Giovanni Fasanella: La guerra di Mesagne (Brindisi) sul busto del Maresciallo Messe

(e quello che di lui raccontano i documenti declassificati)

Mesagne, Brindisi. Costruito per onorare la memoria dell’illustre concittadino, il busto del Maresciallo d’Italia Giovanni Messe è rimasto invece nascosto per diversi anni nell’abitazione dei suoi familiari. A qualcuno, forse, era venuto il dubbio che non tutto oro era quello che luccicava. Ma all’improvviso, qualche settimana fa, il sindaco (ex Rifondazione comunista, alla guida di una giunta civica composta anche da ex fascisti, dicono) ha convocato il consiglio comunale per domani 22 ottobre. Tra i punti all’ordine del giorno, non solo la decisione di celebrare con una giornata di studi la memoria del Maresciallo, ma anche la scelta del luogo pubblico in cui esporre il suo busto, una volta recuperato tra le cianfrusaglie familiari. La ragione?

Secondo alcuni, per bilanciare politicamente la cittadinanza onoraria concessa a suo tempo a Liliana Segre. Altri aggiungono che non è estranea alla decisione del sindaco l’uscita di un libro, #Le MentidelDoppioStato (http://bit.Iy/MentiDoppioStato), in cui la figura di Messe appare dai documenti declassificati dei Servizi inglesi, americani e italiani in una luce diversa da come l’hanno raccontata parenti e amici. Libro che nella cittadina pugliese ha raggiunto picchi di vendita mai visti per la saggistica. Ne è nata una polemica furibonda. Da una parte, la giunta e qualche ex socialista («Ma allora, Togliatti?»). Dall’altra, l’Anpi, La Fondazione “Giuseppe Di Vittorio” (i loro comunicati li trovate sulle mie pagine Fb di ieri) e l’opinione pubblica mesagnese che conserva qualche ricordo del Maresciallo che servì il Regime sino al crollo del 1943, e che ora sa anche quello che fece negli anni immediatamente dopo la guerra.

Ora pare che il sindaco abbia deciso di sospendere l’iniziativa, rinviandola a tempi migliori.

Agli autori del libro è stato chiesto da varie parti di pronunciarsi. In realtà c’è davvero poco da dire, e credo di interpretare così anche il punto di vista di Mario José Cereghino. Francamente, di quel busto, ci importa davvero poco: lo mettano dove vogliono. L’importante è che, se si deve parlare di Giovanni Messe, lo si faccia con cognizione di causa. Perciò ben venga la giornata di studio, purché vi partecipino non solo gli amici e i parenti. Così, se un giorno qualche mesagnese dovesse trovarsi al cospetto di quella testa di bronzo rimessa a lucido saprebbe almeno chi avrebbe di fronte.

Nient’altro da aggiungere, se non riproporre ai lettori una piccola rassegna, solo alcune pilloline, dei documenti declassificati e pubblicati ne #LementidelDoppioStato in cui, non gli autori del libro, ma i Servizi inglesi americani e italiani raccontano il Maresciallo d’Italia Giovanni Messe da un’angolazione meno apologetica, diciamo.

Ecco:

(Milano, 3 ottobre 1945. L’X-2, al comando del capitano statunitense James Angleton (Oss) a Roma, invia un rapporto “Secret” a varie agenzie d’intelligence anglo-americane. “Il Movimento Tricolore”. Vi si legge:

Giovanni Messe è il «capo nazionale» del Movimento (…)

Si tratta di un movimento a «carattere cospirativo» (…)

«[…] I tricoloristi mirano a posporre il più possibile le elezioni per l’Assemblea Costituente; a rimettere in carica tutti i funzionari fascisti epurati dalle commissioni; a foraggiare i movimenti insurrezionali di sinistra, per avere così il pretesto di adottare misure reazionarie.»

Fonte: Nara, Stati Uniti d’America, Record Group 226, Entry 108A, Box 261, Folder Jrx-5560.

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Roma, 25 novembre 1945. Rapporto “Secret” del Counter Intelligence Corps (Cic) intitolato “Organizzazioni monarchiche”. Vi si legge:

Lee organizzazioni sono guidate da pochi leader, tra cui «il Maresciallo Giovanni Messe», il quale «dirige tutte le organizzazioni monarchiche».

«A loro dire, è vitale “rimettere le cose in ordine”. Tra questi violenti reazionari, si riscontra la presenza di Carabinieri e di giovani ufficiali dell’Esercito, elementi assolutamente convinti che la “Costituente” non prenderà vita. Ciò è da valutare alla luce delle informazioni trasmesse da una fonte attendibile, secondo le quali il generale Messe sta organizzando un colpo di Stato.

Il piano [del generale Messe] prevede:

- L’occupazione di tutte le caserme, con l’aiuto dei membri militari del movimento.

- L’occupazione degli edifici pubblici e delle sedi dei partiti politici.

- L’instaurazione di una dittatura militare apertamente favorevole alla monarchia.

- Il divieto di attività a tutti i partiti politici.»

Fonte: Tna/Pro, Gran Bretagna, Wo 204/12659.

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Roma, 21 giugno 1946. Rapporto dei servizi italiani intitolato “Voci di un complotto monarchico”. Vi si legge:

«Esiste in Roma un fortissimo movimento monarchico deciso a passare all’azione al momento opportuno con un colpo di Stato e rovesciare la Repubblica, diretto da generali, ufficiali superiori, esponenti di partiti e grossi industriali.

