Dopo il Consiglio comunale, qualche considerazione di politica locale (Tolleranza zero).
Penso di conoscere la storia politico-amministrativa di Mesagne, per molti anni vissuta in prima persona e per il resto ricercata, studiata ed alcune volte anche scritta e commentata.
Non ricordo che nella nostra politica locale ci sia stato qualche persona di peso a livello di Roosevelt o di Thatcher anzi ci sono stati vari personaggi molto umili, alcune volte derisi e secondo le leggi vigenti di allora, costretti a fare quella che era la “prova dell’alfabetismo” (per tutti gli eletti in Consiglio) per dimostrare che sapevano apporre la propria firma.
Quel che poi si dimentica o magari si fa finta di dimenticare è che Mesagne come comunità politica non è diversa da altri centri viciniori e le dinamiche politiche, le serrate dialettiche, i gruppi, i sottogruppi che si costituiscono, i partiti politici e le aggregazioni dell’idem sentire et volle sono cose codificate.
Basta per questo sfogliare un trattato di dottrine politiche (non c’è bisogno di J.Touchard o di M.Duverger ma basta un semplice “centone” un tempo distribuito dalla DC), o magari qualche testo di sociologia di prima consultazione per avere tali conferme.
Invece è interessante notare che anche oggi come ieri le tecniche e le strategie di chi è impegnato in politica, ma anche di chi dice di non essere impegnato in politica ma agisce per vie traverse, sono sempre le stesse.
Avevo notizie di prima mano ed attendibili da Palazzo Celestini, in queste ultime settimane, ovviamente senza usare microfoni o registratori nascosti, tanto da canticchiare il noto motivo del film di Totò, “lo sceicco”, che musicalmente diceva: “Vedi Omar quant’è bello! … spira tanto sentimento” per segnalare una delle ipotesi che si stavano seguendo e che poi si è realizzata.
Qualcuno si aspettava un vice-sindaco di un certo rilievo ma la realtà si è dimostrata diversa e nel comunicato di ringraziamento del sindaco si legge che “ … si intenderà riconfermare una diretta responsabilità alla guida del Comune e alla rappresentanza regionale”.
Mancano i nomi, come dire che le scelte si faranno in seguito, in funzione degli avvenimenti capitolini!
Per le ultime vicende nostrane non è stato diffuso un resoconto per specificare cosa c’è a supporto del cambiamento degli Assessori. Un programma non rispettato? una incompatibilità soggettiva od oggettiva con il Sindaco? Guardando le dimissioni degli Assessori leggiamo nella bacheca della Città di Mesagne una lettera (Marotta) del 20 aprile ed altre due lettere (Pisanò e Rubino) il 27 aprile. Semplice coincidenza o disarmonia operativa?
Ed infine leggendo le nomine, non ci sono commenti da fare ma solo constatare: un determinato gruppo rafforzato, la presenza di un Assessore che faceva parte di un Laboratorio politico che non si sa se sia ancora in vita, ma che un tempo era sempre propositivo (leggere le proposte del 26 maggio 2015); da non dimenticare che di quel laboratorio hanno fatto parte, oltre al segretario provinciale ora assessore in Mesagne anche un neo-parlamentare e un consigliere regionale del Partito democratico accreditato da buoni rapporti con Emiliano se non addirittura con esponenti nazionali del Pd.
Al momento è convinzione in città che la consigliatura in vigore registri la tecnica dell’Assessore “Usa e getta”, tecnica che fu già sperimentata e realizzata dalla vecchia amministrazione la mattina del 31 dicembre di qualche anno fa, quando l’assessore alla cultura fu convocata e dimissionata senza alcun preavviso dall’allora Sindaco.
E solo per finire poi si registra, la composizione di un nuovo gruppo consigliare (Campana-Cesarea) di questi ultimi giorni che parla di scelte prese altrove, fuori dal Municipio, e non c’è bisogno di aspettare per sentirsi dire probabilmente che a monte del comunicato di questi due dissidenti ci sarebbe qualche aspettativa personale non soddisfatta.
La lettura della realtà descritta potrà essere considerata di parte, è sufficiente che sia diversa da quella dell’Amministrazione, almeno per quel che mi riguarda, in particolare da tutto quello che è stato detto in assise pubblica per giustificare queste nuove nomine, non fosse altro perché ci sia testimonianza di letture diverse degli avvenimenti locali.
Tolleranza zero.