Carlo Ferraro: sul consiglio comunale dell’8 agosto.

Con mia grande sorpresa ieri sera, in consiglio comunale, ho assistito ad un clamoroso rovesciamento delle parti:

da un lato una opposizione prudente, prodiga di consigli e raccomandazioni, paziente. Dall’altro una maggioranza sorda ad ogni invito alla prudenza, temeraria nelle sue decisioni che riguardano in fondo tutti i cittadini mesagnesi.

L’oggetto del contendere era l’approvazione di un “opificio industriale per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di prodotti farmaceutici di base” della Polycrystalline CDMO s.r.l., da collocare in una zona che un giorno, forse, diverrà industriale, dato che allo stato attuale ne esiste solo un disegno sulla carta e nulla più.

A nulla è valsa l’esperienza dell’ex sindaco Molfetta, che ha riferito dell’impossibilità di procedere all’esproprio preventivo dei terreni destinati a zona industriale, stante l’aumento vertiginoso del valore di quelli; a nulla è valsa la proposta di una via alternativa, pensata durante il suo mandato di Sindaco, e cioè la predisposizione di un piano PIP composto da comparti più piccoli da gestire nel tempo e a seconda della domanda di suoli da parte degli operatori. Soluzione che chiede ovviamente del tempo, e che a questa giunta, che ha una fretta inspiegabile, sembra non piacere.

A nulla è valso il mio appello alla responsabilità politica di certe scelte, responsabilità che vanno oltre il mero fatto che “le carte sono a posto”. È bastato che richiamassi alla memoria di tutti gli episodi del passato Giubileo, in cui “tutte le carte erano a posto”, fatto questo che  non ha evitato che gli amministratori e progettisti sfilassero davanti alla Procura della Repubblica, per scatenare la reazione stizzita di alcuni, manco avessi fatto sentire il tintinnìo delle manette nell’aula. Volevo solo rimarcare il fatto che non basta che le carte siano in regola con tutti i pareri favorevoli da parte dei vari enti, come è in questo caso, perché quello che veramente conta è il progetto politico che si ha in mente per la nostra città.

E non è servito nemmeno che il consigliere Dimastrodonato evidenziasse a quali danni economici si va ad   esporre il Comune: una volta che questo intervento si sarà insediato all’estremo limite di una zona industriale che, ripeto, non c’è né fisicamente né amministrativamente, i titolari dell’intervento avranno tutto il diritto di reclamare l’allaccio delle reti di acqua, luce e gas. Stiamo parlando di condotte che dovranno partire dall’ipermercato Auchan per raggiungere, due chilometri verso Brindisi, l’opificio in questione, e solo quello. Inutile rammentare che quelle condotte le pagheremo noi tutti, e solo per permettere ad un singolo operatore di insediarsi dove meglio crede, dove ha trovato un terreno a poco prezzo, invece di esaminare altre proposte, come quella di insediarsi accanto all’Apulia Diagnostic, della stessa proprietà, o in un'altra zona “F”, visto che oramai ci si può insediare anche in queste zone, stante la deroga di cui ha goduto la stessa Apulia Diagnostic.

È stato sconsolante riscontrare che, nonostante l’ampia ed approfondita discussione, a tratti anche preziosa per i diversi suggerimenti avanzati, la maggioranza non sia stata nemmeno scalfita nelle sue convinzioni.

Ad ogni obiezione dell’opposizione la maggioranza ribatteva  sordamente, senza rispondere a quelle obiezioni, ma solo per testimoniare la fedeltà ad una scelta che era stata già decisa al di fuori del consiglio comunale.

E non si capisce bene a cosa sia dovuta questa sordità da parte della Giunta; certo non è quell’ascolto di tutti che il Sindaco aveva promesso in campagna elettorale. E non è nemmeno la promessa di essere il Sindaco di tutti, visto che per agevolare una singola azienda, si sta pregiudicando la possibilità per altre aziende di allocarsi nel nuovo comparto PIP, dal momento che la “variante procedimentale” è rilasciata solo in via eccezionale e per una sola volta, in base all’art. 8 del D.p.R. 160.

Questa “variante procedimentale” appare più come un mostro giuridico che una soluzione valida per tutti, come dovrebbe essere nell’azione dell’operatore pubblico, perché è e rimarrà una cattedrale nel deserto,  cui tutti noi cittadini dovremo versare un grosso obolo per la sua esistenza, dal momento che noi tutti pagheremo gli oneri per la sua urbanizzazione.

Siamo ben coscienti del fatto  che i numeri sono tutti dalla parte della maggioranza, ma è legittimo chiedersi se si andrà avanti sempre così, in una continua dimostrazione di forza a prescindere, che nulla ha a che fare con l’ascolto e il buon governo. Abbiamo dichiarato pubblicamente che la nostra sarà una opposizione collaborativa, nel senso che non sarà mai pregiudiziale, ma valutando volta per volta la bontà delle decisioni della Giunta, e sempre in favore della comunità mesagnese; ma questa decisione non è affatto a favore della nostra comunità. Per questo abbiamo espresso il nostro voto contrario, contrario non di certo all’insediamento di un nuovo opificio a Mesagne, questo mai; ma contrario ai tempi ed ai modi con cui lo si sta facendo. Non si tratta di bloccare un’impresa, ma di garantire democraticamente la stessa possibilità a tutti gli altri operatori.

P.S.: le obiezioni ben fondate sono state molto più numerose, e da parte di tutti i consiglieri dell’opposizione, ma mi sono fermato alla più importante, in quanto rispetto sempre il tempo che il lettore mi può concedere per la lettura delle mie opinioni. Rispetto che il Sindaco non ha mostrato ieri sera, leggendo seraficamente le oltre 100 pagine del suo programma elettorale, invece di sintetizzarlo nelle “linee programmatiche” come preannunciato nell’ordine del giorno.

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