Lettera di Orsini al Sindaco Matarrelli dopo il consiglio comunale di ieri 9 luglio.

Dopo aver ascoltato la registrazione su “QuiMesagne” (che ringrazio per il servizio offerto, consentendomi di poter scrivere la nota di seguito riportata)

della seduta d’insediamento del consiglio comunale di Mesagne, in particolare l’intervento del sindaco con la parte inerente il “sentito e caloroso apprezzamento” dallo stesso rivoltomi, ho scritto una pec allo stesso sindaco dott. Antonio Matarrelli, protocollata alle ore 11.12 odierne, al nr. 20680/2019.

Ringrazio tutti coloro che in questi giorni mi hanno espresso vicinanza e solidarietà e chiedo venia sin d’ora per aver utilizzato questa modalità. Non essendoci altri spazi e modi per un “quisque de populo” di replicare ad un intervento d’imperio, tanto rancoroso quanto irrituale, non mi rimaneva che la scrittura. Per quanto mi riguarda, non ci saranno altre iniziative su questa vicenda che, peraltro, più che a me personalmente, ha provocato già non poche afflizioni alle persone a me vicine e più care, a tutela [anche] delle quali, ho avvertito la necessità ed il dovere di riscontrare l’intervento del primo cittadino.

Ed ora, si rientra nella dimensione domestica. Quella più congeniale. I libri sono lì ad aspettare: sarebbe un peccato (non solo) veniale farli attendere ancora.

Mesagne 10.7.2019

Egr. Dott. Antonio Matarrelli

Sindaco 72023 Mesagne  

Egregio Sindaco,

non avendo avuto la possibilità, per impegni lavorativi e professionali, di ascoltare in diretta l'altro ieri la seduta d'insediamento del consiglio comunale, ho ascoltato la registrazione sull'emittente "QuiMesagne” ed in particolare, la parte inerente il "sentito e caloroso apprezzamento" da lei rivoltomi nel suo intervento.

Preliminarmente, mi lasci dire che — pur essendomi stato preannunciato come un intervento colmo di astio - non immaginavo che il suo esordio nella massima assise fosse di tale natura: una caduta di stile, un pessimo esordio da primo cittadino, un intervento rancoroso di cui non se ne sentiva assolutamente il bisogno. In me e per me è rimasto solo il tempo di vergare queste righe; per lei, purtroppo, rimarrà agli atti ufficiali della prima seduta consiliare di questa consiliatura con impresso il marchio della rabbia e del rancore, espresso anche con una gestualità negativa inequivocabile, con cui è stato pronunciato. Sono certo, potendo lei fare sicuramente meglio, che quando le passerà, se non le è già passato, lo stato d'irritazione, anche lei vorrà rimuovere quel suo intervento.

Intendo subito evidenziarle, avendone lei fatto esplicito riferimento, che per le questioni prettamente politiche sarà il gruppo consiliare e/o la segreteria del PD ad occuparsene, come e quando riterranno e se lo riterranno. Non rivestendo attualmente alcun ruolo dirigenziale all'interno dello stesso partito, né lo sarà per il futuro, né partecipato a riunione post consultazioni, è del tutto evidente — ma non è ultroneo rimarcare - che non è mia intenzione prendere in questa sede alcuna posizione politica e la riprova del mio "disinteresse è data proprio dal fatto di non aver ascoltato, se non a tratti e solo nella parte iniziale, la seduta consiliare. Ciò, evidentemente, non impedisce che si possa essere "cittadini”. (come vede non ho usato alcun aggettivo con cui di solito si accompagna quel termine).

Da quel che ho potuto ascoltare - per la verità, ne ero ampiamente consapevole — ho notato che lei «non mi ha dimenticato», pur non rivestendo più alcun ruolo pubblico. Tengo ad evidenziarle di essere stato solo un candidato alle recenti elezioni amministrative, all'esito delle quali, ho preso immediatamente atto del risultato personale non soddisfacente, con ogni conseguenza sul piano del mio impegno politico, anche se questo, evidentemente, non è da lei ritenuto sufficiente per non “classificarmi”, come qualcuno che sta ad “inseguire” il suo cammino politico-amministrativo. Le posso però assicurare che non è assolutamente così, ho ben altre cose cui pensare, in primis gli affetti familiari e l'attività professionale, in questi anni un po’ trascurati: ne stia tranquillo.

