identificata come la “Piazza delle Feste”, la Porta Piccola un luogo di ritrovo per giovani di tutta la Provincia, la Piazza dei Commestibil, il centro del cuore, l’ultima delle opere messe in cantiere e che avrebbe coronato quel complessivo progetto di rilancio. Il nostro Centro Storico ed i brand creati attorno ad esso hanno catalizzato per anni lo sviluppo economico e turistico del territorio. Oggi di quel gran lavoro si è persa traccia.

Per noi Centro Storico vuol dire scelta strategica per il futuro.

In un mondo globalizzato, la differenza la fanno la Storia, la Cultura e le Tradizioni di un popolo. Mesagne non si distinguerebbe dalle altre città se non avesse Quel Castello, Quella Porta Grande, Quel Parco Archeologico Messapico di Vico Quercia, Quel Frantoio Ipogeo, e via discorrendo. Siamo convinti che il Centro Storico possa funzionare ancora come punta di diamante nel rilancio dell’immagine di Mesagne. È il nostro asso nella manica, il nostro pezzo forte, il nostro grande tesoro, e non possiamo permetterci di disperderlo ancora una volta.

Le strategie da mettere in atto però devono essere nuove, serve una visione integrata di Città.

Il Centro Storico riparte se alla base di tutto c’è il COINVOLGIMENTO e la PARTECIPAZIONE dei mesagnesi. Confronto, co-working, ascolto, dialogo e scontro quando è necessario.

La “Democrazia Partecipata” è fondamentale per condividere la responsabilità delle scelte, anche nelle fasi più difficili. I cittadini devono sentirsi coinvolti, perché sono loro i primi custodi della Città.

Questa Amministrazione sembra amare il metodo dirigista, calando le decisioni dall’alto. Non si capisce bene in cosa consista la tanto decantata aria di cambiamento. Oggi il Centro storico ha bisogno di un programma integrato di rilancio, che veda al primo posto la riqualificazione urbana, partendo da Piazza dei Commestibili, la grande priorità. La piazza dei mesagnesi. La più grande opera incompiuta degli ultimi anni, diventata molto spesso luogo di degrado e di abbandono. Piazza dei Commestibili deve tornare a splendere, seguendo la sua vocazione naturale che è nell’Agroalimentare, edita in chiave moderna. Immaginiamo un “Centro dei Saperi e dei Sapori”, in cui vengano promossi i prodotti agroalimentari del territorio attraverso la realizzazione di botteghe per la commercializzazione e la degustazione degli stessi, ed individuando spazi dedicati alla formazione e alla promozione delle attività culturali inerenti i temi della Nutrizione, dell’Alimentazione e dell’Agricoltura sostenibile. Non dimentichiamo che il 2015 è l’anno dell’Expo, un evento che ha messo l’Italia al centro del Mondo proprio per questi temi e che noi non siamo riusciti a cogliere sotto nessun aspetto. Puntare sull’identità agroalimentare è oggi una scelta strategica essenziale.

Un piano straordinario di rilancio che abbia delle idee di fondo chiare e che si possa basare sulle delle linee guida precise:

  1. RIQUALIFICAZIONE DELLE PROFESSIONALITà: innanzitutto un Città è fatta di persone e di professionisti. Le professionalità, specie quelle che operano nel settore del commercio e dei servizi devono essere continuamente all’avanguardia: la conoscenza di una doppia lingua, l’aggiornamento continuo e costante sulle novità del mercato, la conoscenza della città.Questi processi devono essere continuamente stimolati ed incentivati
  1. TECNOLOGIZZAZIONE: vuol dire aggiornare i sistemi informatici,dotarsi di servizi di traduzione multimediale, realizzare impianti di illuminazione artistica, rete internet in wifi libera in tutta l’area
  1. INNOVAZIONE CULTURALE: aprirsi alle idee ed alle proposte dei cittadini e di coloro che vogliono far qualcosa per il proprio territorio. L’Innovazione Culturale è un fatto spontaneo, che deve essere assecondato e sostenuto, per esempio attraverso la concessione di spazi gratuiti per associazioni ed aziende, dando fiducia e supporto ai giovani che hanno idee lavorative originali, incentivando la creatività delle persone.
  1. PARTECIPAZIONE: degli abitanti in primis, ma aperta a tutti i cittadini. Nessuno deve sentirsi dispensato dal dovere di rilanciare la propria città
  1. RIQUALIFICAZIONE URBANA: proseguire il piano di ristrutturazione e di restauro degli immobili e di destinazione degli spazi, abbattendo le barriere architettoniche per chi ha diversa abilità
  1. TRASPORTI: Il piano dei parcheggi e dei trasporti cittadini deve cambiare. Non si può pensare di chiudere il Centro storico se non si pensa alle aree parcheggio e ad un piano della viabilità di nuova concezione che guardi alla sostenibilità e alla riduzione del traffico.

Pensiamo che si debba rilanciare il Centro Storico per rilanciare la Città di Mesagne, perché semplicemente ancora oggi Può FUNZIONARE. Vogliamo immaginarlo come la sintesi tra passato e modernità, tra tradizioni popolari e progresso tecnologico. Perché è possibile e perché noi ci crediamo.

Ultima modifica ilLunedì, 14 Dicembre 2015 13:26

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