Socrate, Salvini e i 49 milioni rubati agli italiani (di Homo Videns)

Parecchi secoli fa, ad Atene, nella Grecia antica, c’era un filosofo di nome Socrate, che insegnava ai suoi discepoli l’arte del ragionare e del pensare,

in modo che ognuno potesse difendersi dai falsi pensatori, che allora venivano chiamati Sofisti. Per Socrate quelli erano considerati alla stregua di imbroglioni; e il loro metodo era il monologo. Lui, invece, insegnava il metodo per raggiungere la verità, ossia la conoscenza vera, mediante il dialogo.

Dobbiamo aggiungere, anche, che molti uomini politici erano considerati da Socrate imbroglioni, falsi, approfittatori del loro potere per fini personali; e lui insegnava a smascherarli. Così un signore di nome Meleto fu convinto ad accusare Socrate di due misfatti:

1-corrompere i giovani con la sua filosofia;

2-non rispettare le divinità cittadine.

Socrate fu, così, sottoposto a processo; il processo ebbe varie fasi, compreso il ricorso e l’appello. Precisiamo che la Grecia di quei tempi non era uno “Stato di diritto” nel senso della nostra civiltà giuridica; ma i greci di allora, e anche Socrate, la consideravano una società con giuste leggi. Non ci dilunghiamo, per brevità; diciamo soltanto che Socrate si difese da solo, spiegando l’essenza dei suoi insegnamenti, facendo appello alla forza della ragione; ma, alla fine, con argomenti sofistici, che facevano appello alla forza della folla, fu condannato a morte. I suoi seguaci, allora, comprarono con denaro i carcerieri, entrarono nella sua cella e cercarono di convincerlo a fuggire; ma Socrate si rifiutò, dicendo: «è meglio subire ingiustizia, piuttosto che commetterla».

“È vero – disse Socrate ai suoi discepoli – la sentenza è ingiusta; però, aggiunse, io vi ho insegnato le leggi, esse sono giuste, sono state discusse ed approvate dalle nostre istituzioni; proprio esse mi hanno permesso di essere vostro maestro. Ora, se mancassi proprio io di rispettarle, non sarei coerente con i miei stessi insegnamenti”. Perciò egli non fuggì, ed accettò la pena che gli era stata comminata: bere la mortale cicuta. E la sua morte fu la vittoria sui Sofisti.

Scusatemi se ho raccontato questa storia a tutti nota, ma forse proprio non a tutti, se è vero che oggi c’è un tale che risponde al nome Salvini, il quale pare ignorare il caso giuridico più famoso della storia.

Oggi siamo di fronte ad un caso molto simile a quello di Socrate:

A: un partito politico (la Lega Nord) ha sempre proclamato di essere per la legalità, contro i partiti ladroni, che rubavano i soldi agli italiani (è bene ricordare lo slogan caro alla Lega: Roma ladrona, la Lega non perdona).

B: un bel giorno si scopre che questo partito (la Lega Nord) ha ricevuto dei soldi a titolo di finanziamento pubblico (cioè soldi degli italiani), sotto forma di “rimborso elettorale”, e quel denaro, invece che per le attività politiche, è stato utilizzato per altri affari. Ad esempio, leggiamo sul «Sole24 ore» del 5 luglio 2018, dove si cita una cartellina contenente la contabilità: «10mila euro per l’operazione di rinoplastica del figlio di Bossi, Sirio, le multe dell’altro figlio Renzo, soprannominato “Trota”, e le spese per la ristrutturazione della casa di Gemonio. Alcune pagine della cartellina sono dedicate all’Università albanese Kriistal di Tirana, dove Renzo ha ottenuto il diploma di primo livello in “Gestione aziendale”. Tutto questo materiale investigativo ha consentito ai Pm di ottenere la condanna e il sequestro dei fondi custoditi sui conti della Lega».

C: questo stesso partito (la Lega Nord) viene condannato a restituire allo Stato la somma indebitamente riscossa (49 milioni di euro, circa 100 miliardi di vecchie lire).

D: dopo ricorsi e contro-ricorsi, infine, arriva la sentenza finale: questo partito (la Lega Nord) deve restituire agli italiani la somma malamente utilizzata (49 milioni).

Socrate che cosa avrebbe fatto? Sarebbe stato lì a cincischiare, ricorsi e contro-ricorsi? È logico pensare che Socrate avrebbe pagato, in silenzio, vergognandosi, e sarebbe scomparso. Ma anzitutto, avrebbe detto: “un momento, io non ho mai commesso un furto, non ho mai usato denaro pubblico, io ho solo manifestato il mio libero pensiero!”.

Homo Videns deve qui le scuse a Socrate, le più alte scuse: è vero, Socrate non ha mai maneggiato denaro pubblico; se Socrate avesse commesso un reato del genere non si sarebbe neanche difeso, si sarebbe suicidato immediatamente, direi prima ancora di pensare un tal reato. Il reato di cui fu accusato Socrate oggi non esisterebbe nella società italiana, sarebbe un reato di opinione, non perseguibile. In altre società, come quelle autoritarie, totalitarie (Russia, Polonia, Ungheria), nelle dittature, il libero pensiero è reato; non in quella italiana.

L’esempio tragico di Socrate ha illuminato il cammino della civiltà giuridica europea, che sottopone tutti i cittadini alla legge, nessuno escluso. La nostra civiltà giuridica è la negazione del dispotismo: non è la forza del numero che fà la giustizia giusta o ingiusta; bensì è la forza della ragione. Per questo i governanti debbono essere i primi a dare esempio di rispetto della Legge. Per questo l’Europa è così diversa dal dispotismo asiatico (che comprende quello russo, e ora anche gli ex stati sovietici).

Tuttavia, a volte i Sofisti riescono a prendere il sopravvento (vedi Mussolini, vedi Hitler), con danno irreparabile. Non a caso, il loro modello argomentativo era il monologo, non il dialogo. Purtroppo, l’ignoranza giuridica è un male endemico della civiltà moderna, amplificato in questa epoca dalla tendenza a violare le norme; e sappiamo che buona parte degli Italiani è particolarmente sensibile all’anarchia. Il fatto che oggi il Primo ministro sia un giurista ci conforta: se è davvero il Primo ministro, e non il Terzo ministro (come alcuni dicono), allora sarà davvero l’avvocato degli italiani. Ma, se non difenderà la Legge (quella a favore degli italiani), ma i sofismi (a favore di uno solo di essi) sarà un novello Sofista anche lui.

Ebbene, riconosciamo, allora, a Socrate il merito di aver messo alla berlina i Sofisti, con il libero pensiero, con il suo sacrificio. Ma, alla Lega cosa possiamo riconoscere? E al segretario della Lega, tal Matteo Salvini, cosa dobbiamo riconoscere? Prima gli Italiani! E, allora, se vengono prima gli interessi degli italiani, non quelli di un partito politico, cominci a restituirci i soldi male utilizzati! E la smetta con i monologhi! non faccia il Sofista!

(Homo Videns)

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