Tutto ciò evidentemente non significa che lei - forse abituato da sempre ad agire in tal modo - possa con le sue rabbiose e volgari parole in Consiglio comunale, ove come le non dovrebbe essere difficile comprendere io non siedo più, "zittirmi” o, peggio ancora, "intimidirmi”. Se è questo che ha anche lontanamente pensato, le dico subito che ha sbagliato bersaglio. Ne scelga altri.

Cosi come non le è permesso e non le permetto di infangare e sfregiare la mia onorabilità come in modo sguaiato ha fatto l'altro ieri nel suo “monologo”', forse pensando ancora di godere della prerogativa dell'insindacabilità delle opinione espresse.

Riporto fedelmente uno stralcio delle sue parole pronunciate in consiglio: […] sapete che il Presidente del Consiglio di questa Città dal 2010 al 2015 si è fatto pagare i contributi alla cassa forense … sapete che il Comune ha versato 19 mila euro per i contributi di Fernando Orsini … soldi sottratti sottratti (spiegato con mimica inequivocabile), illegittimamente alle casse del Comune e mai restituiti. Si chiama ipocrisia […]

No, egregio sindaco, quel che lei ha detto, si chiama in un altro modo!

Con le sue parole lei ha attribuito allo scrivente una condotta avente molto probabilmente rilevanza penale che, pertanto, ha il dovere, in quanto legale rappresentante dell'Ente, di comunicare immediatamente all' A.G. per le determinazioni di competenza. In questa sede, non ritengo addurre difese (con l'astio ed il rancore di cui è corazzato le sarebbe difficile comprendere!) e prove documentali per confutare le sue parole pronunciate in mia assenza. Eppure, occasioni (per dire quel che ha detto lunedì sera) durante la scorsa consiliatura, ove rivestivamo entrambi la carica di consiglieri comunali, ne ha avute per sollevare la questione! Ché, se così fosse stato, le avrei chiarito, provandolo, che le cose non stanno esattamente come da lei enunciato.

Tiri fuori, egregio sindaco, se ne ha le prove, un qualsiasi pezzo di carta con il quale io abbia chiesto «di farmi pagare i contributi...» od un qualsiasi pezzo di carta con il quale nella scorsa consiliatura mi sia stato contestato qualcosa o chiesto una qualsivoglia restituzione di quanto avrei illegittimamente sottratto!

La realtà, molto più semplice di quanto si possa pensare, è che lo scrivente, come tanti altri amministratori che si sono succeduti in questi anni (assessori o presidenti del consiglio) che non fossero lavoratori dipendenti e che erano iscritti a casse di previdenza autonome, non abbiamo mal mosso anche un solo dito per «sottrarre illegittimamente» soldi alle casse comunali. Sino al 2016 vi è stata una prassi consolidata presso il Comune di Mesagne in tal senso, né alcun rilievo è stato mai formulato agli enti di previdenza dei vari amministratori-lavoratori autonomi man mano succedutesi riguardo tale profilo.

Ed allora, se lei ritiene che mi sia dolosamente reso responsabile di condotte delittuose risalenti ormai nel periodo da 9 a 5 anni addietro (sic}—lascio da parte gli altri soggetti che si trovano nella medesima situazione, tanto a lei non interessano più di tanto, il suo bersaglio ormai lo ha ben individuato da diverso tempo, - disponga immediatamente la trasmissione degli atti all'A. G. competente perché proceda nei miei confronti per i reati che lei ritenga addebitarmi.

Tuteli inoltre - se è convinto che vi sia il diritto a ripetere quelle somme (quanto alla legittimazione passiva veda lei nei confronti di chi) - l'Ente innanzi alla magistratura contabile. Da parte mia non posso, avendo ampia fiducia nella magistratura, che seguirla su questo terreno, l'unico in questo momento per me percorribile nei suoi confronti. Inutile dirle - penso questo lo comprenda bene che le sue affermazioni, già per me lesive della mia onorabilità nell'accezione più ampia possano poi rivestire anche gli estremi della calunnia. In ogni caso, non esiterò a difendere la mia onorabilità (il bene più prezioso che posseggo!) con i “denti" in qualsiasi sede lo attenderò fiducioso: uno dei meriti che mi riconosco è essere dotato di tanta pazienza.

