Il centro storico di Mesagne e la lanterna ti ‘Ntunucciu ti li Tumminicani (di Erika Giordano)

Ormai Mesagne è diventato il luogo turistico più interessante della provincia di Brindisi.

Dopo il calo di Ostuni e la discontinuità di Brindisi nelle sere d’estate il centro storico di Mesagne è rimasto l’attrattiva di quanti hanno cercato un contesto sereno e vivere qualche ora con un gruppo di amici.

Non penso che tale risultato sia solo il programma stilato nel poco tempo a disposizione dall’Amministrazione comunale per il tramite di Maurizio Piro, direttore artistico della città; ricordo una considerazione fatta da una manager del turismo leccese, qualche anno fa in visita proprio a Mesagne. Esclamò semplicemente: “Meraviglioso” ed aggiunse che il centro storico di Mesagne era un valore incommensurabile che gli stessi mesagnesi non avevano messo in conto.

Ricordo che dopo aver espresso il mio apprezzamento per tale dichiarazione aggiunsi anche che non era l’unico centro storico salentino interessante dal punto di vista turistico, anzi in molte città vi erano bellezze monumentali ed attrazioni che probabilmente erano più all’attenzione del turista.

“Sì, -rispose- ci sono altri centri storici interessanti ed in provincia di Brindisi possiamo menzionare Ostuni ma Mesagne ha qualcosa in più dal punto di vista urbanistico”. E continuò: “Non ho mai visto un centro storico che oltre alla bellezza del Castello, della Chiesa Madre, di alcune strade veramente interessanti per i palazzi, offra tanti slarghi, tante piazze in un percorso ravvicinato. Entrando da Porta Grande possiamo menzionare queste particolarità una per una: Piazza Orsini del Balzo, Piazza IV Novembre, Piazza Criscuolo, Piazza Commestibili, Piazza Sant’Anna, Piazzetta dei Ferdinando, Piazza dei Giovannomo; questa è la caratteristica urbanistica che è il fulcro del successo di questo Centro storico, in altre parole la potenziale possibilità di poter organizzare qualsiasi evento, qualsiasi spettacolo, in un contesto particolarmente bello ed interessante in spazi ravvicinati”.

A questo deve aggiungersi che negli ultimi anni, si sono susseguiti le aperture di locali di ristorazione che oltre a selezionare una campionatura enogastronomica fortemente variegata hanno permesso di movimentare le serate e rendere il centro storico più accogliente. Di questi locali cercheremo di fare una ricognizione redazionale quanto prima.

Spetterà ai mesagnesi ora gestire questa possibilità nel migliore dei modi e spetterà all’Amministrazione cercare di mediare tra lo sviluppo della città, il miglioramento delle finanze comunali e di conseguenza di un riequilibrio delle risorse tra cittadini ed operatori economici.

Si sa tranquillamente che quanti gestiscono attività produttive sono poco inclini a pagare tasse, imposte ed orpelli vari in particolare a favore delle casse comunali tutte cose che sono considerate da sempre un surplus, e c’è sempre una classe politica che è ricattata dal voto elettorale e che difficilmente fa pagare il dovuto. Basti pensare alla questione degli spazi utilizzati nelle serate estive da ristoratori e gestori di bar all’esterno degli stessi locali che sotto gli occhi di tutti sono diventate “fisarmoniche” in funzione delle richieste serali da parte dei clienti. Ed a seguire la questione della odiosa tassa di soggiorno (1 o 2 €uro a persona) bloccata da sempre da una sparuta pattuglia di albergatori e gestori di B&B.

L’equilibrio deve essere perequativo e le risorse devono partecipare a risanare il bilancio diversamente il centro storico diventerà veramente come la famosa lanterna nelle mani di Ntunucciu ti li Tumminicani.

Si, proprio così, Ntunucciu ti li Tumminicani, al secolo Antonio Palermo, sacrestano per tutta una vita che chiuse la sua attività proprio nella Chiesa dell’Annunziata, parrocchia di Papa Chicchinu Campana.

‘Ntunucciu era un invalido civile, analfabeta che tra le altre cose era un ipovedente ma era un personaggio molto noto a Mesagne per la sua generosità e la sua bontà d’animo. Chi si interessa di argomenti locali sa che fu Romano Pignataro colui che coniò la frase della lanterna per dire che per un ipovedente era inutile.

Per il centro storico, quindi occorre essere molto più realisti nel riconsiderare tutto il problema; il prossimo anno ma possiamo dire a cominciare dal prossimo mese di ottobre bisognerà rimodulare i costi dei servizi, e proseguire per una strada che sia ottimale facendo intereagire l’arte, la cultura ed il tempo libero che possa raggiungere bambini, giovani, famiglie intere non dimenticando una idonea partecipazione alle spese di investimento.

Solo in questo modo il centro storico non sarà come la lanterna nelle mani di Nntunucciu ti li Tumminicani, cioè un cosa altamente inutile ma potrà contribuire ad una forte crescita economica della città.

Erika Giordano

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