Dissesto centro storico. Un vecchietto diceva ...

Correva l'anno 1986 (poco più e/o poco meno) ed il centro storico di Mesagne fu interessato da un violento dissesto idrogeologico. Si fece un piano di emergenza se non erro con il dottor Cotecchia, un docente di Bari (non ricordo di quale facolta e la sua specializzazione, probabilmente geologo) ed il problema si risolse con un apposito progetto. Sarebbe il caso che qualcuno ci spiegasse cosa fu fatto, solo per opportuna conoscenza.

 

E qualche giorno fa, si sono rivissuti momenti drammatici per gli abitanti dell'isolato compreso tra Via Eugenio Santacesaria e Via Tosches con il prosieguo di Via dei Destro.

In Piazza IV Novembre, in quel che attualmente è il tabacchino della signora Rogoli, all'epoca gestito da un rampollo dei Pignatelli qualche anno fa, si sedeva sempre un vecchietto nativo ti ntra San Ciprianu che conosceva tutto il centro storico come le sue tasche e raccontava che gran parte di tutti i bassi erano dotati di pozzo di acqua sorgiva che misuravano una profondità di circa sei-sette metri.

In particolare in via Eugenio Santacesaria, all'epoca numero civico 21, abitava la za Coca, madre di Olga e Romolo che distribuiva da quel pozzo acqua a tutto il vicinato. Da quel pozzo veniva alimentato tutto il fabbisogno dell'acqua utilizzata per uso non potabile e se ne servivano in particolar modo la cantina di Cocu Pisieddu ubicata proprio affianco alla casa di la za Coca unitamente alla abitazione della famiglia Priore che abitava al primo piano. Per la famiglia Priore c'erano dei ragazzini che ogni giorno, in particolare nei mesi estivi che “tiravano” acqua dal pozzo (cinque lira per ogni menza) per le pulizie della casa, il bucato e le piante del giardino pensile.

L'acqua potabile veniva presa da piazza Criscuolo, una fontana dove la fila ti costringeva ad aspettare almeno mezz'ora per riempire “nnu mmili o una piccola menza di terracotta”! A seguire per l'utilizzazione di quel pozzo vi era la famiglia di Bibbi ti Calia, Lisandru con la sua attività di Pompe funebri e per i primi tempi anche la famiglia Fortuna che abitava all'ingresso di Via Gaza. E non era solo il pozzo di la za Coca adessere utilizzato dal vicinato ma tutti i pozzi di acqua sorgiva, nella zona, avevano questa funzione.

Poi, l'acquedotto è arrivato in tutte le case, ed ancor di più il centro storico è stato completamente svuotato dalle famiglie negli anni sessanta ed in particolare negli anni settanta. Di tale acqua sorgiva non si è avuta più notizia del suo utilizzo.

Il vecchietto informatore diceva che senza l'utilizzo di tanta acqua la falda freatica sarebbe stata un pericolo perché era destinata a crescere e negli anni poteva creare smottamenti e dissesti idrogeologici, per alcuni strati di argilla che a Mesagne sono presenti a circa 20 metri di profondità.

Non sappiamo quanto questa storiella sia vera e quanto possa essere tenuta in considerazione. Di fatto registriamo, stando ai comunicati stampa che non siamo in presenza di perdite dalle tubature dell'Acquedotto pubblico e non si sono segni di acqua nelle strade. Aspetteremo gli eventi ed i sondaggi. Da parte nostra quel che avevamo sentito, con il beneficio della buonafede lo abbiamo riportato.

Il viandante azzurro

 

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