Pertanto, se lei lo riterrà, ci affidiamo alla valutazione dell'Autorità giudiziaria — ho sentito che anche per lei è questione di "giustizia" - ed attendiamone fiduciosi il responso. Nelle more, se lei vorrà continuare nei suoi dissennati e volgari monologhi nei miei confronti ed in mia assenza, è libero di farlo. Io non potrò  controbatterle nella sede in cui lei l'ha fatto unilateralmente ieri, ma potrò affidarmi ad un giudizio meno “rabbioso e rancoroso” del suo. Come lei ha detto riguardo alla sua persona, anch'io ho da dirle che non impartisco lezioni di “legalità” a nessuno, non essendone all'altezza. Ma nel contempo, non prendo le medesime lezioni né da lei, né da chiunque altro.

Uno dei più grandi filosofi e scrittori dell'800, Fedor Dostoevskij, ammoniva che «il segreto dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per cosa si vive». Per me, è stata e continuerà ad essere, piaccia o non piaccia, una storia ultratrentennale di lavoro e di integrità che nessuno potrà mai scalfire.

 Contrariamente a quanto avevo inizialmente ipotizzato, non le chiederò più alcun incontro, consapevole del prezioso tempo che potrei farle perdere. Per quel che avevo da rappresentarle, è già sufficiente la presente. Devo, da ultimo, confessarle che avendo fatto fare i "raggi x” alla mia persona per il periodo relativo al mandato amministrativo 2010-2019, le sia piuttosto sfuggito quel che ho volontariamente "lasciato" all'Ente. Per non farle allora lasciare il lavoro "incompleto", come ho già anticipato in un mio post sui social, la invito nella qualità di sindaco a far pubblicare con le modalità che riterrà più opportune, le note che ho a suo tempo inviato al Comune e con le quali ho formalmente rinunciato ai legittimi compensi cui avrei avuto diritto per attività professionale espletata in favore dell'Ente quando non rivestivo l'incarico di consigliere comunale.

           Tanto dovevo.

f.to Fernando Orsini

p.s. Egregio sindaco, ascoltando la registrazione, mi sono accorto — mi son meravigliato che nessuno lo abbia rilevato e questa è l'ennesima riprova di quanto io sia "interessato" alle "pagliuzze ed alle travi" cui ha fatto riferimento nel suo monologo - dl una marchiana “illegittimità” nel decreto sindacale n. 4 del 26.6.2019.

Nella data e nel momento in cui ha nominato il soggetto indicato nel richiamato provvedimento lo stesso non poteva essere “incaricato”, in quanto rivestiva a tutti gli effetti la carica di consigliere comunale, ruolo "dismesso" dopo la pubblicazione dello stesso decreto e del pedissequo disciplinare d'incarico. So che lei è un decisionista di prim'ordine, ma talvolta la fretta fa fare qualche "figura" e riesce anche - pur essendo dotato di un corposo "staff - a farle perdere le "staffe". Come le è successo lunedì sera.

p.p.s. Egregio sindaco, ascoltando la conclusione del suo intervento, ho apprezzato il suo proposito di far approvare in tempi rapidi — tanto che ha dato disposizione all'assessora ai percorsi di legalità, almeno così mi pare di aver compreso — la "Carta di Pisa" (rectius: "Carta di Awiso Pubblico”). Per quanto mi riguarda, è l'unica parte del suo intervento che sottoscrivo parola per parola e sarò il primo (come lo sono stato, forse per la concitazione del momento le sarà sfuggito a riconoscerle il risultato e l’elezione a primo cittadino augurandole buon lavoro nell’interesse della Città) ad applaudire lei ed il consiglio comunale tutto.

Non fosse altro perché se lei fa fare una ricerca negli archivi di "Avviso Pubblico, per la Città di Mesagne troverà, per il periodo 2010-2015 e 2015-2019, un solo soggetto che ha sottoscritto ed aderito a titolo individuale: il firmatario della presente.

Fonte Facebook

[Ndr] Abbiamo riportato in corsivo, con la massima attenzione, la lettera postata in jpg per una migliore lettura e comprensione dei nostri lettori. Nel caso ci fosse qualche errore tipografico di trascrizione chiediamo scusa a Fernando Orsini, oltre ad una segnalazione per una immediata correzione.

La redazione 

 

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