Tolleranza zero chiede la possibilità di creare "il luogo del commiato".

Per il cimitero c’è sempre un impegno particolare ed il più delle volte ci sono deleghe o comitati per il “decoro dei luoghi sacri”;

così, il più delle volte, gli impegni amministrativi volgono verso la parte strutturale come l’ampliamento materiale per permettere la costruzione di cappelle gentilizie e loculi di prima e seconda conservazione ma il più delle volte ci si dimentica che i tempi sono cambiati e sul soglio di Pietro c’è un uomo chiamato Francesco.

Nei tempi preconciliari quando moriva un laico, un non credente qualcuno che conviveva more-uxorio prima della legge sul divorzio o comunque appartenente ad altre religioni (all’epoca dell’Islam si parlava poco) nessuna campana suonava all’ingresso della salma nel cimitero e la porta della Chiesa era rigorosamente chiusa “cum clavis” con inibizione di ingresso nella stessa chiesa anche ai parenti ed ai conoscenti del defunto. L’inferno, secondo la concezione di allora, e l’espiazione cominciava già sulla terra!

La scorsa estate, mi sono recato al funerale di un mio amico, famiglia totalmente non cattolica ma appartenente alla chiesa evangelista e mi accorsi che delle diecine di persone che partecipavano al saluto oltre agli amici vi era tutta la comunità evangelica locale. La cerimonia funebre fu fatta nel salone di casa ed i partecipanti erano solo poche persone ed i parenti più stretti, ossia moglie e figli.

Fu una cerimonia, ovviamente, diversa dal rito cattolico ma al di là di questo la cosa che apparve a molti era la mancanza di un “luogo di commiato” nella nostra città ed in particolare nel nostro cimitero.

La nostra tradizione popolare non ha istituzioni tipo la “Misericordia” Toscana che il Sindaco Pompeo Molfetta conosce molto bene per aver vissuto, per qualche anno, a Pisa per motivi di studio e di conseguenza, in Mesagne, non esiste un luogo, un posto dove si possa salutare, comunque il “de cuius” e nella maniera che la comunità di appartenenza lo desidera.

Una questione che mai nessuna amministrazione considera, una discriminazione inaccettabile che dovrebbe essere sanata quanto prima nella scia di quanto ha detto Frncesco: Chi sono io per giudicare?

A questa amministrazione ricordiamo che ci sono ancora quattro anni di tempo per programmare, progettare, realizzare e nel cimitero sia nella zona antistante che nella zona di ampliamento si potrebbe trovare uno spazio idoneo per fare “il luogo del commiato”, posto che potrebbe anche servire ai cattolici per esternare l’ultimo saluto, quel qualcosa che generalmente disturba la funzione religiosa!

Ci si chiede un momento di riflessione per tale problema e scrivere nella propria agenda un momento di considerazione per quanto andiamo suggerendo. Non ci sono associazioni che possano perorare tale causa, non esistono clan, religioni che possono spingere o costituire gruppi di pressione magari con sottintesi e promesse di voti per sollecitare una tale questione.

E’ solo un semplice aspetto di civiltà, un rigurgito di coscienza, un pretesto magari per ricordare e rafforzare quello che la cultura popolare ci ha tramandato con un’opera immortale dell’indimenticabile principe De Curtis: “La livella”!, stavolta non al di la dei ranghi ma al di là del proprio credo religioso.

E nel frattempo gradiremmo avere una risposta interlocutoria e soprattutto se il problema sollevato è degno di considerazione per questa amministrazione comunale (lato economico a parte!) 

Tolleranza zero

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