Sarebbero al corrente di tale movimento il generale Badoglio, il generale [Giovanni] Messe».

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Roma, 6 ottobre 1946. Nota dei servizi italiani. Vi si legge:

«Si sono costituiti clandestinamente i gruppi [Giovanni] Messe], Guzzoni, Sorice per eventuali movimenti [golpisti].»

Fonte: Archivio Centrale dello Stato (Acs), fondo Servizio Informazioni e Sicurezza (Sis), busta 41, fascicolo “Formazioni clandestine armate”

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Roma, 28 febbraio 1947. Rapporto dei servizi italiani intitolato “Il generale Messe e l’Upa” (Unione patriottica Anticomunista). Resoconto di di una riunione interna. Vi si legge:

«Anch’io – ha soggiunto [Messe}  – sono stato e sono fascista, ma ora non si può più parlare di fascismo e questo per almeno un ventennio, per non avere contro gli anglo-americani che hanno fatto la guerra al fascismo. Speriamo che vogliano modificare questo atteggiamento. È l’unica [la formazione di Muratori] delle tante formazioni militari aderenti al Fronte Internazionale Anticomunista che, similmente all’atteggiamento assunto dal gruppo autonomo Far [Fasci di Azione Rivoluzionaria], si ostina a proclamarsi fascista.

[Il generale Messe] ha poi parlato di un gruppo di fascisti a cui appartengono gli uomini della Gnr, del Battaglione M, della milizia [Mvsn] ed ex detenuti. Ha detto che questo gruppo è in gambissima, il più forte di tutti e il meglio organizzato e che sta ancora perfezionando la sua organizzazione, ma che soprattutto non parla di fascismo ma di anticomunismo, ed è il solo gruppo veramente serio che esista. Questo gruppo ha perfettamente capito la situazione e si adegua ad essa. Il gruppo ha diramazioni in tutta Italia.»

Fonte: Archivio Centrale dello Stato (Acs), fondo Servizio Informazioni e Sicurezza (Sis), busta 45, fascicolo LP113/Unione Patriottica Anticomunista.

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Roma, 8 agosto 1947. Nota dei servizi italiani sulle manovre occulte di De Gaulle in Italia:

«Le autorità sovietiche hanno comunicato ai dirigenti del Pci che gli anglo-americani, servendosi del generale Giovanni Messe, tenterebbero di costituire un movimento analogo a quello di De Gaulle esistente in Francia, aggiungendo che a tal fine il movimento degaullista avrebbe già inviati in Italia oltre 100 ex ufficiali dell’esercito francese, forniti di larghi mezzi finanziari e col compito di organizzare nuclei armati tra ex fascisti non compromessi col passato regime, per fiancheggiare un’azione di centro-destra.»

Fonte: Archivio Centrale dello Stato (Acs), fondo Servizio Informazioni e Sicurezza (Sis), busta 44, fascicolo LP39/Movimento anticomunista.

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Londra, 13 agosto 1947. La divisione Western Department (Europa Occidentale) del Foreign Office invia a Aubrey S. Halford – diplomatico inglese a Porta Pia e membro della “Sezione Politica del Comando Alleato, Roma” – un documento “Secret” intitolato “Italia. Movimenti di destra (n. 142)”.

A Londra, il rapporto viene inoltre trasmesso al MI5 (Security Service) e al Foreign Office Research Department (Ford). Vi si legge:

«A tale movimento [Unione Patriottica anticomunista] aderirebbero molti ex fascisti repubblicani [della ex Rsi], tra cui l’ex generale della milizia [Mvsn] Ludovico Muratori e anche il generale [Giovanni] Messe.

Questi [Messe], anzi, ne sarebbe attualmente il capo [dell’Upa], mentre il Navarra avrebbe avuto in un primo tempo l’incarico di capo di stato maggiore [dell’Upa], incarico dal quale sarebbe stato recentemente allontanato per incapacità o per scorrettezze amministrative. […] »

Fonte: Archivio Centrale dello Stato (Acs), fondo Servizio Informazioni e Sicurezza (Sis), busta 46, fascicolo LP124/Formazione Navarra.

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Londra, 11 settembre 1947. Un memorandum “Confidential” del Foreign Office – titolo: “La fine del governo di coalizione” (Il titolo si riferisce alla fine del governo di unità nazionale fra De Gasperi, Togliatti e Nenni, uscito di scena pochi mesi prima, il 31 maggio 1947) – afferma quanto segue:

«[…] Vi sono in Italia diciotto picole formazioni neofasciste. Tra queste, alcune sono armate e si addestrano militarmente.

Il leader più importante di questi gruppi (…) è il generale [Giovanni] Messe.

Fonte: Tna/Pro, Gran Bretagna, Fo 371/67767.

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Roma, 22 ottobre 1947. Nota dei servizi italiani intitolata “Comandi militari in collegamento con movimenti clandestini di destra”:

I comandi militari territoriali di Roma, Reggio Emilia e Napoli, e i comandi Cc di Padova e Milano, hanno stretti rapporti collaborativi col Fronte Anti Bolscevico e, contemporaneamente, con l’Upa [Unione Patriottica Anticomunista] del generale [Giovanni] Messe.

Fonte: Archivio Centrale dello Stato (Acs), fondo Servizio Informazioni e Sicurezza (Sis), busta 41, fascicolo “Formazioni clandestine armate”.

(Nella foto, Giovanni Messe con il Duce)

(Fonte Facebook)

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